Tutti gli esseri umani sono accumunati dalla nascita, dall'evoluzione, dalla crescita e dalla morte. Tuttavia, dei quattro momenti quello che provoca più sgomento è la morte, soprattutto se improvvisa.
Mayle sapeva cosa si provasse. Quando è morto suo padre non era uscita di casa per due settimane per non mostrare agli altri il suo dolore. Ma adesso, pensare al proiettile che colpiva Will le lasciava un vuoto ancora più grande. Si sentiva disorientata e in preda al caos. Aveva seguito Marcus senza esitare ma in realtà sapeva che l'unica cosa che avrebbe voluto fare era correre da Will.
«Dove stiamo andando?» chiese lei mentre camminava a passo svelto verso il nulla. Avevano lasciato il porto per tornare sulla strada ma la ragazza non aveva idea di dove stessero andando.
«Al sicuro, in un posto in cui Cristian non verrebbe mai a cercarti.»
Marcus si bloccò davanti una vecchia casa spingendo la ragazza a seguirlo. La casa aveva per Mayle quell'atmosfera strana e aliena che hanno le case degli sconosciuti: era arredata con tessuti floreali, in colori tenui, e tutto era leggermente rovinato dall'uso. Dall'esterno sembrava rovinata, ma l'interno era ancora peggio di quello che si aspettava.
Dominic era buttato su una delle poltrone imbottite del salotto, l'unico posto dove ci si poteva sedere. Quando Marcus attraversò la porta scattò in piedi.
«Cosa ci fai qui?»
Il ragazzo si spostò lasciando Mayle guardare avanti a sé. «Ha bisogno di un posto sicuro in cui stare.»
Dominic spostò lo sguardo da lei a Marcus ed emise un borbottio indecifrato.
«Può restare, ma tu no. I ragazzi hanno bisogno di te.»
«Prendo l'attrezzatura sul retro e raduno gli altri.» confermò annuendo prima di voltarsi verso Mayle. «Qui sei al sicuro.»
«Marcus tutte le cose che ha detto Lucas non sono vere, io non ho mai...»
«Non devi spiegarmi nulla. Io ti credo.» sorrise lui dolcemente. «Ora devo andare. Non muoverti da qui e non fare nulla di stupido, per favore.»
«Ci proverò.» sussurrò lei.
«E ci riuscirai.» disse lui con fare dolce prima di uscire dalla porta.
Mayle voltò lo sguardo verso l'uomo che la fissava. C'era una boccia di vetro piena di cioccolatini sul tavolino vicino a lui. La ragazza, che stava morendo di fame, non sapeva da quanto tempo fossero lì.
«Li ho portati io, quando sono agitato la cioccolata mi calma sempre. Puoi prenderne uno se ti va.»
La ragazza annuì avvicinandosi. «Io sono Mayle.»
«So chi sei.» rispose lui allungandole la boccia.
«La mia fama mi precede.» borbottò lei afferrando un cioccolatino. «Oppure il fascicolo deve essere arrivato fino a te.»
"Chissà che tipo di persone vivevano qui" pensò lei all'improvviso.
«Non credere che la fama sia una cosa positiva.» rispose lui inarcando un sopracciglio. «E per la cronaca, sono io ad aver dato il fascicolo a Will.»
«Se fosse una cosa positiva non sarei qui.» borbottò massaggiandosi il viso dolorante. La guancia dove Lucas le aveva tirato lo schiaffo le bruciava tantissimo.
«Vado a prenderti del ghiaccio per il viso.» disse lui incamminandosi verso la cucina.
Mayle si accomodò sulla poltrona, esausta, portandosi il volto stanco tra le mani. Come aveva fatto a far degenerare tutta la situazione in un istante? Non poté far a meno di chiedersi cosa sarebbe successo se non fosse fuggita dalla presa di Lucas.
Il ragazzo tornò poco dopo porgendole una sacchetta di ghiaccio avvolta in un panno.
«Grazie.» sussurrò lei afferrandolo. «Perché Will ti ha chiesto d'indagare su di me?»
Dominic fissò il volto stanco di lei. «Era preoccupato per te.» disse. «Ed era diventato insopportabile sentirgli ripetere il tuo nome ogni secondo.»
