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Mio dio quanto vorrei un dentifricio in questo momento.
Ne ho sempre bisogno dopo i pasti, soprattutto dopo aver mangiato almeno mezzo chilo di carne selvaggia arrostita ben bene insaporita da erbe nordiche. È proprio vero che si capisce il valore di ció che si ha solo quando si è perso.
Mentre cerco di levarmi un pezzo di carne dai denti discretamente con la lingua ripenso a tutto quello che ho perso in questi ultimi giorni.
E così mi ritrovo un'altra volta nel baratro di pensieri spiacevoli e stressanti nei quali mi chiedo costantemente come stia la mia famiglia e perchè invece di stare a casa con loro sono qui a levarmi pezzi di carne di chissà cosa dai denti.
Ma i vichinghi ce li hanno gli stuzzicadenti?
Mi rispondo che probabilmente usano della corteccia strappata sul momento , o magari delle zampe di qualche insetto imbalsamato.
Blah , che schifo.
E poi comunque nessuno mi capirebbe se chiedessi qualcosa come uno stuzzicadenti.
Figuriamoci, quando ho detto okay ad una delle schiave mi ha guardato talmente strano che sembrava avesse visto una strega.
E non ha tutti i torti . Qui la maggior parte delle persone è ignorante , non legge non scrive e a malapena parla in modo corretto.
Certo , la gente che frequento qui di solito è piuttosto povera , formata principalmente da schiave: non si puó dire lo stesso su l'educazione della famiglia reale. In particolare dei figli del re ora defunto : Bjorn , Ubbe , Vizterg e Ivar.
Si parla solo di loro , nella casa in cui vivo , e la mia condizione sociale certo non mi aiuta a superare la faccenda del " aiutatemi , vengo dal futuro , più di 1000 anni dopo di voi".
Ah giusto , non vi ho ancora detto che sono una schiava . Eh già.
A quanto pare i miei occhi verde scuro e capelli neri non sono molto tipici qui tra il popolo normanno , visto che quando sono stata trovata, confusa e spaventata, da Sami, una signora che possiede una 'casa di schiave', ha capito subito che dovevo essere una straniera , e quindi una schiava.
Non avevo idea allora di saper parlare il normandese .... o forse è norvegese .... aspetta ma qui siamo in Danimarca? No no , forse in Finlandia? Islanda magari...
Boh , fatto sta che non sapevo di parlare la lingua che si parla qui , ma quando la signora si è avvicinata a me con fare prima curioso poi scontroso , afferai al volo ( purtroppo ) la sua affermazione: << Torna subito nella casa , sgualdrina! >> e la seguii fino a qui, confusa e spaventata.
Per fortuna dalla settimana e mezzo che sto qua, non ho dovuto fare altro che pulire la casa svolgendo semplici faccende.
<< Sei ancora troppo inesperta per lavorare nella casa reale , figuriamoci per prestare dei servizi ai principi!>> .
Capii subito cosa intendesse con servizi e anche oggi a pensarci mi vengono i brividi. Non ho neanche 16 anni . E lo so benissimo che qui è l'età giusta per farlo..... ma assolutamente no. Non ho intenzione di perdere la verginità con un puzzolente e peloso uomo vichingo che non amo , che porta malattie e che lo ha fatto con tutto il villaggio.
<< Alice , è il tuo turno per i funghi>> entra Hanna, una schiava piuttosto simpatica , anche se estremamente ingenua e rozza.
Sbuffo silenziosamente e mi avvio verso il bosco guardando il cielo incerta . Tra poco pioverà , ne sono sicura.
Seguo uno dei pochi sentieri che conosco per non perdermi e mi guardo ansiosa intorno tra le foglie. Dovete sapere che sono fortemente Aracnofobica e da quando sono qua mi sono scontrata in parecchi esseri a otto zampe. Riconosco in lontananza un fungo e lo agguanto sul momento .
Continuo a girare per qualche ora circa , quando decido di tornare indietro , avendo raccolto funghi a sufficienza.
Cavoli che scarpinata. Quanto mi mancano le comodissime scarpe da ginnastica. A quanto pare quando sono spuntata qua indossavo già degli abiti da normalissima schiava, come se non avessi mai indossato altro.
Il cielo inizia ad imbrunire , e mi pare di sentire una goccia scivolarmi sul collo.
E ti pareva , non solo tra poco non si vedrà più una ceppa , ma se riusciró a tornare a casa probabilmente saró bagnata zuppa.
Oddio e se mi viene il febbrone? Qui di certo non hanno la tachipirina per alleviare il dolore e chissà quanto è grave l'influenza qui. Da piccola ho visto un film sui vichinghi nel quale un giovane moriva a causa della febbre, e se succedesse anche a me?
Mi ripeto di stare calma e prendo dei grossi respiri in cerca della via di casa.
Per fortuna ho un buon senso dell'orientamento e quindi non ho troppi problemi a trovare il sentiero . Eppure decido di prendere una scorciatoia , che passa più vicino a delle case, anche se di solito cerco di evitare qualsiasi incontro con sconosciuti. Solo per questa volta, mi dico. Almeno a casa non saró del tutto bagnata.
Avanzo a passo veloce e deciso , senza fare troppo rumore quando sento delle voci in lontananza spezzare il silenzio.

<< Ma ti senti quando parli Hvitzerk? Sembri un vecchietto!>>
<< Ivar non parlare così>> mi avvicino cautamente nascondendomi dietro al tronco di un albero per dare un occhiata alla scena, sconfitta come al solito dalla curiosità.
Non ci metto molto a riconoscerne i protagonisti: i figli di Ragnar Lothbrok.
Il mio sguardo si ferma ad uno ad uno mentre discutono e dalle tante descrizioni ricevute a casa di Sami li riconosco ad occhio.
Ubbe è il più somigliante al padre, con capelli lunghi e occhi di un blu penetrante, Sigurd è quello con i capelli biondi, Hvitserk è il più alto mentre Ivar è quello a terra.
Tutte le schiave che parlavano di lui erano terrorizzate , e non a causa del fatto che non avesse ossa alle gambe. Ma a causa della sua pazzia. Un brivido mi percorre la schiena quando sento proprio lui parlare.
<< Che c'è Hvitzerk? Ti senti per caso offeso?>>
Non sono stupita del modo in cui i fratelli bisticciavano tra loro. Almeno una cosa che si vedeva anche dalle mie parti. O meglio, dai miei tempi. Dal cielo arriva improvvisamente un tuono e io per la sorpresa sobbalzo facendo scricchiolare rumorosamente dei ramoscelli secchi sotto le mie scarpe.

Spero che la cosa passi inosservata e invece mi riaffaccio in tempo per vedere Ivar, che si regge sulle braccia a terra, che si guarda intorno con sospetto .
<< Che ti prende Ivar?>> chiede quello che immagino debba essere Ubbe.
<< Credo che ci sia qualcuno ....>> Mi nascondo ancora di più dietro al tronco di un ampio pino, trattenendo il respiro e pregando di non finire nei guai.

<< Lascia perdere. Andiamo prima che inizi a piovere a dirotto>> è Hvitserk a parlare, e provo un impeto di simpatia nei suoi confronti.
Ivar esita ancora per qualche secondo , che io passo col fiato sospeso perchè, per un attimo, mi sembra di incrociare il suo sguardo gelido. Poi peró lo vedo allontanarsi strusciando dietro i suoi fratelli e tiro un sospiro di sollievo, anche se ormai sono un bel po' zuppa. C'è mancato un attimo!

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora