<<Vardan?>> Appena un attimo fa ero sotto al sole cocente, a respirare l'odore acre della battaglia sotto lo sguardo omicida di un vichingo sconosciuto, e adesso mi ritrovo al buio, in un'angusta tenda che non avevo mai visto prima, con la possente mano di Vardan stretta attorno al gomito. Interrompo subito il contatto strattonando il braccio, e lo guardo interrogativa.
Il volto di Vardan appare imperturbabile come al solito, nonostante la distanza tra di noi sia inusualmente minima.
Trattengo il respiro sotto i suoi occhi verdi e acuti che mi scrutano attentamente, mentre se ne sta in silenzio con quel sorriso sornione. Non è la prima volta che siamo da soli, ma essere all'improvviso così vicini, al buio e per di più in uno spazio ristretto mi mette un po' in soggezione.
Ma fortunatamente vengo distratta dal suono delle voci sempre più numerose che riempiono l'aria al di fuori della tenda.
È tornato Ivar? Ivar... Al solo pensiero del suo nome vengo invasa dal forte desiderio di vederlo. Sarebbe l'unica cosa che potrebbe farmi superare questa giornata spaventosa e interminabile.
Devo andare a cercarlo.
Faccio per uscire, impaziente e leggermente agitata, ma vado a sbattere contro il petto di Vardan. Aia.
L'irritazione mi punge il naso appena sbattuto, e gli lancio un'occhiataccia. <<Fammi uscire>>
Basta una sua risata per farmi adirare ancora di più. Riprovo a farmi avanti, ma senza alcuna difficoltà Vardan prevede le mie mosse, e mi impedisce di fare anche solo un passo verso l'uscita. Ma che problemi ha??
Che fine ha fatto il vichingo? E Ivar dov'è? E se il vichingo gli facesse del male?
<<Fammi uscire!>> Ripeto sempre più scocciata.
<<Da dove vieni tu non è buon costume dire grazie?>> <<Grazie?! E per cosa? Mi stai praticamente tenendo in ostaggio!>> Vardan alza gli occhi al cielo, o meglio, al soffitto della tenda, ma sta ancora sorridendo. Poi però si fa serio all'improvviso.<<Saresti potuta morire, là fuori. Devi stare più attenta.>> Sbatto le palpebre un paio di volte, stupita. Si preoccupa per me? La schiava del suo nemico??
<<Era tutto sotto controllo.>> Borbotto, sperando che questo lo faccia retrocedere. Ma non è così.
Ma chi si crede di essere questo? Mio padre?
<<Se ti dico grazie, mi farai uscire?>> Sto al gioco, nonostante l'irritazione. Prima di rispondere Vardan lancia un'occhiata fuori dalla tenda, sporgendo la testa all'aperto, e quando torna ha un'espressione imperscrutabile, come sempre.
<<Non ancora.>> risponde infine, strizzando gli occhi per riabituarsi all'oscurità. Con uno scatto fulmineo si richiude la tenda alle spalle prima che io possa sbirciare al di fuori. Cosa succede?
Solo l'espressione serena sul suo volto mi impedisce di pensare il peggio. Al di fuori della tenda sento un grido, dei colpi di metallo e ho un'improvvisa realizzazione.
<<Cosa ne farai del vichingo che ho ferito?>> Vardan si passa distrattamente una mano sulla barba incolta. La voce è amara quando risponde.
<<Quello che merita.>> Trattengo il respiro. Poi aggiunge, la voce sempre più bassa, scura.
<<I miei uomini se ne stanno occupando adesso. Di lui, e di tutti quelli che restano.>>
Sussulto.
Anche se quell'uomo ha appena tentato di uccidermi, e io stessa l'ho ferito senza pensarci due volte, come posso starmene qui ferma sapendo che a pochi metri da me una vita viene strappata? Dopo che già così tanto sangue è stato versato oggi?
<<Fammi uscire.>> ripeto, una fermezza nella voce che stupisce sia Vardan che me. L' uomo inarca un sopracciglio ma non si muove di un passo. <<Voglio uscire!>> Non si smuove, nè la sua espressione varia. Noto però il familiare luccichio di curiosità dei suoi occhi prendere forma.
<<Non lo vuoi veramente, Nessuno. Ti sto risparmiando una vista a dir poco spiacevole.>>
Sento una rabbia viscerale impadronirsi di me, e nè voglio nè potrei tenere a freno la lingua.
<<Allora perché lo fai uccidere? Potreste tenerlo come ostaggio, o ottenere informazioni o->> Vardan mi interrompe bruscamente, la voce acuita dalla sorpresa. <<Gli risparmieresti la vita? Dopo che ha appena tentato di ucciderti?>> Il volto di Vardan ha perso tutta la sua impassibilità ed è ora aperto, la sua voce é un libro dove leggo stupore, confusione, rabbia.
<<Certo! - la voce mi si incrina, e devo fare uno sforzo enorme per non scoppiare a piangere. Non riesco però a trattenere un singhiozzo.- Troppo sangue è stato versato oggi...troppa morte. Nessuno più deve morire. Non per me.>> Tiro su con il naso e distolgo lo sguardo, pentendomi di essere risultata così debole, così sensibile. I vichinghi non sono così.
Io non sono adatta ad essere una vichinga.
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...