Non ci posso credere. Questo ragazzo è davvero insopportabile.
Mi ha svegliata (urlando) prima dell'alba soltanto per portargli dell'acqua a letto e mi ha fatto rimanere sveglia mentre lui si riaddormentava. Poi per fortuna ha passato qualche ora ad allenarsi con i fratelli, e mi ha esplicitamente vietato di uscire dalla mia stanza durante quel tempo. Per pranzo ha mangiato delle enormi cosce di maiale che sembravano deliziose portate personalmente dalla cuoca in stanza, mentre a me è stato permesso di mangiare solo un po' di frumento e qualche bacca. Poi ha passato tutto il pomeriggio spaparanzato sul suo baldacchino a spartirmi ordini assurdi e inutili. Sono tre volte che mi chiede di lucidargli le spade e le asce e i pugnali. Ho pulito da cima a fondo la sua stanza, ho fatto qualche commissione e obbedito ad ogni suo desiderio senza mai ribellarmi o insultarlo come spesso avrei voluto. Ma la cosa che mi urta di più è che mentre io fatico lui si fa gli affari suoi, talvolta rammonendomi o ridacchiando per la mia "incapacità" e "inettitudine" e "totale mancanza di abilità". A quanto pare é un argomento sul quale gli piace tornare spesso. Il suo comportamento nei miei confronti è meno freddo e spaventoso di quanto temessi, ma molto più arrogante e sfacciato e ... fastidioso. Scommetto che si diverte parecchio a vedermi in difficoltà. Per fortuna mi tiene sempre occupata, quindi non parliamo molto. A meno che lui che mi insulta e io che mi mordo la lingua per non rispondergli a tono sia considerato parlare. Noto peró che mi guarda sempre e solo quando sono distratta o non posso girarmi dalla sua parte (lo so perchè il suo sguardo è così intenso che non è difficile sentirne la presenza addosso) , mentre quando sono vicina o mi rivolgo a lui guarda sempre da un'altra parte. Solo quando mi insulta riesce a guardarmi negli occhi. Di solito a quel punto sono io a distogliere lo sguardo per prima, spesso per alzare gli occhi al cielo esasperata.
Alla fine, per fortuna, arriva l'ora di cena. Suona una specie di tamburo e lui si mette a sedere dalla sua posizione sdraiata. <<finalmente si mangia!>> Io tiro un sospiro di sollievo, sto morendo di fame. Lui mi fissa aspettando qualcosa e dopo qualche attimo di interrogativi capisco che vuole che lo aiuti a rimettersi in piedi. <<Sei sempre così lenta a capire?>> Eseguo gli ordini ignorando il suo commento e lo seguo fuori dalla stanza, fino a quando , arrivati sul corridoio dove riesco a intravedere Hvitserk, si ferma all'improvviso, tanto che per poco non gli finisco addosso. <<Cosa credi di fare?>> Sbatto gli occhi un paio di volte, confusa. Apro la bocca per rispondere ma lui mi precede <<Ti ho chiesto di seguirmi? Ti ho detto che avresti mangiato?>> Il suo tono è glaciale e spaventoso, e devo dire che fa un certo effetto. Scuoto la testa e faccio un passo indietro intimorita. Lui mi indica severamente la sua stanza e io, come un cagnolino obbediente anche se ho lo stomaco che urla disperato, mi rassegno e torno in postazione , ovvero sul tappeto nella stanza di Ivar. Non so quanto tempo passi ,un'infinità a mio parere, tanto che mi viene in mente di scappare in cucina e rubare qualcosa da mangiare. Poi finalmente la porta si spalanca e io mi irrigidisco pensando che sia tornato il "tiranno", invece mi ritrovo a tirare un sospiro di sollievo. È la schiava che ieri mi ha vestito, o meglio, quella che ha permesso che mi vestissi da sola. La guardo interrogativa e lei mi fa cenno di seguirla. <<Sei sicura che ad Ivar vada bene che mi allontani?>> le domando cercando di stare al suo passo. Cavolo come cammina velocemente, quasi devo correre per camminarle vicino. Lei non risponde e io, vedendo che andiamo verso la cucina, ho troppa fame per protestare. Arriviamo nel paradiso e incredula mi ritrovo con un piatto pieno di cibo fumante davanti, su un minuscolo tavolino in legno apparecchiato per tre. La cena è una specie di brodaglia indistinta e giallognola, ma non mi faccio problemi e divoro tutto, mentre la cuoca e la schiava mi guardano tra il divertito e leggermente disgustato. <<Quanto mangia veloce, per essere così piccola!>> borbotta la cuoca, una donna piuttosto robusta e alta, vestita in bianco sporco. La schiava ridacchia, e ora non fa più così paura. Mi guarda e chiede <<Ti fa lavorare molto?>> Ci penso un attimo e poi alzo le spalle. <<Sei sicura che a Ivar vada bene che sono qui?>> domando di nuovo. Al che lei risponde <<Mi ha ordinato lui stesso di portarti qui a mangiare. Sarà qua che consumerai il pranzo (che equivale alla cena ai giorni nostri) d'ora in poi. Con le altre ragazze facciamo a turno per servire a tavola, oggi io ero libera. Domani però ci sarà qualcun' altra a passare a prenderti, chiaro?>> Annuisco e bevo un sorso d'acqua. Sono sorpresa che Ivar voglia che io mangi, e mi viene da chiedermi perchè faccia tutto questo. Perchè mi abbia voluta qui. Poi però vengo riportata alla realtà dallo sguardo curioso della giovane donna di fronte a me. La osservo per bene e noto che è molto carina, piuttosto alta e composta, e ha uno sguardo intelligente e profondo. Timidamente e senza riuscire a frenarmi le chiedo come si chiama. <<Astrid. - risponde sorridendomi per la prima volta -E lei è Helveig>> fa un cenno in direzione della cuoca che si è alzata per dare alcune indicazioni a una ragazzetta. Sorrido a Astrid e apro la bocca per rispondere <<io invece sono A->> <<Lo so>> mi interrompe lei, e io alzo le sopracciglia sorpresa. Sto per domandarle cosa sappia esattamente di me quando sobbalziamo entrambe nel sentire un forte rumore venire dalla sala del trono, e poi una voce rabbiosa gridare: <<Lei non ha diritto di stare qui! È un'assassina!>> Con il cuore in gola mi ritrovo a correre per vedere che succede. Non so perchè, ma sentire Ivar così turbato mi mette in agitazione. Devo scoprire che succede.
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...