Namjoon era nascosto dietro il divano del soggiorno, il suo peluche preferito, un coniglio di nome Uyu, stretto al petto. Aveva trattenuto a lungo le lacrime, ma il suo sforzo si era rivelato inutile e ormai stavano scorrendo sul suo volto, bruciandogli la pelle.
Quel momento si era impresso, indelebile, nella sua memoria. I suoi genitori che urlavano in cucina, alle sue spalle. Era da giorni, forse addirittura mesi, che non facevano altro che litigare. Nella sua innocenza, Namjoon non riusciva a capire quale fosse il problema e i suoi genitori non sembravano intenzionati a dirglielo.
Per un bambino di quattro anni, sentire i propri genitori litigare in quel modo violento, era una situazione orribile in cui trovarsi.
«E cosa hai intenzione di fare? Andartene e lasciare Namjoon?» gridò suo padre, la sua voce era rauca e Namjoon pensò che stesse piangendo anche lui.
«Sì, se mi permette di andarmene da te» rispose sua madre con freddezza.
Sentì dei passi venire verso di lui e alcuni secondi dopo i suoi genitori entrarono in soggiorno. Sua madre non vacillò nemmeno vedendolo rannicchiato a terra. Andò verso la porta, prese un cappotto. Suo padre, invece, corse subito verso di lui per prenderlo in braccio e consolarlo.
«Che ci fai ancora sveglio?» Nonostante tutto, cercò di nascondere il suo dolore e confortare il figlio in lacrime.
Ma Namjoon stava guardando sua madre, ancora ferma sulla soglia di casa. «Mamma...» la pregò debolmente. La donna lo guardò con la coda dell'occhio, ma non si girò verso di lui. Alcuni secondi dopo, scomparve da quella casa.
Namjoon non la vide per giorni e nella sua ingenuità pensò che fosse colpa sua se era andata via. Un abbandono che ancora premeva sul suo petto, nonostante fossero passati tanti anni. In tutto quel tempo, dopo il divorzio, lei non lo aveva mai cercato e lui aveva represso l'istinto di tentare di trovarla, troppo spaventato di essere rifiutato una seconda volta.
Non parlava quasi mai di lei. Era riuscito ad aprirsi solo con Seokjin. Non ne aveva parlato nemmeno con Elaine, ma era convinto che si fosse fatta un'idea di quello che era successo o che lo fosse venuta a sapere da Giulia sua madre (sicuramente il padre di Namjoon si era confidato con lei).
Tutti questi pensieri, quel trauma che lo aveva marchiato da piccolo, erano tornati a tormentarlo da quando aveva visto il ricordo del fantasma della signora seduta in giardino. Non era più riuscito a scacciarli. Quella stessa mattina si era svegliato sudato da un incubo e Seokjin aveva dovuto abbracciarlo per consolarlo.
Si sentiva molto vicino a quello che era successo al fantasma e questo lo spaventava. Non voleva finire come lei.
«Penso che chiuderò un attimo gli occhi» gli disse Elaine, sdraiandosi al suo fianco.
Erano in giardino, avevano messo a terra un telo, non molto lontano dalla panchina e stavano aspettando. Erano le quattro del pomeriggio. Fino a quel momento Elaine era stata seduta a disegnare o leggere. Lui non era riuscito a distrarsi ed era rimasto fermo a fissare quasi ossessivamente la panchina ancora vuota.
Ripensò nuovamente al ricordo che aveva visto, anche se, a suo dire, era più corretto il verbo "vissuto".
È un giorno freddo, in pieno inverno. Namjoon è seduto sui gradini della scala che da sull'atrio, sta aspettando qualcuno con ansia. Continua ad alzare la testa per guardare la porta d'entrata, sperando ogni volta di vederla aprirsi. Passano i minuti e la sua preoccupazione continua ad aumentare.
Finalmente sente qualcuno girare la maniglia e in un paio di secondi Isabel, sua figlia, entra nell'atrio. Namjoon corre verso la ragazza.
«Dove sei stata?» le chiede subito, la sua voce assume un tono autoritario. Fa alcuni passi indietro e osserva sua figlia per bene. Il suo vestito è sporco di fango, Namjoon capisce che è di nuovo stata a giocare vicino al fiume con i due ragazzi del villaggio.
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Dead Leaves || BTS
FanfictionDopo il successo del suo primo libro, Elaine è spinta dal suo agente a scriverne un secondo, ma questa volta si vede costretta ad affrontare un temibile ostacolo: il blocco dello scrittore. Pensando che cambiare ambiente potrebbe aiutarla, Elaine ac...