28

3.4K 170 16
                                    



<<Per fortuna stai bene! Iniziavo a preoccuparmi..>> Hvitserk mi corre incontro, entrando dalla sottile tenda all'ingresso. Il suo volto è pieno di sollievo, e si avvicina impaziente. Poi però sembra accorgersi del possente vichingo di fronte a me, e si ferma al centro della stanza.
Guarda confuso Bennson, che lo scruta dall'alto in basso con aria sprezzante e un cipiglio irritato, e si pone tra di noi, con fare protettivo, ma comunque non apertamente ostile. Rimango in silenzio, non sapendo bene come comportarmi di fronte a questa nuova apparizione, e lancio continue occhiate all'ingresso, aspettandomi che da un momento all'altro spunti anche Ivar.

Nell'aria rimane appeso un silenzio teso, interrotto da Hvitserk che mi sussurra preoccupato <<Hanna?>> <<è qui..>> La voce mi muore in gola, sono troppo agitata per dire altro mentre osservo i due uomini che tornano a guardarsi fisso, i muscoli tesi, come per capire se sono rivali o meno. Alla fine, grazie al cielo, Bennson sembra rilassare le spalle, e si rivolge a Hvitserk in modo piuttosto rude, ma non scortese. <<Il mio nome è Bennson, figlio di Ben Steningard. E tu forestiero, non ti presenti?>> Hvitserk apre la bocca per rispondere, ma un urlo acuto e raccapricciante glielo impedisce, e io, istintivamente, faccio un rapido slancio per raggiungere la stanza accanto. <<Hanna! Stai bene?>> La ragazza è sudata, affaticata, dolorante, ma annuisce lo stesso e mi sorride debolmente. <<Non ti preoccupare, mi succede spesso.>> Aggrotto le sopracciglia. Non so molto di gravidanze, ma so con certezza che non si hanno contrazioni dopo appena quattro mesi dalla concezione. Lancio uno sguardo interrogativo all'anziana signora, e lei scuote la testa preoccupata. Ma questo, a quanto pare, è l'ultimo dei miei problemi.

<<Ma allora sei tu!>> Nel correre mi si è sfilato il cappuccio, e solo ora mi accorgo dei miei lunghi capelli neri che, stretti in una treccia, fanno capolino da sotto il manto. Bennson mi fissa, gli occhi iniettati di sangue e al tempo stesso trionfanti, come quelli del carnefice che si ritrova davanti la vittima che gli era sfuggita dalle mani.
Hvitserk ha un attimo di esitazione, non aspettandosi quel cambio repentino di atteggiamento, e si fa avanti, mentre vede la rabbia montare sul grosso volto del rude vichingo. Hanna mi lancia sguardi confusi e spaventati. <<V-vi conoscete?>> balbetta a fatica. Ma non riesco a risponderle. Sono incatenata dallo sguardo di Bennson, freddo, sanguineo, affamato, mentre rimane in piedi nel salotto davanti alla porta della stanza di Hanna. Ringrazio il cielo della distanza che c'è tra di noi, e delle spalle di Hvitserk che mi fanno da scudo. Quando l'uomo fa un pesante passo nella nostra direzione mi sento mancare. È così alto e robusto, che Hvitserk in confronto appare pienamente per quello che è: un ragazzo di appena diciannove anni.

Bennson ci raggiunge, e finisce a qualche centimetro da Hvitserk, faccia a faccia. Il ragazzo non indietreggia. <<Spostati. Voglio guardarla bene.>> ringhia tra i denti. Ma non ha bisogno di vedermi meglio. Sa esattamente chi sono. <<Non ce n'è bisogno. Stavamo per andarcene.>> Hvitserk, davanti a me, lancia uno sguardo ad Hanna, che si mette faticosamente a sedere, preoccupata e speranzosa al tempo stesso. L'anziana signora si fa avanti per aiutarla. <<Ferme!- sbraita Bennson- Dove credete di andare??>> Avverto un nodo in gola, e fatico a respirare ma parlo comunque. <<Ci prendiamo Hanna come abbiamo stabilito.>> Mi stupisco della fermezza della mia voce, ma il coraggio svanisce in fretta. Il vichingo ghigna sprezzante. <<Lo abbiamo stabilito quando non sapevo chi fossi. Adesso lo so. - si lascia sfuggire una risata amara, crudele; la ceca rabbia dell'umiliazione dipinta negli occhi saettanti - Pensavi di potermi ingannare?? Di portarmi via la schiava e tenere stretta la vita? Tu sporca schiava, come osi chiedermi->> <<Non è lei che te lo chiede. Sono io.>> La voce di Hvitserk suona innaturale alle mie orecchie, autoritaria e decisa.

<<Tu?? E chi saresti tu?>> <<Hvitserk, figlio di Ragnar Lothbrok.>> l'uomo lo guarda incredulo, il sorriso gli scivola dal volto lasciando spazio a un'espressione che non riesco bene a interpretare.
Passa qualche attimo di silenzio, in cui Bennson scruta il ragazzo da capo a piedi, esaminando attentamente i suoi abiti e il suo volto. Poi ci stupisce tutti, pavoneggiandosi in un rigido inchino. Quando Bennson parla, la sua voce è piena di scherno. <<Oh Ragnarsson, perdona la mia impudenza, maestà. Che sconsiderato sono stato, trattare così la schiava di un figlio del grande Ragnar...>>
Poi scoppia a ridere e noi tutti lo fissiamo confusi. Per un attimo, mi sembra di presagire come in un lampo quello che sta per succedere. Non sono stupita quando il suo volto si scurisce di determinazione. Fa un passo in avanti , dando per un attimo l'impressione di voler colpire Hvitserk. Ma non è così.

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora