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<<Alice!>> Una voce calda e dolce mi riscuote dal sonno, e vengo inondata da una luce improvvisa. Apro gli occhi infastidita e mi ritrovo davanti Hvitserk, sorridente anche se visibilmente stanco. Mi passo una mano sul volto, mentre i ricordi di ieri si fanno strada nella mia mente confusa. <<Dovevi proprio svegliarmi così presto?>> <<Presto? Ma se sono passate ore dall'alba!>> Ridacchia a suo agio, la voce pacata ma comunque più acuta del solito. Mi guardo attorno e impiego qualche attimo prima di riconoscere la tenda affidata a me e ad Ivar. Ivar... Arrossisco al ricordo di ieri sera e mi domando di cosa abbiamo parlato, prima che mi addormentassi. Non riesco a ricordare un accidenti.
Capisco anche che deve essere stato lui a chiudere accuratamente la tenda, così che non vi filtrasse alcuna luce. Che strano... penso tra me e me. Si lamenta sempre che mi sveglio tardi e poi si preoccupa affinché nessuno mi svegli. Mi lascia dormire apposta per potermi sgridare dopo?

Mi riscuoto dai miei pensieri, accorgendomi solo adesso che Hvitserk ha iniziato a parlare. Stupida Alice. <<Ehm...potresti ricominciare da capo? Non ragiono bene, appena sveglia>> <<Hanna si è svegliata!>> scatto in piedi e boccheggio, mentre cerco in giro le mie scarpe. Ma che fine hanno fatto? <<Lohir dice che starà bene, anche se ha bisogno ancora di qualche giorno di riposo prima di poter partire. Quindi penso che dovremo rimanere ancora per un po' qui, almeno finché non sarà in grado di sopportare il viaggio->> Ma dove sono?<<Anche il bambino sembra stare bene e... mi stai ascoltando?>> <<Si...>> E poi, chi è che me le ha tolte? Non mi ero forse addormentata con quelle addosso? <<...e naturalmente ha chiesto di te. Vuole vederti.>> Eh? <<Il bambino vuole vedermi?>> <<Ma no, Hanna!>> Trovate! Scoppio a ridere, trionfante, mentre indosso le scarpe ed esco di corsa dalla tenda. <<Grazie Hvitserk!>> Lo sento ridere a sua volta, e sfreccio in direzione della mia amica.

Corro tra le tende e gli sguardi di sconosciuti, alcuni infastiditi dalla mia fretta, altri curiosi. Non sono ancora del tutto lucida però, quindi mi fermo un attimo per riprendere fiato e capire dove mi trovo. Mi guardo attorno, leggermente confusa. Ma dove è finita la tenda di Hanna? Possibile che si sia spostata durante la notte? Quando riconosco una figura familiare venirmi incontro, ringrazio il cielo per la mia fortuna.
Il giovane medico dell'accampamento, Lohir, dal corpo esile e lungo ma il volto delicato e cordiale, mi fa un timido cenno di saluto, indicandomi poi la direzione giusta per la tenda di Hanna. Con un ultimo slancio ricco di entusiasmo scosto parte del pesante tessuto per entrare nell'ampia tenda. <<Hanna!>> grido con un sorriso stampato in faccia e un aspetto terribile per il lungo sonno, e rimango a bocca aperta nel ritrovarmi davanti la figura alta e slanciata di Vardan.

È in piedi, vicino al letto di Hanna, dove la mia amica sembra intenta mangiare qualcosa. Non appena mi vede le si illuminano gli occhi, sorpresa ma felice. Vardan invece mi fissa divertito, squadrandomi dall'alto in basso con quell'aria elegantemente imponente e sfacciata. <<Buongiorno Nessuno>> sorride, passandosi una mano sul mento, carezzandosi il sottile strato di barba. Poi sorride, e mi accorgo che gli compaiono delle fossette su entrambe le guance. Continua: <<O forse dovrei dire buon pomeriggio>>
Che simpatico.... alzo gli occhi al cielo, infastidita dal rossore apparso sulle mie guance, e con sollievo mi accorgo che si è alzato per andare via. Mi avvicino ad Hanna, ma tengo lo sguardo puntato su Vardan, in parte incuriosita, in parte ipnotizzata dai suoi gesti lenti e sicuri. Perché é venuto qui? Neanche la conosce Hanna.
Prende in mano un enorme oggetto, che sembrerebbe essere un miscuglio tra un arco e una balestra, ma più rudimentale. Lo fisso allibita: <<Cosa hai intenzione di fare con quello?>> Una luce di leggero stupore misto a curiosità si fa strada nel suo sguardo. Come un lampo però sparisce subito dopo, lasciandomi con il dubbio di essermelo immaginato. <<Dimenticavo che sei straniera, naturalmente. Non usate forse armi del genere, dalle tue parti?>> Arrossisco, stavolta non per l'imbarazzo. E adesso che mi invento? Come cacciano i cristiani in quest'epoca? << Ehm.. no in effetti no.>> Ed ecco che torna la curiosità, e so che vorrebbe domandarmi ancora, anche se non lo da a vedere. Lo capisco dal modo in cui esita, quando una voce fuori dalla tenda lo chiama. Vardan non è il tipo che solitamente esita, e mi è bastata appena qualche ora in sua compagnia per capirlo. Alla fine però cede, e il volto di distende. <<È ora della caccia>> esclama all'improvviso soddisfatto allegro, e fa per uscire dalla tenda quando una domanda mi sorge spontanea...
<<Aspetta!>> si volta e mi osserva, inarcando il sopracciglio. Leggermente intimidita dal suo sguardo mi schiarisco la voce, poi domando. <<E Ivar? Dov'è?>> Alza gli occhi al cielo. <<Non lo so - con un gesto fulmineo si sistema i lunghi capelli, dandomi le spalle, poi continua all'improvviso freddo- ... e, francamente, non mi interessa.>>
Infine, senza più guardarmi, esce a passo sicuro dalla tenda, come a tempo di musica.

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora