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Non mi sento più la faccia. Ho raggiunto un livello di stanchezza a me del tutto sconosciuto fino ad oggi. Sono quasi due giorni che non dormo, con l'attacco all'accampamento, i funerali e adesso questo.
Ma anche se potessi adesso non riuscirei comunque a dormire.

Sono passati più di quaranta minuti dalla mia "chiacchierata" con Vardan, che più che altro è stato un mio monologo in cui ho superato qualsiasi limite esistesse tra l'essere una brava schiava e essere un'impicciona.

Ma la prima cosa, dopotutto, non lo sono mai stata.

E adesso sono qui nel freddo pomeriggio, fuori dalla tenda di Vardan, ad aspettare di scoprire se tutto il mio discorso è stato inutile.

Ma quanto ci mettono?
Vorrei poter sentire cosa si stanno dicendo, e se  gli uomini di fiducia di Vardan siano d'accordo con il piano. E poi muoio dalla voglia di rivedere Ivar e di passare del tempo con lui, e magari fare un sonnellino nel mentre.
Oggi gli ho a malapena rivolto la parola.

Sentendo quello che ho proposto a Vardan, prima ha scoccato ad entrambi un'espressione scocciata, piena di fastidio. Poi però il suo sguardo si è addolcito, mi ha accarezzato i capelli distrattamente e, prima che me ne accorgessi, ha portato il volto vicino al mio, la voce ridotta ad un sussurro.

<<Certo che tu non sei proprio capace di farti gli affari tuoi eh?>>

Nonostante i miei timori non sembrava affatto arrabbiato mentre mi lanciava un ultimo sguardo divertito, prima di entrare a sua volta, dopo Hvitserk, nella tenda.

Avrei voluto avere qualche momento in più con lui, ma Vardan aveva una tale fretta che tutto il resto è finito in secondo piano.

<<Ancora non hanno finito?>> Hanna mi raggiunge, stanca quanto.me. Scuoto la testa pigramente, mentre mi sposto per fare spazio sulla panca a lei e al suo ventre gonfio. La mia amica è l'unica, oltre a me e agli uomini nella tenda, a sapere che il trasloco, molto probabilmente, non s'ha da fare.
Pensavo, ingenuamente, che una volta convinto Vardan lui avrebbe ordinato a tutti di interrompere i preparativi. Ma questa non è una dittatura, e Vardan ci tiene al consenso della sua gente. E speriamo che glielo diano in fretta, questo consenso.

<<Come stai?>> Chiedo forse per la millesima volta ad Hanna, che alza gli occhi al cielo, divertita.

Ma come faccio a non preoccuparmi per la mia unica amica, che tra l'altro è anche in cinta?  Appunto.

<<Stiamo una favola. Anche se...>> Esita e io la invito a continuare, felice di aver trovato qualcosa che mi distragga dall'attesa.
<<Cosa?>>
<<Mi preoccupa un po'...>>
Si passa una mano sui capelli biondi e mossi, che mi ricordano le acque di un fiume,  e io rimango in silenzio, in attesa che continui.
<<Adesso dovrebbe avere, su per giù, quattro mesi. Ed è già arrivato l'autunno. E l'inverno è così crudele...>>
Le stringo la mano, il cuore che salta un battito.
<<Andrà tutto bene. Non permetterò che nulla di male accada a te e al mio nipotino.>>
Hanna ricambia la stretta tirando su rumorosamente con il naso, poi fa una smorfia e subito vengo invasa dal desiderio di scoppiare a ridere.
<<Nipotino?>>
<<O nipotina, ovviamente. E io sarò la migliore zietta che possa desiderare. Mentore e Confidente, Maestra e Complice: Zia Alice.>>

<<Senti te! Zia Alice... Ma non sei troppo giovane per fare da mentore a qualcuno? Casomai sorellona Alice!>>

<<Ehi! Guarda che ho solo un paio d'anni in meno di te!>>
<<Mh mh>> mi risponde Hanna altezzosa, ridendo sotto ai baffi.

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora