<<Ehi tu, schiava! Vieni qua!>> Entrambe ci voltiamo in direzione della voce, fredda e provocatoria, che sembra risucchiare tutti gli altri rumori della stanza. Tutti tacciono in attesa dell'inizio dello spettacolo. Perchè vedendo la faccia di Ivar ho capito che sbagliavo: non avrebbe lasciato perdere.
Hanna si fa avanti timidamente, e noto con apprensione che le tremano le gambe e sembra boccheggiare come in cerca d'aria. Quanto può essere terribile quel ragazzo? Perchè sembrano tutti così ansiosi?
Osservo il volto di Ivar mentre Hanna gli si avvicina cautamente, e mi soffermo sui tratti delicati del suo volto, e sul contrasto creato dai capelli scuri e gli occhi del colore del ghiaccio. Come può qualcuno che è così bello incutere tanto timore?
Aspetto che si metta ad urlare e a sbraitare da un momento all'altro, o che abbia qualche scatto improvviso d'ira o che, peggio ancora, faccia del male fisico ad Hanna. Invece non fa nulla di tutto ciò: semplicemente fa cenno alla ragazza di sedersi al suo fianco e le rivolge un sorriso glaciale. <<Com'è che ti chiami, schiava?>> <<H-hanna>> La voce le trema e il ragazzo non fa fatica ad accorgersi del suo evidente timore. <<Bene H-hanna, ti dispiacerebbe riempirmi il bicchiere, senza rovesciarmi tutto addosso stavolta?>> la sua voce è seguita da un coro di risate, alcune delle quali, non ho dubbi, forzate. Tutto qua? Anche Hanna sembra domandarselo come me e, visibilmente sollevata, si affretta goffamente a recuperare la brocca da un tavolo lì vicino e ad accontentare la richiesta di Ivar. Non riesco a non notare che, un po' più in là, lungo il tavolo, Bjørn e Ubbe sembrano borbottare tra loro, disapprovando il comportamento del fratello piú giovane. Ma quest'ultimo non sembra farci caso e, nel momento in cui Hanna versa la bevanda rossastra nel suo calice le sorride calorosamente e per un attimo penso che sia finita lì. Naturalmente sbagliavo anche ora. Sbigottita osservo il giovane rovesciare il contenuto del bicchiere a terra, con il volto serissimo ma gli occhi lucidi di provocazione. <<No no no, non è così che si fa. Ma mi sento buono stasera, quindi ti do la possibilità di riprovarci.>> e lo vedo porgere nuovamente il bicchiere alla mia amica, che sembra più spaventata che sorpresa. Non esita più di tanto, e seguita a versare la bevanda. Di nuovo, però, Ivar scuote la testa e svuota il bicchiere davanti agli occhi di tutta la sala, alcuni divertiti, altri spaventati, altri basiti. Cos'è, un gioco per lui? <<Non ci siamo. Ritenta>> Ancora una volta Hanna esegue e, ancora una volta, la bevanda finisce a terra. Vedo Hvitserk sussurrargli qualcosa all'orecchio, ma Ivar fa un cenno di diniego e costringe la ragazza a ripetere la stessa azione. Alla quinta volta Hanna esita e io stringo i pugni, imbestialita. <<Cos'è, non mi hai sentito, schiava? Ho detto di nuovo.>> Niente, Hanna sembra paralizzata dalla paura. Cosa viene dopo, mi domando. Fino a dove si spingerà? E solo per un piccolo errore. Probabilmente non è la prima volta che succede qualcosa del genere. Ma è la prima volta che ci sono io.
<<Di nuovo. Ora.>> Vedo Hanna sussultare sentendo la voce di Ivar passare ad un tono di gelido odio, e si accinge ad alzarmi, ma ormai ho preso la mia decisione.
<<Basta!>> grido senza riuscire a contenermi. Tutti si azzittiscono e sento decine e decine di occhi puntati su di me, sbigottiti quanto me. Ma che mi prende? Con la coda dell'occhio vedo Hanna stringere gli occhi e lanciarmi un'ochhiata terrorizzata, ma il mio sguardo è fisso in quello glaciale del mio rivale.
I suoi occhi, di solito così indifferenti, mi fissano sbigottiti, come senon avesse minimamente notato la mia presenza prima di quel momento e mi vedesse ora per la prima volta. Poi peró la sua espressione cambia completamente, e riprende la sua aria provocatoria e.... divertita. <<Chi abbiamo qui? Un'altra schiava?>> Mi squadra e si lascia sfuggire una risatina di scherno <<Straniera, per di più>> sul suo volto si distende un ghigno malefico, ma non riesco a non ammirare comunque la sua bellezza. Dannazione Alice, ti sembra il momento? <<Sono solo una persona, esattamente come te>> ribatto cercando di suinare sicura.
Sento alcuni sussultii stupiti alle mie spalle, ma guardando il volto di Ivar capisco che è troppo tardi per tornare indietro. <<Ah sì?>> domanda con la sua voce glaciale, e penso di averlo fatto arrabbiare non poco. <<Quindi pensi di valere quanto un figlio di Ragnar Lothbrok?>> Non esito a ribattere, abituata come sono a vivere in una società in cui tutti sono uguali, più o meno. <<No, penso solo che tu non valga più di nessun altro in questa stanza.>> Il suo sguardo è di fuoco in questo momento. Vedo Hanna corrermi al fianco e inginocchiarsi con il volto basso. << Non fategli niente, vi supplico! È nuova da queste parti, non sa come comportarsi, è una mia responsabilità. Punite me al posto suo!>> <<Hanna, non devi>> cerco di tirarla su e riesco nel mio intento solo perchè le sue gambe continuano a tremare ed è debole. Ivar mantiene il suo sguardo inferocito puntato su di me, ma riprende un po' di contegno dopo l'intervento della mia amica. Si rivolge nuovamente a me, ora apparentemente più calmo. <<E così pensi di essere migliore di me?>> <<Non l' ho mai detto>>
I suoi occhi mi scrutano curiosi << Eppure hai detto che non valgo più di nessuno, quindi neanche di te>>
<< Ho solo detto che qui nessuno è inferiore a te, è diverso>>
<< E perchè pensi che io e gli altri possano essere messi sullo stesso piano?>> Esito a rispondere, e so che era questo che voleva. <<Ivar lascia perdere, per favore>> A parlare è Hvitserk, che mi lancia uno sguardo preoccupato. Ma Ivar ora sembra divertirsi. <<Lasciala parlare fratello, voglio sentire che ha da dire.>>
Crede di avermi messo in trappola. Se non rispondo faró la figura da scema, se rispondo potrei finire uccisa, e cosa faccio io? La cosa piú stupida, naturalmente. <<Perchè non sei superiore a nessuno. Neanche se sei figlio di un re e non hai le ossa delle gambe.>>Ecco, ora sì che è infuriato.
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...