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Torno a casa che è notte inoltrata, spaventata a morte da qualsiasi rumore mi circondasse. Molte ragazze che vivono da Sami avevano raccontato di essere state spesso aggredite e violentate di notte in strada. Per fortuna non è successo niente di tutto ciò , e arrivo a casa sana e salva. <<Sarò io ad ucciderti>> Le sue parole riecheggiavano nella mia mente durante tutto il tragitto, facendomi rabbrividire ancora di più. Perchè proprio a me? Ma dico, di tutte le persone nell'universo che dovevano tornare all'epoca dei vichinghi, proprio io dovevo essere? E in più , proprio io dovevo entrare nella lista nera del vichingo più pericoloso che esistesse? Rientrata a casa sbuffo, pronta a beccarmi la ramanzina per essere tornata così presto. Ma Sami dorme e per il resto la casa è completamente vuota. Probabilmente stanno tutte lavorando... Sami mi avrebbe buttata fuori , senza dubbio, una volta udito il meraviglioso racconto delle mie gesta. "Era tanto difficile lasciare che i marinai facessero quello che volevano?" già la immagino urlare esasperata. Inutile dire che ci ho messo una vita ad addormentarmi, tanto che ho fatto in tempo a sentire Hanna che rientrava, quando ormai stava albeggiando. Ho fatto finta di dormire, non mi andava di parlare, e finì che mi addormentai sul serio. Alla solita ora del mattino, quindi due ore dopo, la mia amica mi sveglia e io, assonnata e distrutta , per non dire anche imbarazzata, umiliata, ancora sotto choc e spaventata per la reazione di Sami, le racconto della sera prima. << Oh nonononono. Le cose si mettono davvero male....Sapevo che non ti aveva dimenticata, che si vendicherà. Avresti dovuto ascoltare me e Hvitserk... ah Hvitserk! Dovremmo andare da lui a chiedere aiuto e anche se- >> La interrompo divertita, anche se è un po' fuori luogo esserlo, vista la situazione. << Non vedi l'ora di rivedere Hvitserk eh?>> Lei subito diventa rossa come un pomodoro ( a proposito, non mangio un pomodoro da così tanto! Ma quanto ci mette Colombo?) e mi da una bottarella amichevole, che però fa davvero male, sulla spalla <<Ti sembra il momento!? Sei davvero incorreggibile Alice! È una faccenda seria, potresti ,anzi, finirai sicuramente uccisa!>> Alzo gli occhi al cielo, ma sotto sotto sono terrorizzata. Non rivedrei mai più i miei genitori... il mio fratellino, se dovessi morire qui. Le mie amiche... i miei compagni di scuola... Gli occhi mi si riempiono di lacrime e Hanna mi guarda prima severamente, poi si addolcisce e mi stringe in un rozzo e goffo abbraccio, che però apprezzo davvero.


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È pomeriggio inoltrato e ho passato la giornata a fare commissioni e pulizie, riordinamenti vari ecc. Sono sempre più agitata, perchè Sami ancora non mi ha sgridata? Possibile che non abbia sentito? Aspetto per tutto il giorno che lo faccia, ma invano. Probabilmente la notizia non è neanche girata. Mi rimprovero mentalmente, smettila di crederti così importante, a nessuno importano le gesta di una schiava straniera, figurati. Certo che tutta quella storia con Ivar avrebbe dovuto girare... Ma allora perchè Sami non da l'impressione di sapere niente?
.......
Alla fine passano tre o quattro giorni in totale tranquillità. Nessuno mi chiede più di servire da bere a una festa, o di.. intrattenere uomini. Solo faccende di casa e lavoretti in giro. Hanna, che ha capito benissimo che dove vado io seguono guai, è sorpresa quanto me. Anche lei si aspettava l'arrivo della spaventosa e tanto temuta vendetta di Ivar, così come la reazione negativa della padrona di casa in merito al mio insuccesso con i marinai. <<Se lo avessi fatto io- mi ha detto una sera- come minimo mi avrebbe cacciata di casa. È successo a una ragazza una volta. Intendo dire... che non svolgesse il suo lavoro. Se ne è dovuta andare e nessuno ha più sentito parlare di lei. >> Mi sono sentita male per quella povera ragazza, e mi sono accorta di quanto mi sia andata di lusso. Niente stupri, verginità conservata e prostituzione rimandata. Forse persino Ivar si é dimenticato di me, anzi, quasi sicuramente lo ha fatto. Chi darebbe importanza a una schiava come me? Sospiro sollevata a questa ipotesi, non sapendo che a breve mi sarei dovuta ricredere.

.....

Siamo nel tardo pomeriggio e sono nella stanza con Hanna, che si sta preparando per una serata tra uomini. In questi giorni di serenità mi ha insegnato ad acconciare i capelli, facendomi esercitare sulle altre ragazze. Così mi offro di farle una treccia e lei si mostra entusiasta. Intanto mi racconta della sua ultima conquista <<C'è questo giovanotto, figlio di un noto marinaio, che è venuto a cercarmi tre volte nella stessa sera.Tre volte, ti rendi conto? >> <<È carino almeno?>> domando incuriosita, anche se non ha molta importanza. Carino o no, se lui ti vuole te non puoi tirarti indietro. <<Se ti piacciono quelli senza i denti davanti...>> Spalanco gli occhi scoppiando a ridere <<Cosa?!>> la mia amica mi segue a ruota e passiamo gli attimi successivi a sbellicarci dalle risate, quando la porta si spalanca all'improvviso, mostrandoci lo sguardo severo di Sami, la nostra padrona. La sua espressione non annuncia niente di buono, e
ed un attimo temo che abbia scoperto quello che era successo alcune sere prima. Vedo anche Hanna irrigidirsi vicino a me. Sami si rivolge prima a te <<Domani tocca a te pulire la casa >> il suo tono non ammette repliche e Hanna annuisce <<e ora sbrigati che le ragazze ti aspettano, in quanto a te>> e passa il suo sguardo su di me. Sembra improvvisamente soddisfatta... direi orgogliosa se non conoscessi il soggetto. <<mia cara, faresti meglio a sbrigarti a fare i bagagli>> <<Cosa?!>> sbottiamo in contemporanea io e la mia amica. Mi sta forse cacciando? E dove andrò? Che fine farò? Il volto di Sami si spalanca in un sorriso, ed è la prima volta che lo vedo. Non sarebbe neanche tanto male, in fondo Sami avrà appena 35 anni, se i denti non fossero di un orrido colore giallognolo. Poi la sua voce, acuta più di quanto lo fosse mai stata, mi annuncia << Sei stata richiesta per servire al palazzo del trono, al centro di Kattegat. Non ti emozionare troppo però, sei solo in prova>> La fissò scioccata, e Hanna lo è quanto me. <<C-che vuol dire al p-palazzo d-deel->> La padrona mi interrompe spazientita <<Sapevo che eri un'ingrata!A pensare che è stato nient'altro che il figlio del defunto re a chiedere la tua presenza! >> Il figlio del re? Il sangue mi si gela nelle vene, e prego dentro di me : ti prego ti prego ti prego, fa che si tratti di Hvitserk, fa che sia stato Hvitserk. <<Quale dei figli?>> Domanda Hanna la posto mio. <<Ivar Ragnarsson in persona. E ora datti una mossa, sei attesa lì per il tramonto.>> Ah.
Ora si che sì mette male.

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora