«Mamma.» Langston è piccolo, avrà appena sette anni. Ha la testa rilassata sul grembo della madre, che gli sta accarezzando i capelli ricci.
«Dimmi» la voce di sua madre era gentile, piena di speranza e amore.
«Perché nasciamo?» Era una domanda che gli frulla in testa da ormai qualche giorno.
Sua madre si mette a ridacchiare. «Perché Dio ci ha concesso il suo regalo più bello: la vita» glielo spiega come fosse la cosa più ovvia al mondo.
«Davvero?»
Le sue carezze si fanno più gentili. «Ne sono sicura. E sai perché?» Il bambino alza la testa verso la madre, gli occhi pieni di curiosità. «Perché mi ha dato questo bellissimo bambino che tengo tra le braccia.»
Langston cerca di scappare dai baci insistenti della madre, ma in verità ne è compiaciuto.
«È morta un anno dopo.» Taehyung sussulta, rendendosi conto solo in quel momento di trovarsi in un ricordo. Langston, la sua versione adulta, è in piedi al suo fianco. Entrambi osservano la scena a distanza.
«Sembra un'ottima madre» risponde Taehyung, non sapendo che altro dire.
«Lo è stata.» La sua voce e il suo sguardo sono diversi da quelli del bambino che hanno davanti.
Taehyung si volta per guardarlo direttamente. «Perché hai lasciato andare la mia mano?»
«Non posso andarmene» ripete Langston, senza guardarlo in volto. «Potreste ancora avere bisogno di me.»
«Dovresti pensare più a te stesso.»
Lo sguardo di Langston rimane stabile sulla scena amorevole davanti a loro. Non sembra intenzionato a rispondere alla domanda di Taehyung, che lo guarda confuso. Quel volto privo di emozioni, costringe Taehyung a chiedersi se provi ancora delle emozioni.
«È per questo che sei rimasto qui? Perché credi che quello sia il tuo compito?» gli chiede curioso.
Langston finalmente si gira verso di lui. «Ho fallito nel proteggere le persone a cui tenevo di più. Per questo Dio mi ha punito» lo dice con tale naturalezza da far capire a Taehyung che quel pensiero si era cristallizzato dentro di lui.
«Non è stato Dio a punirti. È stata la violenza umana a farti del male. Tu non hai fatto niente di sbagliato» insiste.
«Stai parlando di me o di te stesso?»
«Taehyung!»
Si risvegliò all'improvviso. I volti di Elaine, Jungkook e Namjoon gli coprivano la vista. Doveva essere caduto a terra, ma il corpo non gli faceva male per la botta, quindi dedusse che Jungkook dovesse averlo preso in tempo.
«Sto bene, sto bene» disse, facendosi aiutare a mettersi in piedi.
«E la testa? Ti fa male?» Jungkook lo ispezionò velocemente per assicurarsi che fosse tutto apposto.
«No.»
«Ce l'avevamo quasi fatta, eh?» Namjoon diede una pacca sulla spalla a Taehyung, il cui sguardo cadde velocemente sul fiume ormai privo della figura del fantasma.
«Già...»
«Ma perché non ha funzionato?» domandò Elaine.
«Non era ancora pronto ad andarsene» rifletté Taehyung.
«Cosa hai visto?» aggiunse Elaine, voltandosi per guardarlo in volto.
Taehyung riassunse in poche parole il ricordo.
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Dead Leaves || BTS
FanfictionDopo il successo del suo primo libro, Elaine è spinta dal suo agente a scriverne un secondo, ma questa volta si vede costretta ad affrontare un temibile ostacolo: il blocco dello scrittore. Pensando che cambiare ambiente potrebbe aiutarla, Elaine ac...