Capitolo 45: Yoongi

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Ricordava ancora quando si era esibito per la prima volta davanti ad un pubblico. Le sue mani avevano esitato inizialmente, ma appena avevano toccato i tasti del pianoforte si era sentito a proprio agio.

Quando aveva visto il pianoforte abbandonato in quella stanza, non aveva resistito e si era seduto per suonare la prima melodia che gli era venuta in mente. Suonare era tra le poche attività che ancora riuscivano a donargli piacere e a farlo sentire bene. Riusciva a lasciarsi andare e la musica prendeva controllo delle sue dita muovendole a proprio piacimento.

Successe anche in quel momento. Yoongi rimase nel suo studio per quasi un'ora e quando ne uscì, si trascinò stanco fino al piano terra. C'era silenzio e nessuno era in giro, aveva sentito il desiderio di rilassarsi e così era entrato in quella stanza.

Stava suonando una delle prime canzoni che aveva imparato. Non era difficile, ma fu comunque felice di ricordarla ancora a memoria.

La prima volta che si era avvicinato ad un pianoforte aveva appena sei anni. Sua madre, vedendo il suo interesse per la musica, lo aveva incitato a prendere lezioni e per quasi otto anni consecutivi Yoongi aveva suonato. Poi, purtroppo, suo padre era intervenuto e aveva deciso di imporre la propria visione sulla vita del figlio.

«Yoongi.» Alzò lo sguardo e allontanò le mani dal piano. Seokjin era fermo sulla soglia della porta. «Noi abbiamo finito.»

«Com'è andata?» gli chiese.

Jin fece qualche passo avanti, mentre si guardava in giro con nonchalance. «Mi sembra che stia peggiorando. Non è stato facile parlargli.»

«Ma vi ha detto qualcosa di utile?»

«Ci ha urlato addosso. Dicendo che dovevamo andarcene.» Si strinse nelle spalle, rabbrividendo. Yoongi capì che doveva essersi spaventato. «Voi?»

«Non è successo niente di importante» rispose. Si ricordò solo dopo della rana. «Hyung, per caso avete notato una rana vicino al fantasma?»

«Una rana?» Yoongi annuì. «No, non ci ho fatto caso. Perché?»

Velocemente cercò di raccontargli quello che Elaine aveva suggerito. Visto che ormai la sua quiete era stata turbata dalla presenza dell'amico, Yoongi decise di alzarsi e seguirlo per farsi un giro, mentre continuavano a parlare.

Solo un paio di ore dopo, si trovò fermo davanti all'entrata di Heathersgate Hall. Poco lontano da lui, in una zolla verde del giardino, Jimin stava combattendo con una farfalla, mentre Hoseok e Taehyung ridevano a crepapelle. Seokjin aveva già iniziato a cucinare, dopo avergli detto che il giorno successivo dovevano andare assolutamente a fare la spesa; Namjoon, invece, aveva ripreso a lavorare alla sua tesi.

Tutto sommato, quella si stava rivelando una giornata tranquilla.

Yoongi prese il proprio walkie-talkie e lo avvicinò alle labbra. «Jungkook? Elaine? Ci sono nuove notizie?»

I due ragazzi erano andati da soli al terzo piano per vedere se il fantasma del bambino sarebbe apparso.

«No» gli rispose Elaine.

Riuscì a riconoscere la voce di Jungkook dall'altra parte dell'apparecchio, ma non capì di cosa stesse parlando visto che era troppo lontano.

«Ok. State lì ancora un po' o venite giù?»

«Venite giù» si intromise Seokjin, parlando dal suo walkie-talkie. «Tra poco mangiamo.»

I due arrivarono al piano terra nel giro di qualche minuto, Hoseok, vedendoli uscire dall'ingresso, corse verso di loro.

«Quindi?» chiese speranzoso.

«Non è apparso.» Elaine stava sorridendo a labbra chiuse, felice.

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