Capitolo 18

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Jungkook rimase teso per tutto il tempo, in attesa che Jimin tornasse. Elaine non riuscì ad allontanare lo sguardo da lui. Non riuscì a distrarsi nemmeno quando lo misero a fare la tavola e a aiutare a cucinare. Di conseguenza, anche Elaine si ritrovò spesso a guardare verso l'orologio sul muro o verso la porta.

Stavano ancora aspettando di mangiare, quando sentirono la porta all'entrata aprirsi. Jungkook, agendo d'istinto, corse verso l'atrio.

«Jungkook-ah!» Elaine riconobbe la voce di Jimin. Nemmeno mezzo secondo dopo, i due ragazzi entrarono nella sala da pranzo e gli occhi di tutti -tranne quelli di Hoseok che stava dormendo- si puntarono su di loro.

Jimin era sorridente, tra le mani aveva alcuni giornali e dei libri, Jungkook si era offerto di aiutarlo e ora anche le sue braccia erano piene. «Mi sono fermato in biblioteca!» si giustificò, probabilmente avendo capito che tutti si erano preoccupati per lui.

«Hai trovato qualcosa di utile?» gli chiese Namjoon, chiudendo il portatile; Yoongi mise giù il giornale che stava leggendo.

Jimin e Jungkook lasciarono gli oggetti sul tavolo, cercando di fare spazio tra i piatti. «Ecco...» esitò un attimo, al che Namjoon alzò un sopracciglio scettico. «Ho preso alcune cose che mi sono sembrate interessanti» cercò di dare un ordine logico a quei fogli. «Ci ho messo un po', perché mi sono perso e poi la biblioteca apriva alle undici e mi hanno costretto a fare la tessera per ritirare i libri.» Sembrava provato da tutto quel lavoro.

Elaine si avvicinò a lui e si mise a osservare quello che aveva portato. Notò la fotocopia di un giornale, era una testata locale e in prima pagina c'era una foto di Heathersgate Hall. Lo prese e iniziò a leggere.

Era un articolo di becero gossip. Raccontava del suicidio del proprietario della casa e del passaggio di questa al fratello minore. Niente che non sapessero già. Ma continuando la lettura, trovò alcune informazioni interessanti su John Jenkins. Era stato un medico abbastanza stimato e aveva lavorato a Londra per parecchi anni. L'articolo ironizzava sul fatto che non fosse ancora sposato, lasciando intendere che le sue amicizie maschili potessero essere qualcosa di più. Elaine lo trovò di cattivo gusto, visto il tono di scherno dietro alle parole scelte.

«Questi sono alcuni giornali che citano la casa o la famiglia che ci ha vissuto» stava dicendo Jimin. «Questo è un libro che ho trovato per caso, parla di fantasmi. Anche questi parlando di leggende e paranormale. Poi» si fermò per enfatizzare il valore di quello che stava per mostrare loro «questo» indicò un libricino di dimensioni ridotte «riporta tutte le generazioni che hanno vissuto in questa zona, raccontando in generale le loro vite.»

Namjoon si allungò sul tavolo per prendere quel libro. Elaine andò verso di lui, per sedersi nel posto libero a fianco e insieme si misero a leggere. Era un libro antico, sulla copertina di pelle erano attaccati i codici di riferimento della biblioteca. "La storia delle famiglie originarie di Foghair" era il titolo.

Jimin volle sapere cosa avessero fatto in sua assenza e Jungkook e Yoongi lo aggiornarono. Quando gli raccontarono dei due incontri paranormali che avevano avuto, Jimin parve sollevato di non aver assistito a nessuno di quegli incontri.

Le prime pagine del libro che Namjoon aveva tra le mani erano un'introduzione, si parlava della nascita ipotetica della città e si informava dell'incertezza delle fonti. Un'intera sezione era dedicata solo a quest'ultime. L'autrice, ossia una professoressa di storia all'università di Oxford, originaria di Foghair, aveva deciso di investigare sulla sua città natale. Quel libro, anche se Elaine pensò che fosse più appropriato chiamarlo saggio, aveva richiesto diversi anni per essere steso. La professoressa si era basata soprattutto su vecchi giornali, documenti ufficiali civili e religiosi.

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora