Nei cinque minuti dopo la mia stupida affermazione accadono talmente tante cose che non ho tempo di realizzarne neanche una. Tutto ciò che percepisco è lo sguardo infuriato di Ivar puntato su di me, e Hvitserk che si frappone tra noi due, e un coro di voci che si innalzano contrariate, bicchieri che cadono e voci che sbraitano e, infine, un corno in lontananza. Sento qualcuno annunciare qualcosa e vedo il volto di Ivar indurirsi ancora di più, ma poi vengo afferrata per un gomito e trascinata fuori tra la confusione.Tra il fresco e il buio, riconosco Hvitserk che, imbarazzato, mi lascia il gomito e si allontana di un passo e Hanna, che ci aveva seguito. Entrambi hanno il fiato corto, mentre io mi trovo in uno stato di tale confusione da non provare assolutamente niente. Cos'è successo?
<<Tu sei completamente pazza!>> dopo qualche minuto in silenzio Hanna finalmente si decide a parlare, e non sembra contenta. <<Potevi farci ammazzare, nono , puoi ancora farci amazzare! Ivar non è tipo da dimenticare certe cose>> la mia amica è trafilata e più pallida che mai, ma quando nota Hvitserk si ricompone in modo così goffo che quasi quasi mi metterei a ridere. Quasi. <<Ha ragione, non sei al sicuro qui>>è il ragazzo ora a parlare fissandomi preoccupato. Mi sento lusingata dalle sue attenzioni, ma allo stesso tempo penso che esageri un po'. Hanna però è daccordo e insieme iniziano a discutere su una mia eventuale fuga. <<Conosco una baita, non troppo lontana da qui, dove potresti passare l'inverno e dove potremmo continuare a portarti provviste>> <<Già, e poi potresti andare ad abitare a sud, lì conosco una famiglia di pescatori. Sono brava gente e potrebbero accoglierti. Certo dovresti lavorare e...>> Li osservo per qualche attimo , tra il divertito e lo sbigottito, prima di intervenire con una risata del cuore, mentre loro mi fissano perplessi. <<Non è uno scherzo Alice>> mi rimprovera la mia amica, al che smetto di ridere e riprendo il mio contegno schiarendomi la voce. Poi guardo Hvitserk <<Apprezzo veramente la tua preoccupazione. Non ci conosciamo da neanche un'ora e già saresti disposto a rischiare per me. Te ne sono grata...>> mi sembra di vederlo arrossire ma ci passo sopra, perché voglio evitare di farmi filmini mentali come facevo prima, cioè dopo, voglio dire...nella mia epoca, ai giorni d'oggi... beh avete capito. Poi poso lo sguardo su Hanna <<ma non ho intenzione di andarmene>> Entrambi alzano la voce per protestare <<Non conosci Ivar...>> <<Ti farà uccidere! Devi scappare!>> Li guardo entrambi e sorrido. Mi sento molto fortunata di aver già trovato due persone che tengono a me, quandosolo una settimana e mezzo fa sono spuntata in questo posto tutta sola. <<Non potresti tornare a casa... ehm voglio dire... dalle tue parti?>> mi chiede Hanna facendo un ultimo tentativo di dissuadermi dal restare. Scuoto la testa <<non c'è modo che io torni a casa... ora. Non posso andarmene da qua, neanche volendo>> I due sembrano confusi, ma non insistono. Vedo con la coda dell'occhio Hvitserk annuire pensieroso <<Forse riesco a distogliere Ivar dal perseguitarti.... ma non ti assicuro niente. Quel ragazzo è.... imprevedibile... e di cattivo umore aggiungerei>> lancia uno sguardo ad Hanna e lei annuisce con forza. Alla fine però salutiamo il figlio del re, e ci avviamo verso casa in un silenzio pieno di riflessioni sugli eventi di quella sera. È solo quando torniamo nel vecchio edificio e ci stendiamo una a fianco dell'altra che ci diamo la possibilità di confrontarci sull'accaduto.
<<Ivar è un tipo irascibile eh>> ironizzo. <<Non sai quanto... brrr, non farmici pensare che mi vengono i brividi>> Ridiamo insieme cercando di non fare troppo rumore, ma poi il suo volto si incupisce. <<Davvero non hai paura?>> Alzo le spalle << Non è che io abbia molto da perdere, giusto?>> Ora non mi guarda più, ma fissa un punto sul soffitto. <<Non hai una famiglia? Degli amici?>> Scuoto la testa <<No... cioè sì, ma ormai sono molto lontani e non so.... se li rivedrò mai>> gli occhi mi si riempiono inavvertitamente di lacrime e sento un leggero fruscio prima di avvertire una mano calda stringersi sulla mia. <<Ora hai me. Siamo amiche , giusto?>> Lacrime silenziose mi scendono sul volto, ma ora mi sento rincuorata. <<giusto>> Ci guardiamo e sorridiamo per un attimo, poi socchiudo gli occhi sentendomi addosso tutta la stanchezza di quel giorno. Dopo qualche attimo la sua voce divertita mi risveglia <<Allora... hai fatto colpo su Hvitserk eh?>> Spalanco gli occhi <<Non scherzare Hanna! Non sono interessata a certe cose!>> Lei alza gli occhi << Sisi, come no. Tutti sono interessati a certe cose, anche se non lo ammettono...>> Le faccio una smorfia divertita e le do le spalle, sentendola ridacchiare prima di cadere in un sonno profondo.
Mi alzo e quasi non piango per la felicità. Sono a casa! Nel mio letto! Scendo di corsa e arrivo in cucina, dove la mamma sta scaldando il latte e mi guarda sbigottita mentre le salto letteralemente addosso. <<Alice, sei forse impazzita! Perchè sei scesa scalza?>> La guardo sorpresa <<Quindi... non ti ricordi niente?>> <<Che dovrei ricordare, scusa?>> Scuoto la testa energicamente <<Niente di importante>>. Le stampo un bacio sulla guancia e passo a salutare mio padre, che inzuppa un cornetto nel caffè <<Ciao tesoro, dormito bene?>> <<Benissimo papà. Ciao Matty!>> Saluto mio fratello e infine mi siedo anche io a tavola, mangiando cioccolata in grandi quantità. Ah come mi era mancata! Chiacchiero per un po' con i miei e quasi non mi metto a piangere. È tutto così bello. Potrebbe essere il giorno più bello della mia vita! Poi suonano al campanello, e mi alzo energicamente dalla sedia <<Vado io!>> <<Deve essere il coerriere>> sento mio padre borbottare. Che bella parola corriere, penso, una bella parola moderna e attuale. Apro la porta e il sorriso mi muore sulle labbra e il sangue mi si gela nelle vene quando icrocio un paio di occhi azzurri glaciali. << Pensavi che ti avrei lasciato in pace?>>
Spalanco gli occhi e mi guardo attorno agitata. È mattina inoltrata, e solo quando mi sono accertata di essere da sola riesco a rallentare i battiti del mio cuore. Quindi era solo un sogno. Bellissimo... se fosse stato vero. Invece sono ancora intrappolata qua, o meglio, in quest'epoca. Mi salgono le lacrime agli occhi per la delusione. Riuscirò mai a rivedere la mia famiglia? Potrò mai tornare a casa? I miei pensieri vengono bruscamente interrotti da Sami, la padrona, che mi inveisce contro, invitandomi ad alzarmi per dirla in modo gentile.
La giornata passa tranquilla, tra una faccenda e l'altra, quando mi ritiro per un po' nella stanza che io, Hanna, e altre due ragazze dividiamo. A un certo punto sento bussare alla porta. È di nuovo la padrona di casa, quasta volta a darmi una notizia che mi porta a sudare freddo. <<A quanto pare ieri sei piaciuta ai marinai, quindi è finalmente ora che impari il mestiere, se sai cosa intendo. Stasera sei di turno per un'incontro tra loro, e non voglio sentire scuse. Chiaro?>>
Deglutisco e annuisco. Quando esce dalla stanza scoppio a piangere per la vergogna. Da stasera sarò ufficialemente una prostituta.
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...