Capitolo 47: Elaine [1/2]

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Elaine si svegliò per colpa della luce del sole. Dovevano aver di nuovo lasciato le tende aperte. Per un momento pensò di costringere Hoseok a chiuderle, ma sapeva quanto fosse difficile svegliarlo. Lentamente, riiniziò a prendere coscienza del mondo che la circondava. Faceva fresco anche sotto le coperte e sentiva un dolore lieve alla mano. Con gli occhi ancora chiusi, cercò di capire quale fosse l'origine del dolore. Forse l'aveva schiacciata durante la notte? Forse erano solo le ossa che stavano crescendo, anche se era strano che succedesse alla sua età. Provò ad avvicinare la mano al volto, così da osservarla, ma si rese conto che non riusciva a spostarlo.

Scosse il braccio.

La sua mano era bloccata contro la testiera del letto. Spaventata spalancò gli occhi.

«Ma che cazzo?» sussurrò confusa e atterrita.

Era stata ammanettata al letto.

Quando è successo? Non ne aveva idea. Della sera precedente ricordava solo di essere andata a dormire e di aver fatto un sogno strano. Aveva di nuovo visto un ricordo, ma almeno questa volta non le faceva male la testa.

Si girò verso Hoseok, cercando aiuto, non fece però in tempo a chiamarlo. Qualcuno le parlò ma Elaine non riuscì a distinguere quelle parole senza l'apparecchio acustico.

«Cosa?» chiese ad alta voce, mentre cercava di capire da dove provenisse quella voce.

Con il passare dei secondi, sentiva la frustrazione crescere e impadronirsi di lei. Sapeva che sarebbe dovuta rimanere calma, però l'idea di essere ammanettata al letto e senza apparecchio, le creava un forte senso di disagio.

Finalmente lo notò. Yoongi era seduto su una sedia e la stava fissando furioso. Le parlò di nuovo, ma l'ansia le rese ancora più difficile capire le sue parole. Elaine si allungò verso la scatolina nera lasciata sul comodino. Per un pelo non riuscì a raggiungerla e si maledisse per averla messa tanto lontana.

«Toglimi 'sta cosa» avrebbe voluto chiederlo gentilmente, ma le uscì come un ordine scorbutico.

Yoongi allontanò lo sguardo irato da lei, ma le si avvicinò.

«Cosa ti ricordi di stanotte?» Elaine riuscì a capire le sue parole grazie alla sua vicinanza.

«Cos'è successo?» gli domandò, le mani finalmente libere. Il polso era dolorante, anche se la manetta non era stata stretta troppo. Si assicurò che la mano fosse apposto e si allungò di nuovo verso l'apparecchio. Questa volta Yoongi aspettò a parlare e se ne tornò seduto sulla sedia.

«Stanotte non ho dormito» le disse Yoongi. Perché sembrava arrabbiato?

La ragazza spostò lo sguardo da lui, mentre si diceva che non poteva essere anche questa volta colpa sua. Elaine cercò di rallentare il proprio respiro, sperando di scacciare il mal di stomaco che le era venuto per il panico. Eppure sentire quello sguardo arrabbiato addosso non la stava aiutando a tranquillizzarsi.

«Hai fatto qualche sogno strano stanotte? Magari uno in cui camminavi per la casa e accendevi dei fornelli?» insistette Yoongi.

«Come lo sai?»

Yoongi si massaggiò gli occhi. Sembrava più stanco del solito. «Perché è successo davvero». Incrociò le braccia al petto e lo fissò a lungo. «Ti sei alzata nel cuore della notte e sei andata in cucina.»

Elaine abbassò lo sguardo, mentre lasciava che quelle parole le entrassero in testa. «Cosa?» disse a voce un po' troppo alta. «È per questo che mi avete ammanettato al letto?»

Yoongi non parve capire da dove provenisse il risentimento nella voce della ragazza. «Era per impedirti di andare di nuovo in giro.»

