CAPITOLO 43

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«Che vuol dire che Cristian è il suo promesso sposo?»

La scena davanti gli occhi di Will aveva del tragicomico. I tre amici avevano la mascella spalancata mentre fissavano il ragazzo sconvolti come se avesse rivelato la presenza di documenti segreti per completare la costruzione di un'arma chimica nucleare.

«Che deve sposarlo per forza, un po' per volontà del padre, un po' perché Cristian la ricatta.»

«Lo sapevo che c'era qualcosa di strano. Avevo ragione a pensare che si conoscessero già prima della gara.» borbottò Marcus. «I loro atteggiamenti intimi non erano fraintendibili.»

«E noi che pensavamo volesse solo portarla a letto.» scosse il capo Blake. «Chissà quante volte l'ha già fat...»

«Basta così» tuonò Will. «Dobbiamo aiutarla.»

«A fare cosa esattamente?» chiese Carlos inarcando un sopracciglio.

Già. A fare cosa? A non farla sposare? A farla restare? A mandare Cristian in galera? 

Dopo due ore ad osservare il corpo di lei si era alzato e rifugiato in camera sua. A letto Will sentì freddo ma non si alzò. Sapeva che rimanere lì accanto a lei avrebbe complicato solo ulteriormente le cose e il suo corpo non era una cosa che riusciva a controllare ultimamente.

Will si portò le mani fra i capelli. «Non lo so. Qualsiasi cosa ma dobbiamo aiutarla.» sospirò. «Cristian non può averla, non è la persona giusta per lei.»

«E lo saresti tu?» chiese Marcus con un cipiglio sul volto.

«No, non lo sono, ma converrete con me che Cristian la userà per qualche assurdo piano di vendetta contro di noi e l'unica che continuerà a farsi male sarà lei.»

«È proprio vero che il confine fra odio ed amore è sottile.» ridacchio Blake.

Will alzò gli occhi al cielo. «Non stiamo parlando di questo.»

«A me sembra proprio di si.» ribatté Marcus. «Tu non vuoi che parta perché sei innamorato di lei.»

Il cuore di Will si fermò per qualche secondo per poi battere più velocemente. Non rispose passando lo sguardo fra i compagni.

Marcus si avvicinò a lui con fare dolce. «Avevamo già deciso di aiutarla ancor prima che tu ci pregassi. Ormai quella ragazza ha fatto breccia nel cuore di tutti, perfino in un cuore di ghiaccio come il tuo.»

Lo squillo di un telefono rimbombò all'interno del magazzino.

«Pronto» rispose Blake sentendo addosso lo sguardo dei ragazzi. Annuì senza proferire parola ed attaccò.

«Purtroppo, Mayle dovrà aspettare. L'operazione dei Russi inizia stasera.»



Quando Mayle aprì gli occhi venne avvolta dal buio. Allungò la mano all'altra estremità del letto ma si accorse che era vuoto. 

"Will è andato via" pensò tirandosi su, poggiando la schiena contro la testiera del letto. 

Afferrò il telefono e lesse l'ora: 16:27. Aveva dormito più di dieci ore e si sentiva stanca come se non avesse dormito affatto o peggio, corso una maratona. Si alzò dal letto ed andò ad aprire le tende beandosi del tramonto.

Dopo, aprì la porta ed ascoltò. Nella casa regnava il silenzio e ne era sollevata, l'ultima cosa che voleva adesso era un secondo interrogatorio da parte di Marcus o dai gemelli. Afferrò un paio di leggins ed una felpa rossa e andò a cambiarsi in bagno. Ripensò alla conversazione con Will. Ricordava l'ultima domanda che gli aveva fatto ma pensò di essersi addormentata prima di sentire la risposta. E come da copione lui non era rimasto a dormire con lei.

PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora