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<<Finiscila! Uccidila!>> Mi trovo al centro di una larga pianura fangosa, attorno a me sento molteplici urla scroscianti e violente, sguaiate e rabbiose. Ho la vista offuscata, il cielo è coperto da nuvole scure. Non c'è traccia del sole.
Soldati, vichinghi armati, le lame che sbattono ritmicamente sul legno dello scudo, una rabbia indomita che li accomuna.
Perchè urlano? Cerco di cambiare posizione, ma non riesco. Sono bloccata a terra senza poter muovere neanche un muscolo. Provo a parlare, ma inutilmente. È come se fossi schiacciata da un peso enorme e invisibile, tanto che anche solo respirare mi costa fatica. Poi intravedo una sagoma sfocata e lontana, ma gli occhi mi bruciano, e li chiudo per un attimo, sentendo solo il fragore intorno a me. <<Falla fuori! Brucia la strega!>> <<Uccidila!>>
Infine riesco a distinguere la figura di fronte a me. Ivar. Mi fissa per un attimo , con un enorme torcia in mano, esitando. E poi guardo in basso e capisco. Sono immobilizzata da una serie di corde su un palo di legno, e le persone mi squadrano sprezzanti, gli occhi carichi di odio. Vogliono che Ivar mi uccida. <<Bruciala!>>
Fa un passo in avanti, e inizio a singhiozzare. <<Ivar..>> I suoi occhi azzurri mi fissano freddamente, e il corpo mi si riempie di brividi. <<Non osare pronunciare il mio nome, schiava>>.
Lo guardo incredula tra le lacrime, che aumentano nel sentire l'odio della sua voce, ma non ho più la forza di parlare. Allunga la mano che tiene stretta la torcia, pronto a darmi fuoco. <<Ivar, io-...>> Chiudo gli occhi impotente, aspettando che arrivi il dolore. Passa qualche attimo, ma niente. Riapro gli occhi confusa, sentendo il sole carezzarmi pelle. C'è silenzio. Eppure la folla è ancora qui. Ivar è ancora qui. Lo guardo, e sbigottita mi accorgo che è immobile, con il braccio teso verso di me. <<Tu puoi fermare tutto questo. Oppure no. È una tua scelta.>> Mi volto in direzione della voce, rauca e profonda, e scorgo una figura incappucciata nera. <<Tu!>> Lo riconosco immediatamente, e capisco di trovarmi in un sogno, come la scorsa volta. <<Chi sei? Che cosa vuoi da me?>> Fa un passo in avanti ridacchiando sommessamente, ma ha il volto coperto dal manto scuro. <<La vera domanda che ti dovresti porre, è cosa vuoi te?>>
Rimango a bocca aperta, incapace di rispondere, e lancio uno sguardo esitante all'Ivar immobile di fronte a me. I suoi occhi, azzurri e profondi, sono fissi sui miei, ma so che non è veramente qui. Ritorno a squadrare la scura sagoma, che ha però ricominciato ad allontanarsi. <<Come credevo. Ci incontreremo presto, Dama Nera.>> <<No, aspetta!>> Ma è troppo tardi.

Mi sveglio di soprassalto, sudata e confusa. Era solo un sogno? O qualcos'altro? Di nuovo quella misteriosa figura. Di nuovo la Dama Nera. Che cosa vuol dire tutto questo? Cos'è che voglio? Mi passo debolmente una mano tra i capelli spettinati, confusa e con la testa che pulsa dolorosamente. Sono su un largo letto, da sola. Ci metto qualche secondo a ripercorrere mentalmente gli ultimi avvenimenti. Hanna, devo trovare Hanna. Hvitserk ha detto che se ne sarebbe occupato, ma se le fosse successo qualcosa? Cosa potrebbe fare per lei? Più di me, sicuramente. Eppure... vorrei essere andata io stessa. Voglio assicurarmi che la mia unica amica stia bene. Se le dovesse succedere qualcosa...
Sbuffo, ma c'è qualcos'altro che mi provoca una morsa allo stomaco. Oddio. Mi tornano in mente i miei patetici singhiozzi di ieri sera, e il modo in cui mi sono mostrata vulnerabile con Ivar. Chissà che cosa avrà pensato di me.
Poi però rivedo il suo sguardo gentile e comprensivo, la sua voce dolce, l'abbraccio rassicurante, le carezze premurose. Non pensavo che sarebbe stato così. Non sembrava neanche lontanamente lo stesso ragazzo insopportabile ed arrogante di sempre. Era completamente una nuova persona. Sarebbe bello se fosse sempre così, tra me e lui... Ma cosa vado a pensare?

Mi riscuoto dai miei pensieri, decidendo di vestirmi e darmi una sistemata prima che entri qualcuno trovandomi in queste condizioni. Devo essere davvero orrenda. Mi domando dove sia Ivar, e che ore siano. Sbricio fuori dalla finestra e stupita mi accorgo dei colori sgargianti delle foglie, la maggior parte delle quali già si trovano a terra. È già autunno.
Come passa in fretta, il tempo.  Comtemplo il paesaggio per un altro po', respirando un po' di aria fresca e pulita, e mi sento subito meglio. Così decido di andare a fare una passeggiata nel bosco, finchè c'è il sole. Esco dalla stanza in punta di piedi, ricordandomi infelicemente di trovarmi in una casa sconosciuta, e di star morendo di fame. Faccio qualche passo alla cieca, facendo scricchiolare le assi in legno sotto i miei piedi. <<Ma allora sei ancora viva!>> Sobbalzo e mi volto in direzione della voce. Cloe, con in mano una grande pila di tessuti, mi guarda con un sorriso malizioso. <<Pensavo che Ivar ti avesse uccisa, in quella stanza>>. Sfoggio un sorriso falso, niente affatto felice di essermi fatta scovare senza neanche aver avuto l'occasione di mangiare qualcosa dalla cucina. <<Lui dov'è, approposito?>> le domando, per quanto vorrei non doverlo fare. Cloe mi fa sempre pesare i favori e le informazioni che le chiedo. Mi ha sempre creduto un'inetta. E un po' aveva ragione. Lei si lascia sfuggire una risata di scherno e mi guarda alzando un sopracciglio. <<Non dovresti saperlo tu?>> Mi trattengo a stento dal risponderle male e la fisso, implicitamente insultandola, e lei alza il mento, presuntuosa. <<È uscito con Floki qualche ora fa. Lo sapresti anche tu, se non avessi dormito oltre mezzogiorno.>> Le sorrido aspramente, e le faccio un cenno con la testa, passandole accanto. Forse riesco a liberarmene... <<Se cerchi l'uscita secondaria, è da quest'altra parte>> Mi immobilizzo, imbarazzata. Poi mi volto e tento di sorriderle, anche se in realtà sono parecchio infastidita. Si crede davvero così tanto superiore?

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora