Capitolo 28: Namjoon

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Namjoon aspettava, guardava verso l'entrata o fuori dalle finestre, e sospirava. Perché ci mettono così tanto? Ha funzionato? Stanno tornando? Le domande lo assillavano, impedendogli di concentrarsi su altro. E se non avesse funzionato?

Erano già le otto di sera, fuori il sole era calato e loro avevano già mangiato. Tutti erano agitati. E preoccupati si erano seduti sulle scale del piano terra, gli sguardi puntati sulla porta sempre chiusa.

Forse avevano fatto un incidente. Forse non era stato intelligente mandare Jimin dopo quello che gli era successo. Dopotutto era improbabile che fosse già guarito.

Namjoon era seduto sul primo scalino, le braccia appoggiate sulle ginocchia. Yoongi era seduto sullo stesso gradino, ma dalla parte opposta. Jin, un gradino sopra, stava ancora leggendo il libro di Elaine e ogni tanto interrompeva il silenzio per commentare ad alta voce quello che stava succedendo.

«Ah! Non spoilerare!» gli urlava Taehyung, infastidito. Lui era seduto ancora più su e stava occupando con le sue gambe lunghe tutto il gradino. Poi, sopra di lui, Jungkook era appoggiato con la schiena al corrimano.

Namjoon osservò il più giovane per un momento. Quando aveva scoperto che Elaine aveva una cotta per lui, era stata una sorpresa. Non li aveva visti spesso insieme. Per qualche motivo, inizialmente il suo istinto gli aveva detto che la sorella fosse interessata a Jimin o Taehyung. Ma pensandoci meglio, aveva senso che si fosse invaghita di lui. Era un bel ragazzo, agile, atletico e simpatico. Non aveva voluto mettere il becco né aveva cercato di dirle di stargli alla larga, sebbene non lo facesse impazzire l'idea che sua sorella frequentasse un suo collega.

Non erano fatti suoi, si ripeté, ma lanciò comunque un'occhiata severa verso il ragazzo. Anche se Namjoon non aveva diritto di dire niente, non avrebbe mai permesso a qualcuno di fare soffrire la sorella e se questo significava tenere d'occhio Jungkook, lo avrebbe fatto.

Hoseok, che era andato in cucina per prendere una bottiglia d'acqua, tornò in quel momento e si sedette tra Namjoon e Yoongi. Namjoon si chiese se fosse a conoscenza dei sentimenti di Elaine.

Passarono una decina di minuti. Le spalle di Namjoon stavano iniziando a fargli molto male. Non potevano rimanere lì per tutta la sera. Si fece coraggio e si alzò in piedi.

«Dobbiamo provarci anche senza di loro» disse in risposta agli sguardi confusi che tutti gli lanciarono.

«Ma magari stanno arrivando» protestò Taehyung.

«Non possiamo stare qui a fare niente per tutto il tempo!» continuò a spiegare Namjoon.

Yoongi si alzò a sua volta, iniziando a stiracchiare il corpo dolente. «Proviamoci». Seokjin chiuse controvoglia il libro e li imitò.

«Dobbiamo solo cercare di non farla andare via subito» stava parlando più con se stesso che con loro.

L'uno vicino all'altro, uscirono in giardino.

Faceva fresco quella sera. Stava davvero arrivando l'autunno. Presto gli alberi avrebbero perso le loro foglie. Chissà quanto tempo sarebbero rimasti lì? Non era ancora esattamente notte, il sole in fin di vita stava ancora lanciando dei deboli raggi, la cui luce era nascosta dagli alti alberi intorno alla proprietà.

Le luci da dentro la casa rischiaravano il giardino e i ragazzi si mossero quasi sicuri, Namjoon in testa a guidarli.

La vecchietta era seduta come le sere precedenti su quella panchina. Ormai il farle visita era diventato un appuntamento, pensò Namjoon quasi divertito. Ma mentre si avvicinavano, il panico iniziò a farsi strada nella sua mente. Cosa avrebbe dovuto dirle per farla andare oltre?

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora