Capitolo 11

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Lesse altre pagine del diario che aveva trovato, ma i giorni di quell'uomo sembravano ripetersi monotoni e perse interesse. C'erano delle parti in cui sembrava dare segni di delirio e squilibrio, ma erano brevi momenti che rendevano impossibile arrivare ad una conclusione certa.

Non sapendo bene cosa fare, prese quaderno e astuccio, pronta a farsi un giro per il giardino, questa volta portandosi dietro il walkie-talkie. Quando uscì di casa si guardò intorno, si stava bene quel pomeriggio. Il suo sguardo cadde spontaneamente sulla panchina che la sera precedente era stata occupata dalla strana vecchietta. Vederla vuota fu quasi un sollievo. Mentre guardava in quella direzione, il suo sguardo fu attirato da qualcos'altro. Un gatto dal manto bianchissimo si stava aggirando per le aiuole davanti alla panchina. Iniziò a sorridere, amava i gatti, e con passo calmo si avvicinò verso il micio.

Temendo di spaventarlo, si mosse lentamente, il gatto la notò subito e con movimenti seducenti le si avvicinò. Quando le dita di Elaine si immersero nel pelo soffice dell'animale, sentì il cuore accelerare per la felicità. Notò che non aveva un collare, ma sembrava ammaestrato, docile. Fece le fusa ed Elaine pensò che il suo corpo stesse per sciogliersi talmente era piena di gioia e amore.

«Ma quanto sei bello?» si trovò a dire, completamente ammaliata da quel gatto. «Sì, che sei bello».

Ad un osservatore esterno sarebbe parso strano il cambiamento del comportamento di Elaine. Davanti a gatti e cani, o in generale ad animali dall'aspetto carino, sembrava quasi cambiare personalità. Passava da essere una ragazza tranquilla, riservata e silenziosa ad una piena di vita e rumorosa. Meno male che nessuno la stava guardando.

Il gatto girò la testa verso di lei come se volesse guardarla dritta in volto. Elaine rimase incantata dai suoi occhi, erano di un azzurro celeste, quasi acquamarina. Le pupille erano a forma romboidale e la stavano studiando. Il suo naso rosato e piccolo le fece desiderare di toccarlo. Il gatto drizzò le orecchie appuntite e piene di pelo, attirato da un rumore e girò la testa verso la fonte. Elaine, che si era abbassata per accarezzarlo meglio, spostò la testa a sua volta.

Yoongi e Jungkook avevano girato un angolo esterno della casa e ora la stavano guardando confusi.

«Ciao...» li salutò timidamente, senza staccare le mani dal pelo del gatto.

«Hai fatto tu quei rumori strani?» le chiese Yoongi, era la prima volta che lo vedeva all'esterno della casa.

«Sì...» rispose preoccupata, pensando che la stessero giudicando.

«Oh, è di nuovo quel gatto!» Jungkook indicò il micio, che in quel momento si stava leccando una zampa. Yoongi non parve molto impressionato e con indifferenza tornò a quello che stavano facendo, Jungkook lo seguì, subito dopo aver lanciato uno sguardo veloce ad Elaine.

Accarezzò ancora un po' il gatto, poi però decise che era arrivato il momento di fermarsi. Non poteva passare tutto il pomeriggio a giocare con un gatto sconosciuto, sebbene lo volesse fare. Decise che per caso si sarebbe messa a girovagare nella direzione in cui erano andati i due ragazzi e che, sempre per caso ovviamente, si sarebbe fermata non troppo lontana da loro. Disse addio con dispiacere al micio, che con quei suoi occhioni azzurri sembrò pregarla di rimanere.

Incrociò le mani dietro la schiena e iniziò a camminare intorno a Heathersgate Hall. Si accorse con stupore che il gatto la stava seguendo, probabilmente nemmeno lui aveva di meglio da fare. Rallentò la velocità dei suoi passi così che lui potesse starle affianco. Trovarono Yoongi e Jungkook poco davanti a loro. Erano fermi, i corpi che davano sul muro della casa e gli sguardi puntati in alto. Elaine pensò che stessero guardando l'edera che cresceva tra le crepe della parete. I due ragazzi guardarono verso di lei, ma non dissero niente. Lo prese come il permesso di fermarsi vicino a loro.

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora