Prima che io riesca ad accorgermene la sua possente mano mi strappa un lembo del vestito, il violento gesto seguito da risate roche ed eccitate. Non riesco a fermarmi, scaccio la sua mano e mi ricopro vergognosa. L'uomo ridacchia <<Che pensi di fare, cucciola?>> di nuovo le sue possenti braccia mi avvolgono, con ancora più veemenza, e io, per disperazione, mi ritrovo a mordergli la ruvida mano con tutta la forza e la rabbia che ho in corpo. <<Ah! >> L'uomo si scansa disgustato, e mi risponde con un sonoro schiaffo, lasciandomi a bocca aperta per il dolore, con le lacrime agli occhi. <<Come osi resistermi? Sai chi sono io?>> Un altro scossone, ma non è stato lui. È uno degli altri uomini. Stanno ridendo, ma non sono più amichevoli. Sento i loro sguardi perversi, i ghigni malevoli, le parole sconce, i gesti violenti. Cerco di rispondere, al limite della disperazione. Mi fa male tutto e sono quasi nuda. Grido e mi ribello, mentre sudicie mani mi stringono e mi spingono, mi tirano i capelli e mi strappano le vesti...Un brivido mi corre lungo la schiena mentre incrocio quegli occhi freddi e indimenticabili. Non fatico a riconoscere l'uomo di fronte a me, mentre rivedo la scena del nostro incontro davanti agli occhi. Se non fosse arrivato Ivar....
Il cuore mi batte all'impazzata e rimango paralizzata dal disgusto e dall'orrore di fronte al violento vichingo. Bennson, così si chiamava. Mi squadra impassibile per un attimo, un'ombra di confusione nella sua espressione. Ho il cuore in gola mentre aspetto che reagisca alla mia comparsa. Dentro di me ringrazio il cielo, perchè indosso ancora il cappuccio che avevo fuori per il freddo. Ora che i miei capelli neri sono coperti è più difficile che si ricordi di me. E infatti passa qualche secondo, ma lui non mostra alcun segno di avermi riconosciuta. Grazie al cielo.Poi peró inizia a scrutarmi in un modo che mi fa rivoltare lo stomaco. Sono tentata di insultarlo, o di colpirlo con qualcosa, o semplicemente di darmela a gambe, che sicuramente sarebbe la cosa più saggia di tutte. E invece rimango immobile, non riuscendo a sottrarmi da quel suo ghigno perverso. Ti prego fa che non succeda di nuovo. <<Bene bene bene.>> si limita a mormorare lentamente, con un tono di voce basso e inquietante. <<Che piacevole sorpresa. È una tua amica?>> Rabbrividisco, e sono sicura di essere pallida come un morto in questo momento, mentre la mia amica annuisce debolmente, un po' per la stanchezza, un po' per la preoccupazione.
La guardo, mentre tenta di mettersi a sedere, come per aiutarmi ad affrontare questa faccenda, e nel vedere la sua pancia ingrandita sento un tuffo al cuore. Passo lo sguardo a turno su di lei e sull'uomo, che se ne sta in piedi davanti alla porta, e capisco. Il bambino è suo. È stato lui a metterla incinta.Bennson, continuando a mettermi a disagio con il suo sguardo insistente, si va a sedere su una sedia all'angolo estremo della stanza. Adesso che è un po' più lontano riesco a respirare con più facilità, ma continuo ad avere una cattiva sensazione. Se solo la smettesse di fissarmi a quel modo...
Ma poi mi faccio forza e, approfittando della distanza tra di noi, sussurro in modo che non riesca a sentire quello che dico, incrociando gli occhi affaticati ma limpidi della mia amica. <<È stato lui, non è così?>> Lei abbassa lo sguardo e a me trema la voce. <<È stato lui. Porti il suo bambino in grembo.>> Affermo, ormai convinta. Hanna sussulta alle mie parole, e mi pento di essere suonata così dura. Ma fatico a pensare lucidamente, adesso che l'assurdità della situazione mi colpisce veementemente, fatico a ragionare, a comprendere. Fatico persino a respirare.<<Che cosa ti ha fatto??>> Abbasso il tono di voce, avvicinandomi ancora di più ad Hanna, che però rifugge il mio sguardo. <<Ti ha..?>> Sussurro, e lei si limita ad annuire, mentre una lacrima solitaria le attraversa il viso. <<Oh Hanna...>> Gli occhi mi si inumidiscono, e rischio a tal punto di venire sopraffatta dalla tristezza e dalla rabbia impotente per il destino di questa povera ragazza, che mi costringo distogliere lo sguardo da lei. <<Come..?>> Le domando, e lei racconta brevemente, a denti stretti. L'anziana signora intanto si è messa ad accendere il fuoco e preparare qualche medicinale, così da fare rumore per evitare che Bennson possa sentirci. Le lancio un'occhiata colma di gratitudine e mi concentro sulle parole di Hanna. <<È venuto da Sami, un paio di giorni dopo che te ne sei andata. Era molto arrabbiato, e ha richiesto di vedere tutte le schiave. Peró quel giorno c'eravamo solo io e un'altra, che peró era impegnata. E quindi...- inizia ad impappinarsi, arrossendo leggermente, fissandomi con i suoi occhioni apprensivi- come sai non era la prima volta e..n-non pensavo sarebbe successo....>> E si tocca istintivamente la pancia. Faccio qualche calcolo a mente e rabbrividisco. La mia amica è incinta di circa tre mesi.
Poi continua, con voce incrinata. <<Quando l'ho scoperto, Sami non mi voleva più, e come biasimarla? Chi vuole una schiava che aspetta un bambino?- scrolla le spalle e cade il silenzio tra di noi.
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𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠
FantasyAlice è una normale sedicenne del ventunesimo secolo quando si ritrova, all'improvviso, a viaggiare indietro nel tempo fino ad arrivare all'epoca dei Vichinghi. Lì, scossa e confusa più che mai, viene accidentalmente scambiata per una schiava, finen...