Elaine fece per rispondergli. Il suo orgoglio era rimasto un po' ferito da quella situazione. Avrebbero almeno potuto svegliarla e avvisarla. Cercò di non soffermarsi troppo su quei pensieri e decise di non dar loro voce.

«Cosa è successo nel tuo sogno?» le chiese Yoongi.

Elaine si dovette concentrare per ricordare i dettagli.

Sta camminando per i corridoi del secondo piano, è pomeriggio. È già da un po' che pensa di farlo, ormai gli sembra la scelta migliore. La maledizione della sua famiglia sarebbe morta con lui.

«Non farlo John, ti prego». Elaine si gira, dietro di sé riconosce il fantasma di suo fratello. Fino a quel momento non era mai uscito dalla sua stanza.

«Non puoi fermarmi» gli risponde, cercando di sorridergli.

Continua a camminare verso le scale, Steven non cerca di fermarlo. Si blocca prima di scendere, dei brividi di freddo lo percorrono.

«Ne sei sicuro?» Elaine alza la testa per incontrare lo sguardo del fantasma di Emily.

«Sì. Oggi porrò fine alla maledizione che ha colpito questa famiglia» le dice. Continuano a guardarsi fino a che lui non si sente pronto.

Mentre raggiunge la cucina, cerca di scacciare ogni pensiero. Non vuole cambiare idea. Deve farlo. Se è vero che la loro famiglia è stata maledetta, allora con lui deve finire quella tortura. Cos'altro può fare?

Arrivato in cucina, accende tutti i fornelli, senza però far partire la fiamma. Si è già assicurato di chiudere tutte le finestre. Quella casa sarebbe bruciata con lui. Nessuno vi avrebbe più abitato.

Si costringe a tornare al secondo piano, non vuole stare da solo. Di suo fratello non c'è più traccia, trova solo Emily ad aspettarlo.

«Mi starai accanto?» chiede loro con malinconia.

«Non ho nessun altro posto dove andare.»

«Poi non ricordo altro» concluse Elaine. Il suo sguardo era concentrato su Hoseok. Trovava incredibile che riuscisse a dormire anche con persone che parlavano intorno a lui.

Yoongi sospirò rumorosamente, attirando la sua attenzione.

«Mi dispiace...» disse, dispiaciuta e sentendosi in colpa per avergli rovinato la nottata. Poco prima le aveva spiegato che per impedirle di farsi male, l'avevano seguita per tutto il tempo.

Yoongi si alzò dalla sedia. «L'importante è che tu non ti sia fatta niente» le disse con espressione impassibile. «È presto, quindi se vuoi tornare a dormire, fallo.»

Elaine guardò l'ora sullo schermo del suo telefono. Erano le otto, aveva ancora tempo per dormire, ma dubitava che ci sarebbe riuscita. Yoongi sembrò studiarla ancora un attimo, prima di uscire dalla stanza.

Rimasta da sola con un Hoseok ancora addormentato, Elaine si strinse le gambe al petto. Continuava a sentirsi in colpa, sebbene quello che era successo non fosse in alcun modo colpa sua. Non riusciva a scacciare il pensiero di essere diventata un peso per gli altri.

Le avevano detto di non correre, di non fare niente di affrettato da sola. Ma cosa doveva fare? Che lei restasse ferma o corresse, finiva sempre per combinare qualche casino. Forse non le faceva bene rimanere lì. Forse se fosse tornata a casa si sarebbe dimenticata di tutta quella storia. Di sicuro gli altri non avevano bisogno di lei. Potevano farcela benissimo da soli.

Hoseok si mise a russare per poi smettere all'improvviso. Elaine lo osservò velocemente. Dormiva sorridendo, sembrava star facendo un bel sogno.

Spostò lo sguardo sul telefono posato sul comodino alla sua sinistra. Voleva parlare con le sue amiche, le mancavano. 



~~ Angolo autrice non richiesto: ~~

Dopo un lungo periodo di assenza, causato per lo più dagli esami, eccomi tornata!

Mi sono resa conto che il capitolo è bello corposo, dunque ho dovuto dividerlo. Spero vi piaccia :)

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora