Una volta ancora mi ritrovo a vivere una situazione talmente assurda da non rendermi bene conto di cosa mi accade attorno. Rimango in una sorta di trance mentre Hanna mi aiuta a mettere in una sacchetto di cuoio tutti i miei averi (qualche vestito-straccio principalmente) sotto lo sguardo severo di Sami. Poi quest'ultima ci lascia per qualche attimo da sole e io guardo sconsolata la mia amica. <<Oh Hanna! Non voglio andarmene!>> la stringo in un abbraccio ma lei mi allontana per guardarmi negli occhi. I suoi sono lucidi e mi accorgo che si sta trattenendo dal piangere. <<Ma Hanna... ci rivedremo, no?>> Lei lascia sfuggire un singhiozzo ma non mi risponde. Piuttosto mi da una pacca e mormora <<Sei stata la mia prima e unica amica. Non ti dimenticherò >> La guardo confusa e spaventata. <<Perchè parli come se non ci rivedremo mai più? Hanna? >> Ma lei non mi sta più guardando e Sami è tornata nella stanza per trascinarmi via. Mi domando se quella sia l'ultima volta che vedo quella ragazza dolce e sfacciata, l'unica che era stata gentile nei miei confronti, tra tutti gli sguardi ostili e discriminatori.Prima di prenderne pienamente coscienza, vengo accompagnata da un paio di ragazze alla mia nuova residenza, nonchè nuovo posto di lavoro. Scruto le due schiava davanti a me e cerco di fare conversazione. <<Anche voi lavorate per... ehm, i figli del re?>> Nessuna risposta. <<Però... non è un lavoro così brutto... vero?>> Ancora niente. << Immagino non siate dell'umore di fare conversazione anche se... dove dormirò? E di cosa dovrei occuparmi durante le giornate? Ah e di notte non dovrò mica->> vado a sbattere il mento contro una delle due ragazze che, con aria spazientita, si è fermata di colpo voltandosi nella mia direzione. <<Smettila di scherzare, straniera. Tu non sei come noi, noi non vogliamo saperne niente di te.>> mi sbotta a due centimetri di distanza. Okay, sono davvero confusa. Che ho fatto di male per meritarmi l'astio di questa estranea? Rimango a bocca aperta,non sapendo cosa dire, e fisso il volto della giovane che ha parlato. Dovrebbe avere qualche anno in più di me, forse quattro. L'altra invece sembra molto più piccola, deve avere più o meno 15 anni, ma non si volta a guardarmi. La prima ragazza invece continua a guardarmi, ma in modo diverso: la rabbia e il disgusto hanno lasciato il posto a ... pietà? Perchè mi sta fissando in questo modo? Ma appena me ne rendo conto, lei si volta di nuovo <<Sbrigati. E stavolta fai silenzio.>>
Eseguo gli ordini sentendo contorcermi lo stomaco per il nervosismo. Potrebbe andare peggio di così?
.....Non credevo sarebbe mai successo, ma rimpiango fortemente casa di Sami e tutti quei sfiancanti lavori che mi costringeva a fare, minacciando di non sfamarmi se non li avessi svolti a dovere. Sono arrivata da almeno un paio di ore. Le due ragazze mi hanno guidato, attraverso una porta secondaria, all'interno di una piccola stanza, non troppo buio nè troppo sporca, che però amplifica ampiamente il mio sentimento di solitudine. Mi hanno rinchiusa qua, tutta sola nella penombra, senza darmi alcuna istruzione se non un freddo e meccanico : <<Torneremo prima di cena a prenderti>>.
