¡Disclaimer!
Ci sono scene di tentato suicidio in questo capitolo. Se preferite saltarle, non esitate a farlo!
¡Disclaimer!
Ottobre era quasi finito, dovevano ancora passare alcuni giorni prima dell'incidente di Taehyung. Le foglie degli alberi erano ormai cadute tutte, faceva freddo e c'era molto vento. Jimin era al secondo anno di università.
Era in quel periodo che aveva preso una decisione. Se ne sarebbe andato.
Aveva chiuso la porta del bagno e aveva riempito la vasca.
Fece un respiro profondo. La vasca davanti a lui era colma di acqua. E l'acqua era immobile. La guardò con attenzione e curiosità. Sarebbe stato veloce? Avrebbe avuto freddo?
Il suicidio era stata una ninnananna cantata da una vocina dolce in un angolo della sua mente per tanto tempo. Non l'aveva mai davvero ascoltata, fino a quel giorno.
Si guardò allo specchio. I suoi occhi erano vuoti, nessun'espressione. Il suo volto aveva preso quella maschera e non era più riuscito a togliersela.
Non sapeva dire con esattezza quando tutto fosse iniziato, forse quei pensieri avevano fatto parte di lui fin dall'inizio. Non era sempre così però. C'erano giorni in cui il dolore era atroce, costante. Ma c'era di peggio.
Ingenuamente si pensa che non provare dolore o emozioni sia meglio. Jimin non era d'accordo. I giorni in cui si sentiva vuoto erano decisamente quelli più difficili da superare. Quel tipo di vuoto universale che lo faceva sentire piccolo, inutile, come uno spreco di spazio. In quei giorni si chiedeva se avrebbe cambiato qualcosa se lui avesse continuato a respirare o no. La sua esistenza non era importante, che differenza avrebbe mai fatto la sua vita?
Non era però corretto dire che non sentisse niente. Erano tre le emozioni incessanti: stanchezza, frustrazione per ogni cosa, anche la più insignificante, e una profonda e continua agitazione. Questi giorni erano quelli in cui i pensieri si facevano più violenti e dolorosi.
Guardò di nuovo il suo riflesso. Qual era l'ultima volta che aveva sorriso sinceramente?
I suoi occhi tornarono sull'acqua. Ne sentiva il richiamo, era dolce e gentile. Sapeva che sarebbe stato al sicuro tra le sue braccia.
A Heathersgate Hall aveva scavalcato Jungkook e Taehyung, era stato molto semplice. Si erano rigirati e avevano unito le braccia.
C'era silenzio nel bagno e nella casa, tutti stavano dormendo. La porta era chiusa alle sue spalle, nessuno poteva disturbarlo.
«Non ci vuole niente.»
Il dado era tratto, non poteva tornare indietro.
Immerse prima i piedi, si tenne i vestiti addosso. Dicono che se ti fai il bagno con i vestiti sembra che qualcuno ti stia abbracciando. Jimin capì che era una cazzata quando si immerse fino in fondo. La vasca non era tanto lunga, così dovette piegare le gambe.
Non era tanto male, però. L'acqua era piacevole, delicata contro la sua pelle.
Guardò le pareti bianche immobili davanti a lui. Immerse anche il mento. L'acqua stava accarezzando le sue labbra.
Non fece alcun respiro.
Affondò la testa fino in fondo e chiuse gli occhi.
Poi non sentì niente. E rimase immobile.
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Dead Leaves || BTS
FanfictionDopo il successo del suo primo libro, Elaine è spinta dal suo agente a scriverne un secondo, ma questa volta si vede costretta ad affrontare un temibile ostacolo: il blocco dello scrittore. Pensando che cambiare ambiente potrebbe aiutarla, Elaine ac...