«Non vedevamo l'ora che arrivassi» continuò Namjoon ed Elaine pensò che il "noi" comprendesse anche Hoseok. Era da un po' che non lo vedeva, non era passato a trovarla quando era arrivato dalla Corea a inizio mese.
Raggiunsero l'entrata, Namjoon le tenne aperta la porta di legno scuro, facendole cenno di avanzare per prima. Se l'esterno l'aveva incantata, l'interno fece altrettanto. Elaine avanzò di qualche passo, la bocca aperta e gli occhi scuri che brillavano per la meraviglia. Il legno regnava in quell'ambiente tetro, dalle pareti ai mobili originali d'epoca. Un lampadario lungo, di ottone scuro e con decorazioni floreali, pendeva immobile e fragile dal centro dell'alto soffitto a cassettoni, dello stesso legno scuro della stanza e con i bordi intagliati. Davanti a lei, un imponente scala lignea, i cui gradini erano coperti da un tappeto persiano, si ergeva solenne. Elaine sentì un forte desiderio di salire gli scalini e toccare il legno liscio del corrimano. Fece un altro passo in avanti e sotto i piedi sentì qualcosa di morbido, subito abbassò lo sguardo e notò a terra un altro tappeto, abbastanza grande da coprire quasi tutto lo spazio fino al primo scalino, abbellito con decorazioni simili a quelle che si trovavano sulla scala. Chiunque avesse scelto quei tappeti aveva buon gusto.
«Ti piace?», le chiese Namjoon, sorridendo. Namjoon si abbassò per togliersi le scarpe ed Elaine notò solo in quel momento l'incredibile numero di scarpe che erano state lasciate vicino all'entrata.
In Corea, come in molti paesi dell'Asia era consuetudine togliersi le scarpe sporche prima di entrare in casa. Elaine ricordava ancora la sorpresa che aveva provato quando si era trasferita nella casa condivisa da sua madre e dal padre di Namjoon. Ormai, però, si era abituata a quell'usanza e non ci fece troppo caso.
«Sì!» Imitò il fratellastro e si tolse le scarpe a sua volta. Namjoon le passò delle pantofole blu, tirate fuori da un mobiletto di legno poco lontano dalla porta.
«Te la immaginavi così quando te l'ho descritta?»
Elaine sorrise, rapita dal ricordo della prima volta in cui le aveva parlato di quella casa. «No, non le hai fatto giustizia nemmeno un po'.»
«Be', non sono io lo scrittore tra noi due» si difese il ragazzo. Elaine continuò a guardarsi intorno. Fino a quel momento il suo sguardo era rimasto fisso sullo spettacolo di fronte a sé, ma dietro al fratellastro scorse una porta di legno aperta, dalla quale riusciva ad intravedere solo uno spicchio di un lungo corridoio, la cui atmosfera sembrava essere in linea con quella dell'atrio. Chissà cosa si nascondeva oltre quella porta socchiusa, il desiderio di esplorare quella casa si fece sempre più vivo.
«Lo so, lo so!» le disse Namjoon, come se le avesse letto i pensieri. «Prima di farti fare il giro della casa, volevo mostrarti la tua stanza e poi vorrei presentarti agli altri.» Elaine sapeva già chi lui volesse presentarle prima di chiunque altro. Aveva promesso al padre di Namjoon di chiamarlo per descrivergli quella persona, ma sentire quelle parole fece sparire un po' della sua curiosità.
Elaine assunse un'espressione che Namjoon avrebbe definito buffa, mentre pensava al fatto che avrebbe dovuto conoscere persone nuove. La comunicazione non era il suo forte e non amava i silenzi imbarazzanti che si creavano durante le presentazioni o i convenevoli. Il suo coreano poi non era più quello di alcuni anni prima. Una parte di lei temeva che gli altri inquilini della casa avrebbero riso della sua pronuncia dal forte accento inglese. Namjoon le aveva già detto che non tutti gli altri ragazzi erano ferrati in inglese, sebbene si trovassero in Inghilterra già da un po', e quindi non poteva comunicare con la sua lingua natia. Hoseok di sicuro avrebbe riso di lei, come aveva sempre fatto, e, sebbene non ci fosse nessuna cattiveria nelle sue battute, un po' ferivano il suo orgoglio. Con Namjoon era diverso. Essendo bravo in entrambe le lingue, era sempre un sostegno per lei. Quando parlava poteva farsi scappare delle parole in inglese e lui non ci avrebbe nemmeno fatto caso.
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Dead Leaves || BTS
Hayran KurguDopo il successo del suo primo libro, Elaine è spinta dal suo agente a scriverne un secondo, ma questa volta si vede costretta ad affrontare un temibile ostacolo: il blocco dello scrittore. Pensando che cambiare ambiente potrebbe aiutarla, Elaine ac...