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Raggiungo il margine dell'accampamento e mi siedo sotto l'ombra di un albero, per riprendere fiato.

Mi sento confusa, inquieta e piena di domande irrisolte. Non vorrei che fosse così, ma più di tutto mi sento lasciata fuori. Quasi tradita. E non capisco.
Perché Ivar mi tiene sempre all'oscuro di tutto? È innegabile che ci siamo avvicinati molto nell'ultimo periodo e a giudicare da come mi guarda... come mi bacia...
Possibile che ancora non si fidi di me?

Ripenso a quando Lena gli ha detto di uccidermi e un brivido mi percorre la schiena. Mi sembrano passati mesi interi da allora, ma so che si trattava di appena qualche settimana fa. E le sue parole sono tatuate come cicatrici nella mia mente, indelebili.

<<La dama nera ti porterà alla morte. Lei sarà la tua fine, Ivar.>>

È per questo allora che non mi rivela i suoi piani? Non riesce a fidarsi?
O forse è perché non mi ritiene abbastanza importante? Forse per lui sono veramente solo una schiava. Un oggetto.

Ogni cellula del mio corpo vuole ribellarsi a questa possibilità, ma nonostante cerchi di convincermi che non può essere così, che Ivar ha fatto tante cose che dimostrano il contrario, non riesco peró a sradicare del tutto il dubbio.
Rimane invece ben impiantato nella mia mente e alla fine capisco che c'è un solo modo per scoprire la verità.
Anche se non vorrei, devo chiederglielo. Devo parlare con Ivar, una volta per tutte.
E se per lui fossi solo una schiava... Nascondo il volto tra le mani e strizzo gli occhi, scacciando il più lontano possibile il pensiero. È inutile preoccuparsi adesso. Al momento giusto glielo chiederò.

Rafforzata da quest'ultima decisione mi alzo in piedi e mi avvio a passo lento lungo l'accampamento, ormai gremito di volti vivaci e conosciuti. Non voglio parlare con nessuno, ma non voglio neanche stare da sola. E tra il sopportare qualche chiacchiera di convenienza e rimanere da sola con i miei pensieri confusi e angoscianti non ho problemi a scegliere la prima opzione.
Così cammino distrattamente, faccio un cenno qualcuno, saluto qualcun altro, e quando arrivo davanti alla tenda di Hanna esito.

Sono troppo curiosa. Che sia ancora lì dentro con Hvitserk?
Chissà se lei alla fine ha accettato. Mi fa così strano pensarci. Hanna é così giovane e già aspetta un figlio. Forse si sposerà.

Mia madre mi ucciderebbe se fosse successo a me. Figuriamoci se venisse a conoscenza di tutto quello che mi é successo... Chissà se si sono accorti della mia assenza. Chissà come stanno, cosa stanno facendo.

Basta Alice! Non devi pensarci. Se potessi rivederli... Se solo...
No, é inutile.
Non riesco a fermare i miei pensieri.

Resto in piedi come una stupida mentre figure rapide e indaffarate mi trascinano da una parte all'altra, tutti con una meta precisa. Io solo resto immobile, senza sapere dove andare.

Mi devo distrarre. Caro Odino, se sono davvero la tua prescelta o schiava o quello che ti pare, ti prego ti prego, aiutami a non pensare più!

E in un istante, come un prodigio divino, un bagliore ramato mi cattura gli occhi, travolgendomi in pieno e fermandosi davanti a me, le mani strette sulle mie spalle. Impiego qualche attimo a riconoscere il volto davanti a me, e quando lo faccio sono assalita dall'istinto di rirtarmi, infastidita. Ma ingoio l'irritazione e mi sposto delicatamente al lato, coprendomi dal sole per scrutare al meglio Mona, che mi fissa stringendo gli occhi, un sorriso stampato sulla bocca.

Con fastidio noto che sotto la luce del giorno i suoi capelli brillano di un colore aranciato così splendido che non riesco a fermarmi dal paragonarlo con quello dei miei, nero e ispido come le piume di un corvo spelacchiato.

𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠'𝑠𝑙𝑎𝑣𝑒 // 𝐼𝑣𝑎𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝐵𝑜𝑛𝑒𝑙𝑒𝑠𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora