Il tempo vola come non mai. Non faccio neanche in tempo a iniziare a digerire la notizia che mi ritrovo a prepararmi col batticuore, tra le mie compagne emozionate e rumorose, fissando il cielo diventare sempre più scuro. Tra poco è ora di andare. Tra poco non sarò più la stessa. <<Alice>> mi volto sobbalzando, sono un fascio di nervi. Quando appuro che si tratta solo di Hanna lancio un sospiro di sollievo e sento l'istinto di correre ad abbracciarla per un po' di conforto. Mi trattengo però, e lei si avvicina con un sorriso timido <<Posso darti una mano con i capelli?>> Annuisco senza parlare, perchè so che se lo facessi la voce mi tremerebbe. <<Allora... sei pronta?>> Le lancio un'occhiata intensa <<ti sembro pronta?>> inizio ad agitare la gamba nervosamente e per un attimo mi pento di averle risposto così. Lei però non ci fa caso, anzi , la sento ridacchiare. <<Credimi, siamo tutte agitate la prima volta. Tu però mi sembri troppo agitata. Sei sicura di stare bene?>> Scuoto la testa <<Sto bene... è solo che...>> Lascio la frase in sospeso e lei mi fissa interrogativa <<...Che?>> <<Che...>> fisso i miei occhi scuri nei suoi grigi e mi salgono le lacrime agli occhi. <<Non voglio andarci!!>> quasi mi metto ad urlare piagnucolando, e la mia amica si mette sorprendentemente a ridere. Macchè a ridere... si sta proprio sbellicando dalle risate. La fissò torva tra le lacrime, e quando si riprende si scusa <<non volevo riderti in faccia, ma sei davvero buffa. Ah-ah-ah Infondo si tratta solo di un lavoro come un altro... non pensarci più di tanto e vedrai che potresti anche ...divertirti>> mi fa un'occhiolino divertito e io la guardo fingendomi scandalizzata. Poi mi volto e lascio che mi acconci i capelli. Solo dopo un attimo mi schiarisco la voce e le domandò, cercando di suonare il più penosa possibile <<Non è che...potresti andare te al mio posto?>> Lei sospira <<credimi... mi piacerebbe, ma purtroppo lavoro da un'altra parte>> Sorvolo sul fatto che ha appena affermato che le piacerebbe e mi metto ad ascoltare attentamente le direttive che ha iniziato a impartirmi. I suoi consigli sono bizzarri, ma logici, e... non credevo che fare la prostituta necessitasse una tale preparazione. Quante cose si imparano, penso ironicamente dentro di me.<<Hanna?>> <<Sì?>> <<Ieri sera ehm... dopo tutta la faccenda con Ivar, si è sentito un corno suonare e tutti si sono rallegrati, anche se Ivar sembrava più arrabbiato che mai. Sai per caso di cosa si trattava?>> Borbotta qualcosa tra se e se riguardo i miei capelli prima di rispondermi. <<Ah sì. È arrivato un messo ad annunciare che Lagertha sta per tornare>> <<Lag- chi?>> <<Lagherta.>> ha smesso di acconciarmi i capelli e sento dal suo tono che si aspetta che io sappia chi sia questa Lag-qualcosa. << Lagherta. La prima moglie di Ragnar.>> Passa un attimo in silenzio, ma poi sembra ricordarsi qualcosa e ridacchia imbarazzata < Ah! Dimenticavo che non sei di queste parti. Ecco vedi.. Lagherta è una delle donne più famose al mondo. Non solo perchè è stata sposata con Ragnar Lothbrok e quindi per un periodo è stata la regina di Kattegat, ma soprattutto per le sue doti in battaglia e per la sua squadra di donne guerriere. Le chiamano Shieldmaiden. Quando Ragnar voleva prendere un'altra moglie, lei si è rifiutata di convivere con loro e se ne è andata per conto suo. Ah, Lagherta ha anche ucciso appunto la regina Aslog, seconda moglie di Ragnar nonchè madre di Ubbe, Sigurd, Hvitserk e Ivar. E eccoti spiegato il motivo di quello sguardo truce di ieri sera, non che lo sguardo di Ivar possa essere diverso da truce. Finito!>> La ringrazio sovrappensiero. Sono rimasta affascinata da quell'imponente figura femminile di moglie, madre, regina e guerriera. Non sarebbe male fare parte delle Shieldmaiden, rifletto. Tutto ciò però non riesce a farmi dimenticare dei miei problemi, soprattutto del dramma imminente che sto per vivere. Così mi ridesto e quando Sami viene a chiamarci, me e le altre ragazze, il cuore batte già a mille.
