Non riesco a crederci.
Prima ancora di aprire gli occhi arrivano i ricordi. Aleggiano nella mia mente impastata di sonno immagini assurde, emozioni impensabili, ma così vivide e intense da farmi contorcere lo stomaco e strabuzzare gli occhi prima ancora di realizzare che é tutto vero.
Non era un sogno.Io e Ivar ci siamo baciati.
E non é stato come la prima volta, quella sera nel bosco, quel bacio nato dall'ebrezza, dall'impulso. Un bacio per sbaglio, solitario e immerso in una densa atmosfera di imbarazzo. Nulla era cambiato tra me e Ivar dopo quella volta, né io avevo desiderato il contrario.Ma ieri... Ieri é stato diverso. Arrossisco al solo pensare alle sue labbra, morbide e ardenti al tempo stesso, unirsi alle mie più e più volte, ora con dolcezza, ora con tale ardore da farmi dimenticare il resto del mondo, persino il mio nome. E io ripeto il suo incessantemente, il suono del suo nome viaggia attraverso il mio intero organismo, dal cuore, tra i respiri, nella mente, sulle labbra. <<Ivar>> sussurro, emettendo poco più di un sibilio, che però é abbastanza per togliermi il fiato.
Sorrido. Rivedo il suo volto sotto le palpebre, me ne nutro cullandomi nel battito accelerato del mio cuore, ritmico e incalzante. Non mi sono mai sentita così prima d'ora, e parte di me ha ancora paura che si tratti di un sogno.
Se lo é, non voglio risvegliarmi.
Richiudo gli occhi, la stanza ancora immersa nella penombra, e non posso fare a meno di aguzzare le orecchie per sentire il suo respiro, allungando la mano sul letto nella speranza di fermarsi sulla sua pelle. Purtroppo però non incontro altro che ruvido tessuto vichingo.Non é che mi sono davvero sognata tutto?
Mi alzo a sedere di scatto, lasciando scivolare alle mie spalle anche le ultime tracce di sonno, quando i miei occhi si scontrano nel colore blu del mare. Trattengo il respiro, il cuore salta un battito, e arrossisco violentemente. Lui, impeccabile come sempre guarda me, i capelli intrecciati come neri rovi che mi cadono disordinatamente sul volto, le orecchie e le guance accese di imbarazzo. Ma nonostante tutto non riesco a sottrarmi al suo sguardo, profondo e divertito.
É giá vestito, e riesco a vedere dalla fessura della tenda, alle sue spalle, che é ormai pieno giorno.Per un attimo temo che stia per farmi una delle sue solite battutine su come sia pigra e dorma sempre fino a troppo tardi. Temo che torni ad essere quello di sempre.
<<Buongiorno>> si limita a mormorare, il solito sorriso divertito sulle labbra.
Almeno non ha ancora fatto battute...
Mi schiarisco la voce, a disagio. <<È- é da tanto che sei qui?>> La mia domanda é chiara e ha un semplice scopo.
Mi ha sentito quando mormoravo il suo nome, appena sveglia? Mi ha visto cercarlo nel letto? Oddio che vergogna...<<Da un po'.>> La sua voce é pacata, inespressiva. Ma gli occhi sono accesi di divertimento, le labbra strette nel tentativo di rimanere serio.
<<Perché?>>
E mi basta guardarlo per sapere che ha sentito. Oddiodio. Vorrei sparire. Vorrei che un buco nero mi risucchiasse al suo interno facendomi sparire per l'eternità.
Ringrazio il cielo di non potermi vedere allo specchio in questo momento, mentre sento la vergogna piombarmi addosso senza pietà. Cosa penserà di me adesso?? Stupida stupida stupida Alice.Apro la bocca per rispondere impacciata, nel vano tentativo di emettere suoni che abbiano un senso logico, quando vedo qualcosa piombarmi addosso, e d'istinto spalanco le mani per afferrarlo.
<<Mangia.>> Alzo lo sguardo, una mela rossa stretta tra le dita, e scruto Ivar, un misto di gratitudine e sorpresa. <<Sei sempre confusa prima di fare colazione.>> aggiunge e io non posso fare a meno di sorridere come una scema.
Alzo gli occhi al cielo, ma non sono affatto infastidita. <<Grazie>>
Inizio a mangiare, sentendomi ora più tranquilla.
Non tutto deve cambiare tra di noi.
Penso tra me e me. Con il tempo ho imparato a sentirmi a mio agio in compagnia di Ivar, a scherzarci senza problemi. Non voglio che questo cambi, anche se...dopo ieri...
Non posso cancellare le immagini dalla mente, e continuo a sorridere, senza riuscire a trattenermi.
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...