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<<Vuoi?>> <<No, grazie.>>
Vardan sorride, bevendo tutto di un fiato il bicchiere che mi ha appena offerto. Mi guardo attorno, in imbarazzo, ripensando all'espressione di Ivar prima che entrassi qui. Era così adirato, gli occhi carichi di ardente astio, che quasi mi sorge il dubbio che Vardan mi abbia chiamato qui solo per farlo infuriare. Dopotutto, sul volto leggermente coperto di barba è stampato un affascinante sorriso di puro divertimento che inizia ad irritarmi. <<Vuoi sederti?>> <<No, grazie.>> ripeto, leggermente seccata.
Lui, fingendo di non accorgersi del mio cambio di umore, si siede su uno sgabello in legno, al centro del tendone. Lancio qualche rapida occhiata attorno, e noto che la "stanza" è piuttosto spoglia: un tavolo, qualche sacca gettata a terra, una collezione di coltelli e armi da caccia, un letto singolo all'angolo. Torno a guardare Vardan, che mi osserva in silenzio, e sento il calore salirmi involontariamente alle guance. Lui, chiaramente, se ne accorge e sorride soddisfatto. Quest'uomo sta davvero iniziando ad irritarmi. <<Da dove vieni?>> mi chiede all'improvviso, e io spalanco gli occhi, sorpresa.
<<Non mi sembrano affari, questi.>> Ride, divertito, e gli spuntano un paio di fossette ai lati della bocca. Distolgo subito lo sguardo, mentre lui continua ad osservarmi.
<<Ma tu non mi hai chiamato qui per affari.>> Intuisco e i suoi occhi verdi brillano di curiosità.
<<E sentiamo, per cosa ti avrei chiamato allora?>> <<Per infastidire Ivar.>> Un'altra risata, poi una disinvolta alzata di spalle.
<<Mi leggi proprio nel pensiero, Nessuno. Non è che per caso sei una strega?>> Adesso è il mio turno di ridere.
<<No, non sono una strega, anche se in certe occasioni mi sarebbe tornato utile. - Ripenso all'aggressione di Bennson, al tentativo di uccidermi di Lena, a quella strana figura nei miei sogni, e rabbrividisco, poi continuo.- E il mio nome è Alice, per la cronaca.>>
Vardan sorride, e capisco che già lo sapeva. Poi muove leggermente il busto, afferrando uno dei suoi coltellini e un pezzo di legno, iniziando ad intagliarlo. Perchè ai vichinghi piace così tanto giocare con lame affilate?
<<Alice...>> Mastica il mio nome tra le labbra, come una melodia appresa da poco. Lo guardo corrugando la fronte, in attesa che con qualche battuta mi riveli la ragione per cui mi ha convocato qua. Oltre ad infastidire Ivar, naturalmente.
Quello che dice, però, mi spiazza.
<<Chi sei?>> Trattengo il respiro. Non è la prima volta che qualcuno mi pone questa domanda, e non è la prima volta che mi sento del tutto inadeguata a rispondere. Chi sono?
<<Perchè continuano tutti a chiedermelo?>> sbotto, improvvisamente irritata. <<Non lo so!>>
Vardan ride, rilassato, ma quando parla torna ad essere serio, quasi solenne. <<Non lo sai... O forse hai paura di ammetterlo.>> Eh?
<<Non capisco di che cosa parli, Vardan.>> <<Perchè continuano tutti a dirmelo?>> mi cantilena lui, ma non c'è sarcasmo nella sua voce. Sorride, lo sguardo acceso d'interesse in attesa della mia risposta. Parlare con Vardan è come giocare a scacchi, penso. Adesso tocca a me fare la prossima mossa. E non ho esitazioni a farlo.

<<Cosa è successo tra te e Ivar?>>
Per un attimo, solo per un attimo, Vardan rimane senza parole. Che abbia esagerato a chiedergli una cosa tanto personale? Poi però sul suo viso torna a regnare la solita aria astuta e divertita. Ridacchia e io insisto. <<Perchè vi odiate così tanto?>>
<<Non credo che Ivar vorrebbe che te lo dicessi.>> <<E da quando ti interessa quello che vuole Ivar?>>
Vardan ride, poi scuote la testa folta di capelli castani che gli accarezzano le spalle. <<Ci sai fare con le parole, Nessuno.>> Prende un profondo respiro, poi mi guarda negli occhi, per la prima volta serio in volto. <<E va bene, hai vinto.- poi indica il bicchiere vuoto sul tavolo- ma avrò bisogno di bere qualcosa in più di questo misero bicchiere.>> Così, obbedendo a una tacita richiesta gli riempio di nuovo il bicchiere, il cuore in gola per paura di cosa potrei scoprire.

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora