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Ho davvero bisogno di comprare qualcosa di nuovo da mettermi.
<<Bleah.>> Borbotto mentre infilo la mia vecchia veste sopra a quella con la quale ho dormito questa notte. Ormai fa così tanto freddo fuori che non mi interessa quanto possa sembrare robusta e squadrata, devo indossare tutto quello che ho. Ovvero una vestaglia da notte, il vestito estivo datomi da Sami, un paio di ruvidi calzari e un abito stretto e scolorito che indosso da non so quanto.
Esistono dei negozi, da queste parti? Forse Ivar conosce qualche bottega a Kattegat, o che so io...

Ho appena finito di preparare le borse per la partenza, quella di Ivar e la mia, mezza vuota per tutto quello che ho messo addosso. Sbadiglio per l'ennesima volta, e mi lascio cadere stancamente sul letto.
Non ho quasi chiuso occhio questa notte. E non solo per la vicinanza di Ivar che come ci si potrebbe aspettare si è dimostrata un valido elemento di... distrazione, ma anche e soprattutto per l'imminente partenza. Non riesco a credere che dopo quasi due settimane passate qui, lasceremo l'accampamento.
E poi non riesco a mandare giù tutta la faccenda di Ivar, della sua misteriosa missione, del modo in cui è riuscito a convincere non solo Vardan e Mona, ma anche l'intero accampamento nemico a fare quanto diceva, alle sue ossa che potrebbero spezzarsi da un momento all'altro e soprattutto al fatto che non mi ha parlato mai, neanche una volta, di niente di tutto questo.

Lancio un'occhiata all'apertura della tenda, dove qualche minuto fa ho visto uscire Ivar per preparare i cavalli e mettere in chiaro le ultime cose con Vardan, o che so io. Ieri sera siamo stati davvero bene insieme, e lui sembrava così felice e a suo agio in mia compagnia, come se potesse finalmente lasciar cadere tutti i muri che si edifica intorno ogni giorno. Perché allora ha accuratamente evitato tutti gli argomenti che avrei voluto affrontare? Perché continua a nascondermi le cose?

Sbuffo per l'ennesima volta, poi mi tiro svogliatamente in piedi. È inutile rimuginare adesso, visto che mi aspettano parecchie ore di viaggio a cavallo e, conoscendo Ivar, tanto, tanto silenzio. Penserò a tutto più tardi.

Coprendomi con l'ultimo strato di vestiario che mi rimane, ovvero una pesante pelliccia di non so quale animale, esco fuori dalla tenda, stringendo in mano le due borse di cuoio, una pesante, l'altra leggerissima, e gioisco quando il freddo autunnale non mi provoca neanche un brivido. Allora coprirsi come un'ossessa funziona.

Mi guardo intorno, il sole è alto in cielo ma appare pallido, distante.
Come mi manca il caro vecchio clima mediterraneo.
L'accampamento sembra più vivace che mai. Nell'aria, tra i volti tesi di aspettativa e carichi di quiesiti irrisolti, si respira un'atmosfera di attesa e palpitazione, ma in un certo senso anche di sollievo. Non solo i banditi di Vardan non dovranno spostarsi, ma ben presto dovranno accogliere gli abitanti dell'altro accampamento che fino a qualche giorno fa gli erano nemici giurati.
Chissà come si metteranno le cose tra qualche giorno. Riusciranno a non uccidersi a vicenda? Rabbrividisco al ricordo della battaglia di appena qualche giorno fa, degli occhi iniettati di sangue, del dolore, delle urla di terrore.
Dopotutto, non mi dispiace così tanto ripartire oggi.

<<Lascia che ti aiuti.>>
Hanna, seduta ancora sull'umile letto ma già vestita, trasalisce accorgendosi della mia presenza. Poi però il suo volto si distende in un sorriso assonnato e annuisce lentamente. Chiudo l'apertura della tenda alle mie spalle, riparando la mia amica dalla fredda mattinata autunnale, e, sfilandomi la pelliccia dalle spalle, la aiuto a riordinare le sue cose per la partenza.

<<Ma cosa ti sei messa addosso?!>> Hanna scoppia a ridere di fronte alla mia imbottitura e io alzo le spalle, divertita a mia volta.
<<Non sopporto il freddo.>>

La aiuto a ripiegare l'ampia coperta che si è portata da casa di Bennson, domandandomi quando sarebbe stato il momento migliore per chiederle di Hvitserk, quando noto una serie di panni, non tutti femminili, accartocciati e gettati a terra senza cura.  Ma guarda te...
Hanna, dopo aver riposto la coperta nella borsa intercetta il mio sguardo, che subito la raggiunge, malizioso, e di colpo arrossisce.
Mi schiarisco la gola, reprimendo a stento una risata, e la fermo quando fa cenno di volersi chinare a riordinare. <<Faccio io.>>

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora