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<<É vero quello che dicono?>>
<<Oh mio dio Hanna mi hai fatto prendere un colpo!>>
Con le mani ben piazzate sui fianchi e la pancia stranamente più grande di come la ricordavo, considerando che l'ultima volta che l'ho vista é stata appena qualche ora fa, Hanna mi scruta sulla soglia della porta spalancata, in attesa di risposte.

Mi metto a sedere sul letto, sbuffando.
<<E io che volevo dormire un po' dopo tutte quelle cosce di tacchino che ho mangiato...>>
<<Allora?>>
<<Allora cosa?>>
<<É vero quello che dicono?>>
<<Ma che dicono chi? E cosa?>>
Hanna alza gli occhi al cielo, alla soglia di una disperazione raggiungibile solo dalle donne incinta.
<<Le altre serve! Dicono che Lagertha in persona ti insegnerà a combattere.>>
<<Ma che pettegole!>>
<<Senti chi parla!>>
<<Ehi!>>
<<Allora è vero?>>
<<Sì, è vero.>>
Hanna si siede accanto a me sul letto.

<<Lei... Com'è di persona?>>
<<L'hai vista pure tu>>
<<Sì, ma tu ci hai parlato, no? Come ti è sembrata?>>
<<É stata... gentile. Più di quanto mi sarei mai aspettata, comunque.>>
<<E come potevi aspettarti di più? Chissà quante cose negative ti avrà detto Ivar sul suo conto!>>
<<Non è vero! Ivar non mi ha mai parlato di Lagertha. Non più di tanto, almeno.>>
Fosse quella l'unica cosa della quale non mi ha parlato...
<<Ma scusa, Ivar non la odia? Perché ti fa passare del tempo con lei allora?>>
Ecco, appunto. Scuoto la testa, scontenta.
<<Non ne ho idea..>>
Mi sfugge un sospiro, e mi ributto scompostamente sul letto.

<<É così difficile fidarsi di me?>>
<<Ma non dire sciocchezze, Alice. Non sei tu.>>
<<E allora cosa è?>>
Hanna si lascia andare al mio fianco, esausta anche lei.
<<Forse per lui é difficile fidarsi. O forse non vuole farlo.>>
<<Che vuoi dire?>>
Hanna alza le spalle, perplessa quanto me.
<<Forse ha qualche buona ragione per non farlo... Cavolo, il tuo letto é comodissimo. Potrei restarmene qui tutto il giorno.>>
<<Scommetto che il letto di Hvitserk è ancora più comodo...>>
La mia amica socchiude gli occhi, sognante.
<<Poi raccontami come va, con Lagertha.>>
<<Va bene, va bene.>>
<<Ahhh, beata a te che puoi parlarci!>>
<<Se fossi rimasta a pranzo ci avresti parlato anche te!>>
E magari sarei stata meno in pena.
<<E poi, perché ti importa così tanto?>>
Hanna riapre gli occhi, lanciandomi uno sguardo sbieco color azzurro cielo.
<<Dimentico sempre che non sei di qui.>>
Si mette più comoda nel letto, poi continua.
<<Vedi, non so come tu sia cresciuta, o cosa ti raccontavano la sera attorno al fuoco o prima di andare a dormire. Ma qui, a Kattegat, non si faceva altro che parlare di Ragnar e della sua incredibile sposa Lagertha, la Shield Maiden.>>
<<Questo... Prima della madre di Ivar?>>
<<Sì, prima della madre di Hvitserk.>> Precisa, e istintivamente alzo gli occhi al cielo, divertita.
<<Ho sempre voluto essere come lei.>> Confessa qualche istante dopo. Ha lo sguardo perso nel nulla, e un'aria malinconica che non sono abituata a vederle indossare.
<<Libera, forte, coraggiosa.>>
Sospira.
<<Ma tu lo sei già.>>
Gli occhi della mia migliore amica raggiungono i miei, e li scopro velati di lacrime. Mi si stringe il cuore.
<<No. Non sono Libera.>>
<<Sì invece. Ricordi? Non sei più proprietà di nessuno.>>
<<Sono sua.>>
Sussurra delicatamente, così piano che ho paura di essermelo immaginato. Ma ecco che le sue mani raggiungono il ventre rigonfio e vi si soffermano con un fremito. Una lacrima solitaria attraversa il volto pallido, ma lei subito se la strofina via con forza, tirando su con il naso.

<<Non fraintendermi, sono felice di avere questo bambino. Davvero. E sono felice di aver trovato un uomo giusto e onesto come Hvitserk. Ma, a volte... Mi chiedo se le cose fossero state diverse dall'inizio. Chi sarei adesso?>>
Un'enorme tristezza mi pervade al suono della voce flebile e spezzata della mia amica, sempre positiva, sempre allegra.

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora