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Oddio. Che. Caldo.
Tengo gli occhi chiusi mentre mi tasto la fronte, grondante di sudore. Poi mi copro la faccia, gli occhi ancora serrati dal sonno. Questa luce é troppo forte.
<<Alzati.>> eh? <<So che sei sveglia!>>
Quella voce...
Spalanco gli occhi e me ne pento subito dopo.

Ma da quando il mondo è così luminoso?

Impiego qualche attimo prima di riabituarmi all'illuminazione artificiale, e ancora di più a mettere a fuoco la figura davanti ai miei occhi. Adesso mi da le spalle, ma è ancora ad appena qualche metro da me. Sistema i libri sulla scrivania, poi si volta scocciata nella mia direzione e io sobbalzo.
<<Allora? Non ci vieni al mare con noi?>> Mamma.
<<Mamma!>> mi alzo così in fretta che la vista mi si appanna per un attimo e le gambe si fanno instabili. Ma non mi importa. Salto al collo di mia madre e quasi mi metterei a piangere dalla felicità. <<Cosa ti prende adesso? Ti senti male?>> borbotta mia madre, ma ricambiando confusamente l'abbraccio.
Mi asciugo le lacrime di soppiatto prima di guardarla negli occhi, poi scuoto la testa freneticamente.
<<Non mi dire che sei così impaziente di andare al mare? >> Mi scruta piena di sospetto. <<È per quel giovane bagnino con il quale hai parlato l'altro giorno, non è così?>>
Scoppia a ridere, civettuola, e io non posso fare a meno di fare lo stesso. <<Sbrigati, tra dieci minuti usciamo. Tuo padre e tuo fratello sono già pronti da un pezzo!>> <<Va bene va bene, mi sbrigo!>>
È da così tanto che non vado al mare! Chissà se c'è anche Sarah...
Rimugino mentre mi preparo, tra le urla eccitate del mio fratellino. Sorrido istintivamente, presa da una forte nostalgia, ma poi rimango immobile, lo stomaco contorto. C'è qualcosa...
Mah, sarà la fame.

<<Io sono pronta, possiamo andare.>> Istintivamente, non appena li vedo, stringo in un forte abbraccio prima mio padre, poi il mio fratellino. Non so perchè, ma sono particolarmente entusiasta di vederli.
<<Andiamo.>> Ripete mia madre, e la seguiamo allegramente in garage. Che caldo! Mi sembra di soffocare.
<<Che aspettate? Salite in macchina>>
Sbatto le palpebre un paio di volte, ma mi sento confusa. Sarà il caldo... Penso, ma non sono del tutto convinta. C'è qualcosa che non torna in tutta questa situazione, che pure mi pare stranamente familiare.
Alla fine scrollo via le preoccupazioni, dicendomi che fanno trenta gradi all'ombra e sono sveglia da appena dieci minuti, quindi essere rimbambiti è lecito. Ma quando mi sistemo in macchina, vicino al mio fratellino, e mio padre mette in moto mi verrebbe voglia di urlare.
Aiutooooo.
Perché va così veloce?? Mi sembra di stare per rigettare tutta la colazione che non ho mangiato.
Ma non impiego molto ad accorgermi che il problema è solo mio, perché la mia famiglia sembra completamente a suo agio. Sono abituati a viaggiare in questo modo, e anche io dovrei esserlo.
Perché allora non lo sono? Cos'ho che non va oggi?
Chiudo gli occhi e cerco di farmi forza fino alla fine del viaggio, e che inferno! Quando arriviamo vorrei baciare la terra, o meglio, la sabbia. Ma non sarebbe molto igienico, né piacevole da guardare, quindi evito.

<<Alice!>> Mi volto, chiamata da una figura familiare che allegramente mi corre incontro. Sarah. Fa un cenno di saluto ai miei, poi mi lancia un'occhiataccia, prendendomi sottobraccio. <<La solita ritardataria!>> <<Sgridala per bene Sarah!>>
Scherza mia madre prima di sparire dalla mia visuale, mentre seguo impettita la ragazza che mi trascina sulla sabbia. Poi si ferma all'improvviso vicino a una cabina, e si volta verso di me, lo sguardo critico ma vivace mentre mi aggiusta freneticamente la pettinatura, buttando un ciocca ora qui, ora là.
<<Perfetto... Guardalo! Ti sta aspettando!>> <<Eh? Ma chi?>> <<Shhh, vai!>>
E prima che abbia il tempo di anche solo capire in che luogo dell'emisfero settentrionale mi trovi, mi ritrovo davanti a un paio di occhi castani, che mi osservano rilassati.
<<Ti aspettavo.>> È tutto quello che il ragazzo dice, e io sorrido, nervosa.
Dovrei sapere chi è questo?
Mi prende la mano, e io arrossisco, tentata di strappargliela via. Ma non sarebbe educazione, e in questo momento non ho le forze per sopportare l'imbarazzo che ne conseguirebbe. Certo che è carino...
<<Perché non dici niente?>> Mi guarda interrogativo, e io vorrei sotterrarmi. Che dovrei dire a un tipo che non ricordo neanche chi sia?
Ragiona Alice, ragiona. Sa il tuo nome, e a quanto pare anche Sarah è a conoscenza della sua esistenza. Lancio uno sguardo al suo abbigliamento, e indovino che si debba trattare del bagnino di cui parlava mia madre.
Ma perché non riesco a ricordare?
<<Ehi, stai bene?>> Con il braccio mi circonda la vita, e ho un moto improvviso di irritazione. Chi si crede di essere?
Mi stacco bruscamente, e lui sussulta.
<<Che ti prende?>> Oh signorino, vorrei saperlo tanto anche io. Ma tu, chi diamine sei? Vorrei urlargli, ma non lo faccio. Sembra un bravo ragazzo.
<<Vuoi rimangiarti quello che mi hai detto ieri? È così?>> Eh? Che ti avrei detto io?
Mi schiarisco la voce e vorrei darmi una mazzata in testa da sola. È così carino questo ragazzo, e sembra tenerci a me. Ma perché non provo niente? Mi sforzo, ancora e ancora, ma non ricordo assolutamente nulla. Che ho fatto ieri?
<<No, non è così!>> sbotto, senza sapere di cosa parlo. Sembra sollevato.
Sorride. <<Mi sembri diversa oggi.>> <<In che senso?>> <<Non lo so, solo diversa.>>
Sembra di nuovo triste. Che ragazzo sentimentale! Mi sembra di poter leggere tutte le sue emozioni. È completamente l'opposto di Ivar, in questo. Ivar.
<<Ivar??!>> urlo all'improvviso, e il ragazzo mi guarda come se fossi matta. E probabilmente lo sono.
Mi volto in direzione del mare, e mi sento affogare. Ivar. Come ho potuto dimenticare? Ma allora sono tornata a casa? È finita? Non lo rivedrò mai più?? L'acqua mi scorre sul volto.
Prima di accorgermene annaspo, l'aria non riesce a raggiungere i miei polmoni, tossisco. Sento delle voci attorno a me, persone che chiamano il mio nome, e vedo i volti dei miei familiari. Lividi, terrorizzati. Sono completamente bagnata e non mi muovo, stesa sulla sabbia. <<Alice?! Alice svegliati!>>

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora