Un silenzio colmo di imbarazzo, ecco come Elaine avrebbe descritto quel momento. E proprio quello era tra le ragioni che più le facevano passare la voglia di stare con le persone. L'opposto dell'ultima volta che erano stati da soli nella stessa auto.
Jimin aveva provato a concentrarsi sulla guida, ma era chiaro che fosse a disagio anche lui. Elaine cercò di trovare le parole migliori per rompere il ghiaccio: bocciò tutte le proposte e infine si vide costretta ad attendere che il suo telefono trovasse campo.
Sperò che quell'imbarazzo fosse dovuto soprattutto al fatto che lei e Jimin non si conoscevano ancora molto. Ripensò di nuovo a quello che era successo alcune ore prima. Jimin era presente quando era svenuta. Chissà che idea si era fatto ora di lei. No, non deve importarmi quello che pensa di me.
Appena il suo telefono riprese vita, la prima cosa che fece fu cercare delle foto di vestiti storici, ignorando quindi tutte le notifiche che aveva ricevuto dall'ultima volta che era uscita da Heathersgate Hall. Pensò di scrivere a quella sua amica che era un'esperta in materia, ma temeva che non le avrebbe risposto in tempo.
Cercò due periodi in particolare: la seconda metà del cinquecento e gli anni tra la fine dell'ottocento e l'inizio del secolo successivo. Se i vestiti di quel periodo coincidevano con quelli visti nei ricordi, allora avrebbero potuto capire quando i fantasmi erano morti. Forse si sarebbe rivelata un'informazione inutile, eppure sapere il più possibile la faceva sentire a suo agio.
Fu Jimin a scacciare il silenzio, chiedendole di mettere un po' di musica.
«Un secondo» gli rispose lei, troppo concentrata.
«Che stai cercando?» le chiese curioso, mandando rapide occhiate al suo telefono. Velocemente Elaine gli spiegò quello che stava facendo, non c'era nessun motivo per non dirglielo. «E lo hai capito? Di che periodo sono?»
Elaine osservò i vestiti che le comparivano su Google immagini. Come aveva fatto a confondere i periodi!? «Sì!» esclamò ad alta voce. Gli abiti che aveva visto erano all'incirca databili al 1560, gli anni di Elisabetta I, il decennio in cui era nato Shakespeare. Aveva visto quei modelli di vestiti tantissime volte studiando storia dell'arte all'università.
Ripeté la data a Jimin. «L'ipotesi che abbiamo fatto prima è giusta. Questo significa che abbiamo trovato il nome della famiglia che abitava questa casa: Huxley. Certo, credo che il fantasma, quello che era chiamato Emily, sia morto intorno ai vent'anni. Non ne sono ancora sicura.»
Jimin la seguì con attenzione. «Sugli altri, invece?»
«Per quanto riguarda l'uomo nella sala con il pianoforte, credo sia morto (se teorizziamo che li vediamo con il corpo che avevano nell'ora in cui sono morti) o negli anni sessanta o settanta del novecento. È difficile dirlo. Il fatto che sia tutto bianco mi impedisce di definire il periodo chiaramente.» Con i ricordi era diverso, lì i colori erano vivi.
«Sul fantasma che ha visto Hoseok so troppo poco, quindi non posso cercare. Ma se si tratta davvero del fratello suicida dell'ex proprietario, allora direi anni cinquanta. Ci rimangono il bambino del terzo piano, la donna che piange, ma anche su questa non abbiamo nulla, e la vecchia.»
Si soffermò su quest'ultima e iniziò a cercare. Dopo un paio di minuti, continuò: «Per quanto riguarda quest'ultima, forse parliamo degli anni novanta dell'Ottocento. Il bambino, invece, prima metà del seicento? Il ricordo è durato troppo poco e non vedevo bene.»
«Come ci riesci?» le chiese Jimin improvvisamente, stavano uscendo dall'autostrada.
Elaine lo guardò sorpresa. «Cosa?»
«A rimanere così calma» non sentì cattiveria nella sua voce, né giudizio, solo invidia. «Sei così desiderosa di saperne di più! Io invece è già tanto se non mi metto a piangere.»
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Dead Leaves || BTS
FanfictionDopo il successo del suo primo libro, Elaine è spinta dal suo agente a scriverne un secondo, ma questa volta si vede costretta ad affrontare un temibile ostacolo: il blocco dello scrittore. Pensando che cambiare ambiente potrebbe aiutarla, Elaine ac...