Mi sveglio all'improvviso e ho qualche minuto di totale confusione. Gli occhi mi bruciano e ho un forte mal di testa. Sono da sola nella mia camera, e mi accorgo con orrore che sono ancora vestita. Dopo aver pianto tutte le lacrime possibili, sono crollata senza accorgermene. Mi passo una mano sul volto, e poi sui capelli pieni di nodi. Piano piano iniziano a tornarmi in mente i ricordi di ieri sera e sento una morsa allo stomaco. Il litigio dei fratelli, Ivar che mi ha trovata a origliare, Ivar che mi ha portata in camera, Ivar infuriato con me... Mi manca il fiato a ripensare allo sguardo assassino che aveva ieri sera, senza pietà, la mano stretta con violenza attorno al mio polso. Sento un nodo in gola al pensiero di doverlo rivedere, e all'improvviso mi rendo conto che stamattina non mi ha svegliata. Non è venuto a cercarmi. Resto qualche attimo a riflettere, prima di capire che devo essere davvero nei guai. Mi faccio forza e mi do una sistemata rapida, poi apro leggermente la porta della mia stanza e lancio un occhiata nel corridoio. Il sole inonda la casa e l'ansia mi riempie il polmoni. Calma Alice, magari dorme ancora. Magari non si è accorto della tua assenza. Magari. Devo andare da lui, se non voglio che stavolta mi uccida davvero. Lancio un ultimo sguardo da entrambi i lati del lungo corridoio. Via libera.
Non so perchè mi sto comportando come se fossi un agente dell'FBI (che neanche esiste all'epoca dei Vichinghi) , ma per qualche ragione non voglio che nessuno mi veda. O forse ho solo paura che Ivar sbuchi da qualche parte e mi sorprenda in ritardo. Arrivo davanti alla porta della sua stanza e, dopo un profondo respiro per aqquietare i nervi, entro facendo il più piano possibile. Do una sbirciata dopo aver aperto di pochissimo la porta, e capisco subito che lui non c'è dall'enorme quantità di luce che esce dalla fessura. Per qualche ragione a Ivar piace stare immerso nella penombra, e tiene sempre delle strane tende sulle finestre. Tiro un sospiro di sollievo, assicurandomi che non ci sia traccia di lui nè dentro la camera, nè nel corridoio. Al sollievo però si aggiunge la confusione. Strano che si sia alzato e vestito senza richiedere la mia presenza. Sono qui da pochi giorni, e ogni singolo di questi sono stata svegliata bruscamente dal mio "padrone". Non ha mai esitato a farmi fare lavoretti inutili che poteva fare benissimo da solo. E allora perchè oggi no? Mi domando se ieri abbia a che fare qualcosa con il suo strano comportamento di ieri.
All'improvviso sento un brontolio provenire dal mio stomaco e prendo la decisione improvvisa di andare in cucina a mangiare qualche avanzo. Non so esattamente se mi sia permesso farlo, ma visto che di solito era Ivar a darmi qualcosa da sgranocchiare, e oggi non si é affatto scomodato, devo pur fare qualcosa no? Mica posso morire di fame.Sono un po' nervosa quando entro in punta di piedi in cucina, ma sentendo un'insolitamente succulento odorino di non so cosa, dimentico qualsiasi pudore. Mi avvicino a un enorme calderone e lancio un'occhiata dentro. Si deve trattare di una zuppa di funghi. Sento l'acquolina in bocca e non riesco a resistere dal prendere un mestolo in legno, trovato lì vicino, e dare un'assaggiatina. Il sapore é sorprendentemente dolciastro, ma davvero ottimo. <<Chi è che viene a rubare cibo dalla mia cucina?>> Mi volto sobbalzando e arrossendo come una bambina scoperta a fare qualcosa che le era stato proibito. Per fortuna lo sguardo di Helveig, la cuoca, è un misto tra divertito e ricco di compassione, e non di rimprovero come temevo. <<Mi perdoni! Non sapevo... cioè sapevo che non avrei dovuto ma quella zuppa aveva un odore così invitante e io avevo così tanta fame!>> La donna scuote la testa ridacchiando sotto i baffi e mi invita a sedermi. Poi mi porge un pezzo di pane <<Ti darei un po' della zuppa, ma è per il pasto di oggi. È la pietanza preferita della regina>> Ringrazio la cuoca per il pane e poi, confusa, domando <<Con regina intende dire Lagherta?>> Lei arrossisce all'improvviso <<Scusa, non dovrei dire cose del genere. >> mi osserva per qualche attimo, poi aggiunge <<Aslaug era una brava donna, e un'ottima madre. Ma vedi, qui siamo tutti nostalgici dei tempi in cui re Ragnar aveva come moglie Lagertha. È sempre stata lei la vera regina. >> Annuisco ammirata quando siamo interrotte dall'arrivo di Astrid, che non appena mi vede strabuzza gli occhi. <<Come mai non sei con Ivar?>> Io alzo le spalle , e Helveig spiega , come se si fosse appena ricordata che doveva dirmi qualcosa <<Ah! Il giovane Ivar é uscito stamattina presto, senza dire niente oltre al fatto che salterà entrambi i pasti. Penso che tornerà al tramonto>> Il suo tono diventa all'improvviso grave e capisco che sa della faccenda tra Ivar e Lagertha. Non diciamo nient'altro sulla faccenda è inizio a conversare amabilmente con la mia nuova amica.
