Capitolo 6

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Era seduta nel divanetto della sua stanza, lo sguardo perso fuori, oltre i vetri. Il resto della giornata era passato in modo anonimo: aveva chiacchierato con Namjoon e Hoseok a pranzo, aveva visto alcune stanze del piano terra, e infine era andata nella sua camera, sola. Quasi tutti i ragazzi avevano ripreso le loro attività. Hoseok, Seokjin e Jimin stavano sistemando una stanza all'ultimo piano, Taehyung stava ispezionando un quadro, Yoongi e Namjoon erano ancora chiusi nello studio, infine Jungkook era in guardino. Elaine lo vedeva dalla sua stanza, in quel momento stava tagliando e dando una forma ordinata ad una siepe.

Lei, invece, si era messa a leggere, non avendo nient'altro da fare. Dopo un'ora aveva iniziato ad annoiarsi. Era da anni che non ricordava cosa significasse davvero annoiarsi. A Heathersgate hall non c'era internet, né un televisore e i film che aveva scaricato erano pochi. Si sentì catapultata nel passato, quando l'unico svago erano attività che non richiedevano l'uso della tecnologia moderna. Si era messa a osservare il mondo oltre la finestra. Il suo sguardo aveva trovato velocemente Jungkook e aveva iniziato a seguirlo, non avendo una meta precisa. Più lo guardava più il suo desiderio di disegnarlo si faceva intenso.

Guardò il quaderno che aveva lasciato sulla cassettiera. Forse avrebbe potuto mettersi a scarabocchiare qualcosa o qualcuno. Di solito farlo l'aiutava a trovare l'ispirazione per scrivere. Poi, il suo sguardo cadde di nuovo sul giardino. Fuori era una giornata ancora calda, non sarebbe sembrato strano se fosse uscita per farsi un giro. Si fece coraggio e si alzò in piedi. Nemmeno cinque minuti dopo era già fuori dalla porta di casa.

Jungkook era in una zona del giardino alla sua sinistra, immerso tra le siepi e vicino a dei rovi di rose. Aveva visto che, accanto a dove stava lavorando, era presente una panchina e l'aveva scelta come metà. Camminò con passo lento e ritmico, mentre cercava di non perdere coraggio. Attraversò una parte del giardino coperta solo da ciuffi di erba verde e poche aiuole con dei fiori arancioni; girò una siepe e finalmente lo vide. Si strinse il quaderno e l'astuccio contro il petto. Lui non la notò subito.

All'improvviso si fece prendere dal panico. "Cosa dico? Mi siedo come se niente fosse?" pensò. Si disse però che era meglio non indugiare, più perdeva tempo per fare quei pensieri più diventava difficile parlare.

Si incoraggiò in silenzio. «Scusa» disse finalmente, con voce abbastanza alza da farsi sentire. Jungkook alzò lo sguardo verso di lei, sorpreso dalla sua interruzione. «Ti dispiace se mi siedo lì e mi metto a disegnare?» gli chiese timidamente e si accorse di quanto quella richiesta fosse imbarazzante.

La risposta del ragazzo non tardò ad arrivare ma, in quei secondi che passarono, Elaine si fece ogni tipo di paranoia. «Ok». Sebbene si trattasse di una riposta semplice, Elaine quasi sprizzò di energia e si incamminò subito verso la panchina. Questa puntava verso la facciata della casa; di un marmo bianco e lucente. Quando ci si sedette sopra, pensò che non fosse molto comoda, ma si disse che si sarebbe abituata. Davanti a lei, quasi metà della casa era nascosta dietro una siepe dalle foglie verdi e ordinate. Tra la panchina e la siepe, c'era un'aiuola, ma in quel momento era ancora priva di fiori. La terra in quel punto era scura e bagnata, Elaine pensò che Jungkook l'avesse appena annaffiata.

Il suo sguardo cadde infine sul ragazzo, in quel momento le stava dando le spalle. Non l'aveva guardata a lungo e, quando lei si era seduta, era tornato piegato verso terra. Elaine non vedeva bene cosa stesse facendo. Notò però che vicino a lui aveva lasciato alcuni sacchetti di plastica con scritte colorate. Pensò che stesse piantando dei fiori nell'aiuola alla sua destra. Indossava ancora i vestiti da lavoro con cui lo aveva visto quella mattina: dei pantaloni pesanti neri, una maglietta dalle maniche lunghe arrotolate fino ai gomiti e dei guanti grigio scuro.

Elaine passò in quel luogo il resto del pomeriggio: a disegnare quello su cui i suoi occhi si puntavano. Disegnò i fiori arancioni che aveva visto alla sua sinistra, la schiena di Jungkook davanti all'aiuola, e la porzione di facciata che riusciva a vedere. Su quest'ultimo disegno si soffermò di più. Da dove si trovava poteva vedere la finestra della sua stanza.

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