La ragazza scosse il capo incredula. «È impossibile.»
«Perché?» chiese serio lui.
«Abbiamo iniziato a tollerarci solo qualche settimana fa.»
«Ma io non ho detto che parlava bene di te.» ridacchiò lui.
La ragazza roteò gli occhi. «Grazie per permettermi di restare qui.»
«Se Will sapesse che non ho curato la sua fidanzata mi ridurrebbe in cenere.»
Pensare nuovamente a Will le provocò una fitta al cuore. Le tornarono in mente le parole di Marcus: "starà bene."
C'era abbastanza buio fuori, ormai, e Mayle vedeva il suo viso riflesso nel vetro della finestra al suo fianco. I suoi occhi sembravano neri.
«Non sono la sua fidanzata.»
«C'è un motivo se le cose non accadono, oppure accadono in un momento invece di un altro. Devi solo aspettare.» rispose lui sorridendole.
Mayle l'osservò aggrottando leggermente la fronte. «Aspettare cosa?»
«Un'oretta, massimo due.» si massaggiò la barba corta. «E poi sarà tutto finito.»
«La nave è arrivata, dobbiamo prep...»
Quando Blake e Carlos superarono gli scatoloni e videro il corpo di Will a terra si bloccarono di colpo, per poi correre verso di lui.
«Will» pronunciò Carlos. «Stai bene?»
Il ragazzo si portò su a sedere premendo la schiena contro il cemento freddo. Tossì facendo uscire tutta l'aria dai polmoni.
«Va tutto bene.» rispose alzandosi in piedi. «Ricordatemi di fare i complimenti a Michael. La sua attrezzatura non è niente male.» continuò aprendosi la giacca e staccando la pallottola ormai conficcata nel giubbino antiproiettile.
«Si può sapere cos'è successo?» chiese Blake allarmato.
«In sintesi, Lucas ha rapito Mayle e l'ha portata qui mentre le puntava la pistola alla tempia. Lei è riuscita a liberarsi ma lui mi ha sparato.»
«Cosa?» esclamarono entrambi increduli. «Non è possibile» continuò Carlos.
«Adesso dov'è lei? E Lucas?»
«Lucas è lì dietro, ho visto Marcus sparargli ad una gamba e poi portare Mayle non so dove.»
«Che bastardo, deve ringraziare di essere ancora vivo.» borbottò Carlos.
«Già, Marcus ha un cuore d'oro.» Will tossi nuovamente alzandosi lentamente da terra. «Se ne occuperà Dominic di lui.»
«Cosa facciamo adesso?» chiese Carlos. «Non possiamo mettere in atto il piano senza Marcus. Abbiamo bisogno di lui.»
«Tornerà.» rispose serio Will. «Non ci lascerà da soli.»
«Siamo andati al molo a controllare, la nave è appena arrivata.» disse Blake cambiando discorso. «E se Lucas è qui, vuol dire che c'è anche Cristian.»
Al solo sentire quel nome a Will si gelò il sangue nelle vene. I ragazzi si aspettavano una risposta cattiva ma Will disse solo: «Tranquilli, ho un piano.» afferrando uno scatolone dalla carcassa e poggiandolo sulla pedana con gli altri.
«Ma in realtà noi avevamo già un piano.» rispose Carlos guardando dubbioso il fratello che gli rispose con un'alzata di spalle.
«Ma non è divertente quanto il mio.» sorrise Will incamminandosi verso il molo d'attracco seguito dai gemelli.
BUONGIORNO A TUTTI. QUESTO É UN CAPITOLO DI PASSAGGIO PER DIRVI CHE WILL É ANCORA VIVO. NON POTEVO FARLO MORIRE.
SE RIESCO OGGI POMERIGGIO PUBBLICHERÓ ANCHE IL 48.
BUONA LETTURA E SPERO VI PIACCIA!
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PROMISE
RomanceQuanto coraggio ci vuole a lasciare tutto e partire? Quanto coraggio ci vuole a rialzarsi dopo l'ennesima caduta? E a fidarsi nuovamente delle persone? Ma soprattutto quanto coraggio ci vuole ad amare di nuovo? Mayle sa che è la scelta sbagliata, la...