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Okay... per ora nessun evento traumatizzante, più o meno. Hanna mi aveva detto che la prima parte sarebbe stata facile. Infondo dovevo solo servire da bere... come avevo fatto la sera prima. Riconosco qualche faccia barbuta tra i marinai seduti ai banchi, ma la stanza è più ampia e piena di quanto pensavo, quindi comunque non riuscirei a vedere tutti. Inizio a servire chiunque mi chiami e me la cavo tranquillamente, più o meno. A quanto pare stasera si discute di viaggi marittimi. In un tavolo, c'è un uomo che dice di chiamarsi Erik e di aver raggiunto un nuovo mondo. All'inizio cerco di fermarmi ad ascoltare, ma dopo aver ricevuto qualche commento spiacevole (sulla lentezza del mio sedere, per darvi un'idea) decido di lasciare perdere. Dopo poco, mi ritrovo a servire a un tavolo di media grandezza, nell'angolo, e in particolare attiro l'attenzione di un signore dalla foltissima e lunga barba di un arancione appena sfumato. Mi fermo a pensare, disgustata, che sembra quasi che il colore della sua barba sia dato da rimasugli di cibo, come se avesse appena mangiato della pasta al pomodoro. Ah la pasta, come mi manca! Comunque, barba apparte, sembra essere un signore abbastanza importante perchè ogni volta che parla il tavolo, (composto anche questo da barbuti signori, che sorpresa!) si azzittisce per ascoltare. <<Vieni qui, bambolina e fatti vedere bene>> Mi avvicino sotto quel suo sguardo focoso e lucido, di un verde così chiaro da inquietare. Improvvisamente mi afferra il viso facendomi sussultare per la sorpresa e devo soffocare l'istinto alla ribellione. Hanna mi ha detto di non tirarmi mai indietro, perchè c'è chi è stato ucciso per un passo sbagliato. Tenendomi per il mento con le sue sudice e larghe dita fa un cenno a tutti quelli seduti invitandoli a guardarmi. <<Guardate come è graziosa questa! Non capita tutti i giorni di vedere una con occhi così scuri.... e un corpo così maturo.>> profonde risate maliziose mi circondano, e inizio veramente a temere per la mia vita. Non ho mai avuto così tanta paura in vita mia. Le sue mani mi afferrano per la vita, e finisco per sedermi sul ginocchio del signore rosico. <<Quanti anni hai?>> abbasso lo sguardo arrossendo e balbetto <<16>> <<16!>> ripete l'uomo allegramente, e penso che proverei simpatia per lui se non temessi che mi voglia stuprare. <<E guardate come arrossisce!Vedrete stasera come perderà la sua innocenza!>> un coro di risate mi fanno stringere gli occhi, e riesco solo a pensare a come vorrei essere dappertutto meno che lì. Quest'uomo mi sta umiliando. Mi tratta come se fossi un animale da circo... da mostrare agli altri.. da domare. Ne sta facendo tutto un suo spettacolino. <<Quando hai finito con lei prestacela! I miei marinai hanno bisogno di qualche divertimento... esotico>> ancora risate e sconcerie. Sono al limite dell'umiliazione, e vorrei solo mettermi a urlare e a piangere. <<Chissà cosa si nasconde sotto quel bel vestitino!>> <<Già Bennson! Facci vedere!>> <<Sì! Non puoi averla tutta per te!>> <<Condividila!>> In un attimo il signore, che da quanto ho capito si chiama Bennson, si alza trascinandomi con se e ridacchiando <<va ben va bene!>> Prima che io riesca ad accorgermene la sua possente mano mi strappa un lembo del vestito, seguito da risate roche ed eccitate. Non riesco a fermarmi, scaccio la sua mano e mi ricopro vergognosa. L'uomo ridacchia <<Che pensi di fare, cucciola?>> di nuovo le sue mani mi avvolgono, con ancora più veemenza, e io mi ritrovo a mordergli la mano con tutta la rabbia che ho in corpo. <<Ah! >> L'uomo si scansa disgustato, e poi mi risponde con un sonoro schiaffo. <<Come osi resistermi? Sai chi sono io?>> Un altro scossone, ma non è stato lui. È uno degli uomini. Stanno ridendo, ma non sono più amichevoli. Cerco di rispondere, al limite della disperazione. Mi fa male tutto e sono quasi nuda. Grido e mi ribello, intanto sudicie mani mi stringono e mi spingono, mi tirano i capelli e mi strappano le vesti. È la cosa peggiore che mi sia mai successa. Poi però finisce tutto, il silenzio cala in tutta la sala, e si sente solo uno struscio pesante. Vedo appannato e la stanza è buia, ma impiego un solo attimo a riconoscere lo sguardo glaciale che mi fissa. Ivar. <<Fermi. Lasciatela a me.>>
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...