La cerimonia è ormai finita da qualche ora, ma di Ivar non c'è traccia.
Ho provato a raggiungerlo dopo il discorso di Vardan, alla fine dei funerali, ma tra la confusione generale l'ho perso del tutto di vista. E poi, tutti sono andati in fibrillazione per l'ultima parte dell'annuncio di Vardan riguardo alla sorte dei due ostaggi nemici, tanto che molti sono voluti andare a deriderli di persona. Questi infatti non verranno uccisi, come il Vichingo che stava per colpirmi con la sua ascia, ma bensì partiranno con noi e verranno offerti in sacrificio, come porta-fortuna per il nuovo accampamento. O qualcosa del genere. Che cosa macabra e orribile...Ma, come ormai ho imparato, i vichinghi amano le cose macabre e orribili. Così adesso c'è così tanta confusione in giro che rinuncio subito a cercare Ivar e me ne resto seduta su un masso, alla riva del lago, tentando di pensare a tutto meno che ai cadaveri le cui ceneri adesso sprofondano nelle acque di fronte ai miei occhi.
Ma quando, dopo una buona mezz'ora, inizio a sentire i primi sintomi della nausea mista a stanchezza e confusione, decido di allontanarmi, e mi sistemo in un posto tranquillo, vicino agli alberi.
Sono così stanca. Ma dove si sarà cacciato Ivar? E poi, che cosa ha in mente Vardan? Perché decidere così all'improvviso di andarsene, senza dare agli altri neanche il tempo di riprendersi? E poi mi sembra assurdo partire proprio adesso che l'inverno è alle porte. Eppure nessuno ha osato opporsi alla sua decisione di spostare l'accampamento, e anzi, appena qualche minuto dopo l'annuncio si erano già ritirati quasi tutti.
Lo stesso capo dei banditi si è subito messo a lavoro, e così Hanna, che si è offerta di aiutare con le preparazioni le altre donne.<<Ehi.>>
Mi volto di scatto, all'erta, e rilascio un lungo sospiro di sollievo quando incrocio lo sguardo amichevole di Hvitserk.
<<Ehi.>> <<Come stai?>> <<Sono un po' stanca, ma sto bene.>>
Il ragazzo prende posto vicino a me e sento una piacevole sensazione di familiarità farsi strada in me. Mi sono sempre sentita a mio agio in compagnia di Hvitserk. È come se la sua presenza mi calmasse. Gli sorrido.
<<A te invece? Come va?>> Lo guardo piena di intenzione, sperando che capisca che mi riferisco ad Hanna. Ultimamente li vedo quasi sempre insieme. Lui è pieno di premure e lei, anche se non ne ha bisogno, le accetta grata e diventa persino timida in sua presenza. Hanna... timida!
<<Ehm.. bene>> Hvitserk alza le spalle con aria noncurante, ma intravedo un lieve rossore farsi strada sulle sue gote. Sorrido di nuovo, divertita, e decido, almeno per oggi, di lasciarlo stare. Magari non è ancora pronto a parlarne.
Ma io sono sicura. Ho occhio, per certe cose.<<Cosa ne pensi?>> Gli domando all'improvviso. Hvitserk aggrotta le sopracciglia.
<<Di cosa?>> <<Della decisione di Vardan>> Alza le spalle, il volto in un misto di sorpresa e serietà.<<...Naturalmente deve avere riflettuto a fondo prima di prendere una decisione del genere. E la responsabilità di tutte queste persone è la sua. Cosa dovrei pensare?>> <<Non lo so. Credo solo che...>> Esito a continuare, temendo che Hvitserk mi giudichi male. Dopotutto, sono pur sempre una schiava. Perchè mai dovrei avere opinioni politiche?
Il ragazzo mi guarda carico di aspettative e io scrollo le spalle, rimproverandomi da sola. Che impicciona che gli devo sembrare! <<Ehm... non importa.>>
Abbasso lo sguardo. Sto lasciando trapelare un po' troppo, ultimamente. Devo mantenere un profilo basso. Nessuno deve capire che non sono una normale straniera. Devo rimanere nel mio ruolo di umile, umilissima e ignorante schiava. Non posso permettere che sorgano dubbi sul mio conto, neanche se ad averli fosse un amico sincero come Hvitserk.
Lui rimane qualche attimo in silenzio, poi però scuote la testa e sorride.
<<Ti preoccupi sempre troppo per gli altri. Ti ammiro per questo.>> Con la mano destra mi da un buffetto affettuoso sulla spalla, poi il suo sguardo si sposta da un'altra parte, sovrappensiero. <<Ma quello che succede qui non ci riguarda più.>>
La sua espressione è un misto di sollievo e preoccupazione. Che abbinamento strano!
<<Che vuoi dire?>> Raddrizzo la schiena, leggermente allarmata.
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...