Sono confusa. Non avrebbero dovuto mettermi a lavoro? Perchè mi lasciano qui a riposare? La stanza è più piccola di quella che avevo prima, ma penso che stavolta la occuperò da sola dal momento che è presente solo una brandina. In realtà, in confronto a quella che dividevo con Hanna e le altre ragazze, questa è quasi di lusso. Le trattano bene le loro schiave, questi vichinghi reali. Non ho niente da fare dal momento che impiego meno di dieci minuti a sistemare le mie cose. La stanza è pulita e praticamente vuota. Inizio a muovere i pochi oggetti per sentirmi più a mio agio: a terra c'è un tappeto fatto di pelle di non so cosa che puzza alquanto, quindi lo metto vicino alla finestra, indecisa se sbarazzarmene del tutto. Ci sono candele, e piccoli oggettini di ferro che non ho idea cosa siano. Mi butto fiaccamente sulla brandina, e mi fermò a riflettere. Che piani ha per me Ivar? Mi ucciderà davvero? O mi ha fatto semplicemente venire qui per rendermi la vita un inferno?Alla fine mi addormento e tocca alle due ragazze di prima svegliarmi. Come prima cerco di fare qualche domanda. Che devo fare? Perchè ho una camera singola? Perchè non rispondevano a nessuna delle mie domande? Poi si è avverato il mio peggior incubo. Le due ragazze iniziano a slacciare i lembi della mia umile e sgualcita veste, e mi spogliano. Sono estremamente imbarazzata, anche se loro non riescono proprio a capire perchè. Lì è normale per una schiava che il corpo nudo sia visto e usato da chiunque voglia. Protesto un po', ma una delle due ragazze perde la pazienza e esce dalla stanza borbottando. <<Non capisco proprio cosa ci guadagno io a vestire una come quella là. Prima sparisce meglio è>> Alzo le sopracciglia sorpresa e , sotto sotto, anche un po' divertita. Cos'ha quella tipa contro di me? <<esagerata>> mormoro tra le labbra, ma l'altra ragazza, quella più grande, ignora il mio commento è riprova a vestirmi. <<Non posso vestirmi da sola?>> sbuffo io. Lei mi fissa, prima di lasciar cadere la veste sulle mie ginocchia, per poi voltarsi. Colgo e apprezzo il messaggio, e mi vesto rapidamente. La nuova veste è un abito color azzurrino, quasi bianco sporco, largo e non bellissimo, ma che sembra nuovo ed è proprio della mia taglia. Non mi piace però, potrebbe attirare sguardi da parte degli uomini, che ti fissano anche se indossi un sacco di patate. <<Perchè non posso andare vestita come prima? >> chiedo alla ragazza, ma come al solito non ricevo alcuna risposta. <<Cos'è ti hanno tagliato la lingua?>> sbotto infastidita dal suo silenzio. Lei mi fissa impassibile, ma poi, finalmente, mi risponde.<<No, ma se continui a parlare cosìtanto la taglieranno a te>> Ah, quindi sa parlare, e non è neanche molto gentile! La guardo, ma non vedo cattiveria nei suoi occhi. Anzi, mi viene naturale provare un certo grado di simpatia nei suoi confronti. <<Io sono Alice , comunque >> <<Lo so>> è la sua risposta. Alla fine mi guida lungo un corridoio nel quale sono disposte varie schiave, ordinatamente come se fossero oggetti. Man mano che procediamo sento delle voci, maschili per la maggior parte, che si fanno sempre più forte. Deve essere la cena della famiglia del re. Deglutisco, non sono pronta a rivedere Ivar. Cosa mi succederà?
La ragazza davanti a me si ferma e mi prende per il braccio, poi mormora <<Vai quando ti dico io>>. Il suo tono è autoritario e io mi ritrovo ad annuire. Intanto inzio a distinguere le voci dietro a questa specie di .. paravento? Separè? Non saprei come chiamarlo. << Hai ragione Bjorn, è tempo che espandiamo i nostri orizzonti. Credo che verrò con te>> la voce è di un uomo adulto, profonda e controllata. <<Io ci devo pensare su>> È Hvitserk a parlare, e mi ritrovo a provare un moto di affetto nei suoi confronti. In un certo senso lui è Hanna sono gli unici amici che ho qui. <<Non ti sforzare troppo, fratello>> ed ecco i brividi causati dalla voce giovanile e arguta di Ivar senz'ossa. Il ragazzo che vuole uccidermi. Una risata segue il suo commento, ma Ivar non ha finito di parlare. << Ah quasi dimenticavo Hvitz! Ho una sorpresina per te!>> Ivar è divertito, questo è chiaro. <<Per me?>> Il ragazzo è perplesso e così sono io. <<Chi altri? >> chiede ironicamente Ivar a un Hvitserk sempre più confuso. Poi però le cose cambiano, la ragazza che mi ha accompagnato qua ha ricevuto un cenno da una donna spuntata alla mia destra, e mi sento trascinare da due paia di mani nel mezzo della stanza, dietro al separè. Hvitserk mi guarda scioccato , Ivar invece ha occhi solo per lui. Lo sguardo gli brilla di divertimento e scherno <<Oh, eccola!>> Il suo sguardo glaciale si posa sul mio, in un ghigno malefico, e mi fa cenno di avvicinarmi. Io, intimorita, decido che è meglio non farlo arrabbiare, perciò eseguo. Ora sono a due passi da lui , che si alza con l'aiuto di un bastone. <<Allora, non sei contento?>> Hvitserk ha lo sguardo da assassino, e impiego un attimo per capire perchè quando sento il braccio del ragazzo accanto a me posarsi sulle mie spalle. Il mio corpo viene attraversato da milioni di brividi, non gli ero mai stata così vicina prima d'ora. <<C-che cosa ci fa lei qui?>>
chiede Hvitserk avvicinandosi sempre più sorpreso e confuso. Ivar ride e facendomi il solletico al collo per la vicinanza. <<Ma come cosa ci fa lei qui? Non è chiaro forse? >> Mi prende il volto con le mani e sorride malignamente fissando il fratello. <<È la mia nuova schiava personale.>>
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...