Capitolo 37: Hoseok

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Andrà tutto bene, si diceva. Verrà un giorno in cui ti guarderai indietro e tutta la sofferenza che provi in questo momento sarà solo un ricordo lontano. Un giorno ti guarderai indietro e sarai fiero di te, delle tue fatiche e del tuo duro lavoro. Un giorno sarai fiero.

Hoseok si ripeteva quelle parole fino ad addormentarsi. Era una sorta di rituale. Quella notte non era da meno. Solo nella stanza, regnava il silenzio.

«Hoseok?» la voce gentile di Elaine era bassa, lontana. Fu seguita dal bussare sulla porta, dalla forza dei colpi pensò ci fosse anche Namjoon.

Si alzò in piedi controvoglia e andò ad aprire.

«Oh, stavi dormendo?» gli chiesero.

La luce del corridoio lo costrinse a coprirsi gli occhi con una mano fino a quando non si fu abituato.

«Che c'è?»

«Stavamo per guardarci un film» gli spiegò Elaine. In quel ricordo aveva appena diciassette anni.

«Elaine, lascialo stare» le disse Namjoon. «È stanco.»

Lo era così tanto che le sue palpebre faticavano a stare su e anche il suo corpo era pesante.

Elaine sembrò delusa, ma non cercò di costringerlo. «Buonanotte, allora.» Li osservò mentre se ne andavano con la coda fra le gambe e una strana sensazione gli stinse il petto.

Non riuscì a riprendere sonno, si rigirò nel letto almeno, ma niente, quella sensazione non se ne andava. Insonne, decise di alzarsi e raggiungere Namjoon ed Elaine. Quel weekend i loro genitori erano fuori città, partiti la mattina presto per andare a trovare amici, e loro avevano tutta la casa a disposizione. Li trovò seduti sul divano. Entrambi alzarono sorpresi lo sguardo verso di lui.

«Non riesci a dormire?»

«Già, fatemi spazio.» Si sedette tra di loro, il divano era abbastanza largo da farli stare comodi e non appiccicati. Nel grande televisore che avevano di fronte c'era una scena d'azione di un film che non conosceva. Elaine, al contrario di Namjoon, non sembrava per niente impressionata da tutto il sangue sparso per lo schermo, mangiava i popcorn senza ribrezzo.

Cercò di mettersi comodo e di godersi la visione, ma ben presto si accorse che non stava capendo niente. Non era stata un'idea molto intelligente perdersi l'inizio. Quando poi, una decina di minuti dopo, Namjoon prese a russare rumorosamente, Hoseok smise anche solo di provarci e decise di chiudere anche lui gli occhi. I rumori di sottofondo del film erano stranamente rilassanti e, prima che potesse accorgersene, la mente del ragazzo scivolò nell'oblio.

«Fermo» sussurrò Elaine. «Se ti muovi troppo lo sveglierai.»

Si era addormentato? Non ebbe la forza di aprire gli occhi. In sottofondo, oltre la voce di Elaine, sentiva ancora il film scorrere. La sua testa era appoggiata su qualcosa di duro, ma non osò spostarsi.

«Mi si sono addormentate le gambe» protestò Namjoon.

«Prova a spostarti piano e metti sotto la sua testa un cuscino.»

Qualcuno gli aveva preso la testa, alzandola. Hoseok borbottò parole senza senso, lamentandosi. Tacque solo quando la sua guancia cadde su qualcosa di morbido e gonfio.

«Non avremmo dovuto svegliarlo» disse Namjoon.

«Lo so» la voce di Elaine sembrava triste. «Ma è sempre a lavoro o in camera sua, speravo che stare un po' con noi potesse tirargli su il morale. L'hai visto anche tu com'è sempre stanco e triste in questi giorni?»

«Sì» anche Namjoon sembrava preoccupato.

Qualcuno prese ad accarezzargli i capelli. Era una mano delicata, Hoseok si sentì sempre più tranquillo.

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora