Mano nella mano, gocciolanti e freddi come ghiaccioli rientriamo nella caverna.
Mamma mia quanto si è fatto buio. Come mi è venuto in mente di uscire tutta sola?
<<Hai fame?>>
<<Sto per svenire. Abbiamo il camemoro?>>
Ivar ridacchia, scuotendo la testa, e mi rendo conto solo adesso che siamo ormai a riparo dalla pioggia, nell'umida grotta riscaldata appena dalla presenza di un piccolo fuocherello.
Grazie al cielo non hanno chiesto a me di accenderlo.Il mio stomaco borbotta e sospiro, ripensando nostalgica alla mia calda tenda dell'accampamento, all'odore della carne appena abbrustolita e alle cene passate a fissare il fuoco dei falò, intenso e scoppiettante.
<<Mmm... ma non è che Vardan vi ha dato un po' di cacciagione?>>
Ivar ridacchia divertito, esagerando il suo stupore.
<<Ma come? Non eri forse tu a dire che non è carino mangiare "piccoli e innocenti coniglietti?">>
Avvicina il volto al mio, un luccichio di divertimento negli occhi e io arrossisco, riuscendo a stento a trattenere un sorriso.
<<Certo che non è carino!- mi schiarisco la voce, abbassandone il tono- Però certe cose, per quanto spiacevoli, vanno fatte....Per la sopravvivenza.>>Ivar scoppia a ridere, stringendo più forte la mia mano e io mi unisco con gioia a lui, senza accorgermi delle scarpe cigolanti, i vestiti inzuppati che si attaccano fastidiosamente alla pelle e i capelli che mi sgocciolano sulla schiena.
Hvitserk e Hanna ci guardano come se fossimo impazziti.
Ma non ci faccio molto caso. Tutta la mia attenzione è concentrata sul contatto caldo della sua mano nella mia, sulle sensazioni che la sua sola risata mi provoca, su tutto di lui e le parole che mi ha detto poco fa. Fa un passo verso di me, tanto che riesco quasi a sentire il suo respiro riscaldarmi le guance e mi manca l'aria e-
<<Venitevi a coprire, voi due! Prima che vi ammaliate!>>Interrotto il contatto con Ivar e lasciandomi del tutto prima di potere decisionale, Hanna mi trascina a sè con la veemenza che solo una madre che rimprovera aspramente il figlio dopo una delle sue bravate può avere, e con ardore mi getta una pelliccia sulle spalle, strofinandomi energicamente le braccia per riscaldarmi.
<<Sei davvero un'incosciente...>> Borbotta tra sè e sè, poi mi guarda severamente, un'ombra di preoccupazione sulla fronte aggrottata.
<<Va tutto bene Hanna.>>
Sbuffa.
<<Sì, vediamo come stai tra qualche giorno...>>
Alzo gli occhi al cielo.
<<Starò alla grande, vedrai.>>E come per dare una dimostrazione pratica della mia sicurezza mi alzo in piedi e, approfittando della distrazione di Hvitserk e Ivar che ci danno le spalle, mi sfilo rapidamente i panni più bagnati stendendosi per farli asciugare più in fretta e prendo in prestito una delle pellicce da notte, asciutta e confortevole come nient'altro da queste parti.
Ah come mi manca il mio caro vecchio letto.<<Vedi? Già sto meglio.>>
Hanna alza gli occhi al cielo, ma poi si siede accanto a me, il volto più rilassato e un sottile sorriso sulle labbra.
<<Mmm non so se ti credo...>>
<<Dovresti. E starò ancora meglio una volta mangiato.>>
Hanna ride, scuotendo la testa mentre Hvitserk e Ivar ci raggiungono attorno al fuoco, le poche provviste prese dall'accampamento disposte per essere riscaldate.
<<Non avevo dubbi.>>....
Ho la schiena a pezzi, i capelli umidi e i vestiti sporchi e spiegazzati quando mi sveglio dopo un sonno fin troppo breve e alquanto insoddisfacente. E avrei dormito ancora un altro po' se il sole non avesse deciso di inondare la grotta, scintillando vigorosamente come se non avesse diluviato appena qualche ora fa.
<<Buongiorno>>
Strizzo gli occhi per la forte luce e vago con lo sguardo per la grotta finché non incontro il volto familiare della mia amica.
<<Buongiorno Hanna.>>
Mi lascio andare ad un ultimo sbadiglio e scosto la mia pelliccia coperta prima di alzarmi in piedi ed ispezionare la condizione dei miei vestiti. Dovrebbero essere asciutti a questo punto.
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...