Torno in camera dopo essere stata un bel po' a parlare con Helveig. Poi all'improvviso mi rendo conto: se Ivar resterà fuori tutto il giorno, vuol dire che ho il giorno libero! Decido subito cosa fare del tempo a mia disposizione e mi vesto di pelliccia, pronta ad affrontare un grande freddo. Esco dalla porta riservata ai servitori e mi avventuro per Kattegat, con una meta ben nota in mente.
Arrivo davanti casa di Sami e devo fare un paio di profondi respiri prima di entrare. Sono un po' nervosa all'idea di tornare qui, ma alla fine mi decido e apro la porta. L'odore famigliare di legno vecchio mi colpisce le narici e provo una nostalgia improvvisa. Infondo questo è stato il primo posto dove sono stata accolta quando sono finita qua, è stata la mia prima casa. Vengo raggiunta da un paio di ragazze con le quali dividevo la stanza, che subito mi inondano di domande. <<Allora com'è alla sala del trono?>> <<Lavori tanto?Ti danno da mangiare a sufficienza?>> <<Come sono gli altri servitori?>> <<Ma soprattutto, come sono i figli del re?>> Rispondo avvertendo un calore nascermi nel petto. Mi sento come quando tornavo a scuola dopo le vacanze e le mie vecchie mi accoglievano contente e curiose. Poi una voce imperiosa spunta dalle scale <<Cos'è, ti hanno già cacciata?>> Vedo la mia carissima vecchia padrona squadrarmi con sdegno, ma sotto sotto so che le sto simpatica. Scuoto la testa e finalmente svelo la ragione della mia visita <<Dov'è Hanna?>> Le ragazze alle mie spalle si azzittiscono all'improvviso, tanto da farmi preoccupare, ma il volto di Sami resta impassibile. <<Sta lavorando al momento, non può vedere nessuno. Ti conviene tornare domani>> <<Ma domani non so se potrò tornare..>> La donna alza le spalle, e io , lontana dall'arrendermi convinco le ragazze ad accompagnarmi nella vecchia stanza. E se Hanna stesse male e non volessero dirmelo? Devo controllare da me.
Salgo le scale scricchiolanti e, entrando nella mia vecchia dimora, mi accorgo subito dell'enorme differenza con quella mia attuale. Non solo la stanza che mi ha dato Ivar è molto più spaziosa, ma è anche più pulita e ... gradevole. Però non c'è traccia di Hanna così, delusa, sono costretta a lasciar perdere e congedarmi. Ciondolo un po' per le strade, quando mi rendo conto che Ivar, dal momento che non è a casa, potrebbe essere in qualsiasi altro posto. Potrebbe essere qui! Mi guardo intorno e presa da un'ansia improvvisa di tornare a casa affretto il passo finchè non giungo alla meta.Mi chiudo in stanza dopo essere passata di nuovo da Helveig a sgranocchiare qualcosa. Ho scoperto che è davvero una donna generosa, e sembra nutrire una profonda simpatia per noi ragazze. Mi guardo intorno, chiedendomi cosa fare adesso, visto che manca ancora così tanto al tramonto e, quindi, al ritorno di Ivar. Non so perchè, ma sono impaziente di rivederlo. Forse perchè voglio capire se è ancora arrabbiato per ieri. Forse perchè mi annoio. Sì, decisamente non ci sono altre ragioni.
I miei pensieri sono interrotti da qualcuno che bussa alla porta. Può essere che..? Ivar..?Apro la porta e spalanco gli occhi quando i miei occhi ne incrociano un paio azzurro.
Hvitserk mi sorride timidamente e, dopo essersi dato un'occhiata alle spalle, mormora: <<Posso entrare?>>
STAI LEGGENDO
𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...