Capitolo 51: Jimin [2/2]

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Jimin posa lo sguardo su Anne, che non lo sta più degnando di uno sguardo. La testa della donna è puntata altrove, i lunghi capelli rossi le ricadono bagnati sul volto rotondo, le ciocche si attaccano alla sua pelle formando ramificazioni che ricordano delle vene. Jimin la segue. Un bambino, di al massimo sei anni, sta correndo nel prato, ridendo divertito.

«Mamma!» urla il bambino, correndo verso di loro. Mentre si avvicina, Jimin riconosce i lineamenti di Anne nel volto del bambino.

«Will» lo chiama Anne, dimenticandosi completamente di Jimin. Si alza in piedi, lasciandolo inerme a terra e corre verso il bambino. Madre e figlio si abbracciano in un gesto intimo e caldo.

Jimin, messosi a sedere, li osserva non riuscendo a non provare gelosia. I due sembrano non accorgersi di lui. Anne è scivolata di nuovo nel ricordo, dimenticandosi della presenza estranea di Jimin, come è successo poco prima a lui.

Jimin riesce a riprendere fiato e a pensare. I loro ricordi non sembrano più essersi uniti. Sospira sollevato, felice di essere scappato dai propri ricordi. È stato, però, fortunato a finire in quello. La prima volta che aveva conosciuto Taehyung era una memoria piacevole, non come altre che lo tormentavano ancora.

Il suo sguardo si sofferma sulle due figure poco davanti a lui e un brivido percorre il suo corpo. E se ora che si trova nella testa di Anne lei possa fare qualunque cosa voglia? Forse prima, quando i loro ricordi erano uniti, o semplicemente quando era nel proprio, sarebbe riuscito a controllare quello che succedeva? Ma ora? Ne sarebbe stato capace?

«Mamma, guarda cos'ho trovato!» Il bambino sorride con felice innocenza. La madre lo libera e si inginocchia per essere alla sua altezza. Tra le mani, il bimbo, sta tenendo un piccolo quadrifoglio.

«Ma che fortunato che sei!» gli dice Anne, accarezzandogli la testa con gentilezza. Anche se Jimin la vede solo parzialmente, il suo volto è pieno di gioia e voglia di vivere. Gli sembra quasi impossibile credere che sia la stessa persona che aveva cercato di fargli del male.

«Dove c'è una luce, c'è anche oscurità» non ricorda dove ha sentito o letto questa citazione. Dice quelle parole senza rifletterci molto, Anne finalmente sembra ricordarsi di lui e si gira per guardarlo.

«Sei ancora qui» sussurra lei, guardandolo con odio e stringendo forte a sé il proprio bambino.

«Non posso andarmene» replica Jimin, mettendosi in piedi. «Non finché tu resti qui.» Si guarda intorno confuso. «Siamo in un tuo ricordo, giusto?»

«Sì.» Anne si fa indietro e continua a guardarlo con sospetto. Jimin si rende conto che finché le resterà lontano, lei preferirà rimanere a proteggere il bambino piuttosto che attaccare lui.

«Non è lo stesso bambino, vero?» le chiede senza rifletterci su. Elaine gli aveva detto che quello che aveva visto era appena un neonato.

Anne non sembra voler rispondergli e Jimin deve trovare le proprie risposte da solo.

«Avevi un altro figlio? Che fine ha fatto poi?» Si rende troppo tardi la reazione che quelle parole potrebbero ottenere da Anne, ma lei sembra restare calma, lo sguardo sul figlio.

«Non mi piace tornare in questo ricordo» dice debolmente, mentre continua ad accarezzare il figlio.

Jimin capisce che deve essergli successo qualcosa di orribile da supportare per una madre. Vuole chiederle di più: come è morto? Quando? Anche se capisce che è meglio fermarsi lì, la sua curiosità lo spinge a porre una domanda.

«Perché non volevi tornare qui?»

Anne lo fulmina con lo sguardo. Gli basta vedere il suo volto per capire che lei non ha intenzione di rispondergli.

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora