Serendipità
Indica l'occasione di fare felici scoperte per puro caso, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un'altra.
«Tae!»
Elaine sussultò e si guardò in giro spaventata. Da dove proveniva quella voce? Intorno a loro non c'era nessuno. Il taxista aveva ragione!
Taehyung la osservò confuso, poi, con estrema calma, tirò fuori dai pantaloni un walkie-talkie ed Elaine si sentì stupida.
«Jimin-ah» canticchiò il ragazzo.
«Dove sei? Non abbiamo ancora finito qui» disse la voce proveniente dall'altro apparecchio.
Taehyung sbuffò. «Va bene, va bene. Arrivo.» Mise via l'apparecchio nero e tornò a guardare la ragazza. Il suo sguardo era triste. «Devo andare. Continuammo dopo, va bene?» Elaine annuì. Si salutarono e la ragazza lo osservò mentre si avviava verso le scale e le saliva di corsa.
Quando rimase sola, si guardò intorno con aria annoiata. Non sapeva cosa fare, tornare nella sua stanza le parve uno spreco. Guardò l'ora all'orologio appeso al muro e dopo pochi minuti, che passò a riflettere, decise di visitare il piano terra. Da quando Taehyung le aveva accennato della biblioteca, i suoi pensieri si erano focalizzati su quest'ultima. Se infatti non fossero stati interrotti, gli avrebbe chiesto di vistare quella stanza prima di ogni altra.
Ovviamente, in quanto scrittrice, sentì il richiamo dei libri e andò nella direzione che le era stata indicata. Attraversò un arco di legno e trovò la stanza che cercava all'inizio del corridoio. Sulla porta pendeva un cartello con la scritta "biblioteca" in inglese. Elaine notò che era nuovo, la carta era bianca e pulita. Pensò che fosse stato messo lì da poco e, guardandosi intorno, notò che anche le altre porte del corridoio avevano un cartello personale.
Con il cuore che le batteva veloce nel petto, prese delicatamente il pomello tra le dita e lo girò. La porta di legno si aprì scricchiolando. I suoi occhi si riempirono di nuovo di meraviglia. La biblioteca era una stanza non troppo grande, ma decisamente più spaziosa della camera di Elaine. Le sue pareti, dipinte di un verde acqua molto chiaro, erano quasi del tutto coperte da grandi scaffali di legno, ciascuno riempito di libri dall'aspetto antico. Le uniche parti del muro non coperte da scaffali erano una piccola sezione, nella parete opposta all'entrata, occupata da una grande finestra e un'altra, sulla parete alla sinistra, in cui era presente un grande camino. Sopra quest'ultimo la parete verde era vuota. Elaine pensò che magari in passato vi fosse appeso un quadro. Un altro gigantesco tappeto, dalle decorazioni floreali, ricopriva quasi tutto il parquet del pavimento. Nella stanza non erano presenti molti mobili: solo un tavolo ovale, due poltrone dall'imbottitura anch'essa verde e un lungo specchio appoggiato vicino alla finestra.
Elaine fece alcuni passi verso il tavolo, si fermò vicino ad una delle poltrone e l'accarezzò. Con sorpresa, si accorse che era parecchio morbida. Si vide già seduta lì, il portatile sul tavolo, a scrivere chissà quale storia. Si immaginò il fuoco scoppiettare nel camino e illuminare la stanza altrimenti oscurata dalla notte fredda. Era sicura che quello sarebbe diventato il suo posto preferito ad Heathersgate Hall. Fece altri passi verso la finestra. Quella stanza dava su una parte del giardino in cui non era ancora stata, non curato come quello frontale. Le siepi avevano una forma non chiara, erano di diverse altezze e in alcuni punti l'erba era cresciuta selvaggiamente. Toccò le pesanti tende verde scuro, passando le mani sul velluto morbido.
Quando passò davanti allo specchio appoggiato al muro, si piegò per osservare il suo riflesso. I suoi occhi scuri erano provati per il viaggio. In treno era stata solo due ore, ma suo padre l'aveva fatta arrivare in stazione quasi un'ora prima. «Non si sa mai!», le aveva detto. Inoltre, quella mattina si era svegliata presto per fare i bagagli e per pulire la sua stanza prima di andarsene. Si meritava di dormire fino a tardi il giorno dopo. Continuando a osservarsi si rese conto che l'abbronzatura estiva dava una vitalità maggiore al suo altrimenti pallido viso. Presto però, le poche ore che aveva passato sotto il sole ad abbronzarsi sarebbero sparite. L'abbronzatura non le rimaneva mai per troppo tempo. Si osservò i capelli, quel giorno le cadevano lisci e poco vaporosi. Se si fosse fatta la riga in mezzo sarebbe potuta passare benissimo per un membro della famiglia Adams. Sorrise felice a quell'idea.
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Dead Leaves || BTS
Fiksi PenggemarDopo il successo del suo primo libro, Elaine è spinta dal suo agente a scriverne un secondo, ma questa volta si vede costretta ad affrontare un temibile ostacolo: il blocco dello scrittore. Pensando che cambiare ambiente potrebbe aiutarla, Elaine ac...