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<<Forse dovremmo fermarci>> mormoro nervosa ad Ivar. Anche se non riesco a vederne l'espressione ora che siedo dietro a lui, il mio petto contro la sua schiena, so che ha alzato gli occhi al cielo. <<Di nuovo?>>
Però non avverto alcun vero fastidio nella voce, e pazientemente fa fermare il destriero, permettendomi di scendere e correre incontro ad Hanna, dolorante e sudata. Siamo partiti da appena due ore e le cose non si mettono affatto bene.
<<Sei sicura di farcela?>> Guardo la mia amica ancora in groppa al cavallo, con la schiena poggiata al petto di Hvitserk, che mi guarda preoccupato. È già la terza volta che ci fermiamo. E per quanto Hanna mi sorrida sempre, cercando di convincermi, assicurandomi di star bene, so benissimo che è preoccupata quanto noi. Le fitte che ha, frequenti e acute, tanto da farla contorcere e gemere nonostante i suoi sforzi di rimanere in silenzio, non sono affatto un buon segno. <<Non ti preoccupare Alice. Sono solo dei piccoli dolori. Posso farcela.>>

Incrocio i suoi occhi chiari di sofferenza, e mi manca il respiro. Se le dovesse succedere qualcosa perché non ho dato retta al mio istinto non riuscirò mai a perdonarmelo. Guardo Hvitserk e so che la pensa come me. Scuoto la testa. <<Non è vero. Non puoi continuare così.>> Hanna si fa ancora più pallida, e guarda un punto alle mie spalle, terrorizzata.
<<Vai Alice starò bene. N-non dovresti farlo aspettare. Se poi dovesse...>> un brivido percorre il suo esile corpo, poi continua <<s-sarà tutta colpa mia>> All'inizio la guardo confusa, poi seguo il suo sguardo e capisco. Ivar. Ha paura di lui. E come biasimarla? Un tempo anche io lo facevo.
Scuoto di nuovo la testa. <<Non preoccuparti per me Hanna. A me importa solo che tu e il tuo bambino stiate bene.>> Mi guarda esitante per qualche attimo, poi si lascia sfuggire una lacrima stringendomi la mano. Un misto salato di dolore, stanchezza, paura e gratitudine.

Continuo a rassicurarla che andrà tutto bene, somministrandole un'erba lasciata dall'anziana speziale, poi faccio un cenno a Hvitserk. Raggiungiamo insieme a piedi Ivar, che è rimasto in groppa al cavallo sfoggiando la sua solita aria indifferente e distaccata. <<Se aspettiamo ancora non riusciremo ad arrivare a Kattegat prima che faccia buio>> sentenzia inespressivamente. <<Se non aspettiamo lei di certo a Kattegat non ci arriverà mai.>> sibila Hitserk, reso irritabile dall'apprensione. Poi però si accorge di quello che ha detto, e si scusa fissandomi. Non ci arriverà mai. Ora come ora mi sento stabile quanto un castello di carta. Potrei avere un crollo nervoso ad ogni istante e l'ultima cosa che vorrei sentire è un litigio tra i due fratelli. E, miracolosamente, loro sembrano capirlo.

Ivar alza gli occhi al cielo, ma la sua voce è paziente e quasi cantilenante quando parla: << Allora cosa proponi di fare fratello? Rimaniamo qui, in mezzo al nulla, dove nessuno potrà aiutarla?>> Hvitserk esita. Quando però apre la bocca per ribattere lo interrompo. <<Ivar ha ragione. Non possiamo restare qui senza fare niente.>> L'espressione di Ivar non varia, ma lo conosco ormai troppo bene per non leggerne il trionfo nello sguardo. Come gli piace avere ragione. <<Ma non possiamo neanche farla viaggiare in queste condizioni.>> La soddisfazione gli scivola via dal volto. <<Cosa dovremmo fare allora?>> Hvitserk mi guarda carico di aspettativa, come se dovessi conoscere la risposta. Anche lo sguardo di Ivar aleggia su di me, pronto a ricordarmi che l'idea di venire fino a qui è stata mia, e quindi la scelta spetta a me.
Rimaniamo tutti e tre in silenzio per un attimo. Mi spremo le meningi, ma sono esausta per la giornata, e non del tutto lucida per l'ansia, e non riesco a trovare una via d'uscita. E come potrei? Sono una ragazza di sedici anni qualunque, non dovrei avere la possibilità di prendere una scelta dalla quale dipende la vita di un altra ragazza. Di un altro essere umano. Non dovrebbe essere così.

<<Aaaah>> L'urlo di Hanna interrompe il mio flusso di pensieri e faccio uno slancio verso di lei, ma Hvitserk mi ferma, carezzandomi la spalla in un gesto che vorrebbe essere rassicurante, ma mi fa solo sobbalzare. Sono più tesa di una corda di violino. <<Vado io. Hai una decisione importante da prendere.>> mi sussurra a mezzo fiato, mentre corre in soccorso della ragazza. La guardo, così debole, sudata, e mi sento quasi mancare. Come posso fare senza di lei? La colpa è mia. Solo mia. Quasi involontariamente i miei occhi cadono su quelli di Ivar, e non riesco a nascondere il turbino di terrore e senso di colpa in cui mi sento sprofondare. Il suo volto si dischiude all'improvviso, e mi sembra, per un attimo, di potervi leggere la mia stessa preoccupazione, lo sguardo di qualcuno a cui importa. Poi però si accorge del suo errore, e si nasconde nuovamente dietro la sua dura maschera di impassibilità.
<<Non c'è un villaggio qua vicino? O qualche persona che conosci? Qualcuno che possa aiutarci?>> La voce mi trema, flebile. Fisso il ragazzo davanti a me, pregandolo, supplicandolo con lo sguardo. Aiutami, ti prego. Esita, negli occhi una nuova luce, e trattengo il respiro. Forse conosce qualcuno, forse c'è speranza.
Eppure alza le spalle, e la voce risuona piatta quando risponde. <<No, non conosco nessuno. >> Lo guardo, sull'orlo delle lacrime, e lui si schiarisce la gola a disagio. <<Nessuno che sarebbe disposto ad aiutarci comunque. E da quanto so il villaggio più vicino è almeno un paio di ore di distanza.>>
Chiudo gli occhi, cercando di trattenermi dal piangere. Pensa Alice, pensa. Poi, inaspettatamente,  avverto la sua mano posarsi sulla mia spalla. È ancora in groppa al cavallo, quando si china su di me, il volto a pochi  centimetri dal mio. Non parla, ma ha gli occhi intrecciati ai miei, lo sguardo così diverso dal solito, così stabile e rassicurante da farmi avvertire il bisogno che mi stringa a lui, che mi rassicuri, che mi dica che andrà tutto bene.  Alice, non è il momento. Cerco di recuperare lucidità, ma un altro urlo di Hanna mi impedisce di pensare ad altro che non sia lei. La raggiungo di corsa, stavolta senza esitare.

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora