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<<Tu?>> Vardan mi ride in faccia, abbassando appena la punta della lama. Con la coda dell'occhio vedo Ivar irrigidirsi, ma lo ignoro e alzo il mento, fingendomi coraggiosa. <<E chi saresti tu?>> Un coro di risate rauche e vichinghe accompagnano lo scherno del loro capo e mi sentirei anche in soggezione se non fossi completamente disperata per Hanna.
La guardo, sudata e al limite della sopportazione, che cerca di trattenere i gemiti per non attirare l'attenzione su di sè, dietro di noi. Com'è possibile che nessuno l'abbia ancora notata? Come fanno ad essere così senza cuore?

Mi sento un po' meno coraggiosa adesso, con gli occhi penetranti e divertiti di Vardan puntati addosso, pungenti come la lama della sua spada e le frecce dei suoi uomini, e la voce mi trema quando finalmente parlo. <<Io sono....- non so cosa dire. Chi sono io? Una schiava? Una straniera? Una ragazzina che viene dal futuro? Mi schiarisco la voce.  <<...Nessuno.>> Mormoro, cercando di non suonare patetica quanto mi sento in questo momento.
Vardan abbassa del tutto la spada, e mi osserva, una sottile scintilla di divertimento nei suoi occhi. <<E sentiamo... Nessuno, perchè dovrei aiutarti?>> Gli uomini ridacchiano, non allentando però la presa sulle armi. Faccio un passo in avanti, alzando le mani per mostrare di essere disarmata, poi faccio un cenno con la testa in direzione della mia amica, debole e abbandonata al petto di Hvitserk, che mi lancia uno sguardo di incoraggiamento.  Mi stupisco della decisione nella mia voce.
<<La mia amica Hanna ha bisogno dell' aiuto di un medico. Sta molto male...S-Se c'è qualcuno->> ma le mie parole vengono interrotte da un altro coro di risate. Adesso hanno visto Hanna, una ragazza malaticcia e magrolina, pallida e sudaticcia per la fatica del viaggio, e sembrano aver perso ogni interesse. Vardan ha un sopracciglio alzato, mentre mi scruta curioso e attento come un felino. Non rivolge neanche uno sguardo alla mia amica, e solo ogni tanto ritorna a concentrarsi su Ivar, alle mie spalle, lanciandogli occhiate piene di trionfo. Siamo completamente alla sua mercè. E non gli importa niente di Hanna.

Parla di nuovo, annoiato, cantilenante. <<Vedi forse qualche donna tra di noi, mia cara Nessuno? Qualche vecchia speziale? Qualche grassa badante? -un'altra risata. Si sta prendendo gioco di me. Poi continua, impassibile- Non c'è posto nel nostro accampamento per una ragazzina con l'influenza, e soprattutto per un'amica del Senz'ossa...>> Cenni d'assenzo dai briganti, accompagnati da rochi ghigni e sbuffi. <<Come puoi parlare così??>> Sono sbigottita dalla sua freddezza.  Ma Vardan mi ignora.
<<Andiamo uomini! Non perdiamo altro tempo dietro a queste femminucce.- poi si rivolge ad Ivar - E tu Senz'ossa, vedi di non tornare mai più nel mio territorio o non sarò ancora così clemente.>>

Osservo sbalordita il forestiero voltarci le spalle senza un attimo di esitazione, e vengo afferrata da una rabbia ceca, mentre l'interesse dei briganti si perde e gli archi si abbassano. Lancio un'occhiata ad Ivar ma lui non ricambia. Ha lo sguardo basso, il volto colorito di un'emozione che non riesco a interpretare. No. Non può finire qui.

<<Come puoi essere così crudele??>> sbotto senza riuscire a fermarmi, la mia voce che rimbomba nel silenzio della natura. Vardan si volta e mi guarda come se mi vedesse ora per la prima volta. Ha un'espressione marmorea, difficile da interpretare, ma so che mi ascolta, così come il resto dei suoi uomini, e continuo, tagliente.
<<Come puoi voltare le spalle a un'innocente?>> <<Nessuno è innocente.>> La sua voce è piatta, decisa. Sta per voltarmi di nuovo le spalle, indifferente, e io quasi non ci vedo piú per la rabbia e l'indignazione. Non può finire così. <<Neanche il bambino che porta in grembo?? Neanche lui merita la tua clemenza?>> sputo le parole come fossero veleno, e ottengo l'effetto sperato. Gli occhi dell'uomo, prima freddi e indifferenti, corrono in direzione della mia amica, increduli, combattuti. Poi ritornano su di me, e per la prima volta vi leggo emozioni vere, umane. Gli occhi mi si riempiono di lacrime, e mi sforzo di trovare qualcos'altro da dire ma non è necessario.
Vardan mi guarda, una nuova vulnerabilità nello sguardo, e infine annuisce. Lo fa quasi impercettibilmente, ma se ne accorgono tutti. Ci aiuteranno.
<<E va bene Nessuno, hai vinto. Vi porteremo al nostro accampamento e la tua amica riceverà le cure necessarie. Ma non aspettarti un trattamento regale Senz'ossa. E ringrazia la tua buona stella se deciderò di darti una tenda e non ti lascio a dormire con i cavalli.>> Gli uomini ridono, e vedo Ivar stringere la mascella infastidito. So che muore dalla voglia di rispondere. A volte è proprio un ragazzino. Gli lancio un'occhiataccia prima che possa farlo. Non ora. E lui, seppur malvolentieri, rimane in silenzio.

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora