Capitolo 44: Yoongi

110 14 5
                                    

Yoongi aveva sempre avuto un'ottima memoria.

Nel suo primo ricordo aveva appena tre anni e stava entrando in un negozio, mentre sua madre spingeva il passeggino. Ricordava di aver sentito un buon profumo e il volto della madre che entrava nel suo campo visivo, sorridente.

Si ricordava il suo primo giorno di scuola, sua madre che lo salutava dagli spalti della palestra, mentre lui era seduto con tutti gli altri bambini. Si ricordava la sua prima partita di basket alle medie, sua madre aveva esultato e si era alzata quando lui aveva fatto canestro.

Si ricordava la prima volta che si era esibito davanti ad un pubblico, la sensazione di ebbrezza che aveva provato. Il sorriso di sua madre quando si era diplomato.

Ma si ricordava anche suo padre. Non avrebbe mai potuto dimenticare il disprezzo in quei suoi occhi orrendi. Come poteva definirsi padre una persona a cui non interessava il benessere del figlio? Non tutti i genitori si meritano di essere chiamati tali.

Era lui la ragione per cui si trovava a Heathersgate Hall. Yoongi non avrebbe mai lasciato la Corea del Sud se il padre non lo avesse cacciato. Aveva sconvolto la sua vita.

Ma Yoongi non poteva cambiare il passato e lentamente aveva iniziato a pensare che forse era meglio così. Non voleva più avere niente a che fare con la sua famiglia e quello era un ottimo modo per rimanere a distanza.

Un altro momento era ben impresso nella sua memoria: la prima volta che aveva visto quella casa.

Heathersgate Hall si ergeva solenne contro gli alberi che la circondavano come un anello, scuri e opprimenti. L'edera l'avvolgeva quasi completamente, sbucando dai vetri rotti e dalle crepe nel muro, tingendo la casa di verde scuro. Solo la porta d'ingresso spiccava fra le foglie, aperta, invitandolo ad entrare come una grossa bocca pronta ad inghiottirlo.

Il giardino era incolto e l'erba gli arrivava ai polpacci. Yoongi camminava in un mare verde, mentre il sole calava dietro la casa, aveva sentito sul volto gli ultimi raggi e chiuso gli occhi, circondato dal rumore delle foglie mosse dal vento.

Vedendola aveva pensato che sembrasse un vecchio oggetto rotto in attesa di essere riparato e riportato alla sua bellezza originale. Questo, invece di rassicurarlo o incantarlo, lo aveva spaventato. Come poteva pensare di essere la persona giusta per quel lavoro, quando non era nemmeno capace di gestire la propria vita?

Suo padre aveva comprato quella casa abbandonata e lontana, l'aveva intestata a lui e gli aveva detto di sparire.

Yoongi era rimasto solo con Heathersgate Hall.

Quel rudere era la sua ultima speranza di avere una vita decente e di non finire per strada a chiedere l'elemosina. Si era domandato molte volte se suo padre non l'avesse spedito lì solo per vederlo fallire. Non sarebbe rimasto sorpreso se si fosse rivelato vero.

Ce la faremo, si era detto, guardando quell'enorme casa. Ne usciremo vincenti, io e te. E tutti si pentiranno di averci abbandonati.

Ma come tutto nella sua vita, anche quella casa era riuscita a voltargli le spalle e colpirlo con l'ennesimo coltello.

La sua schiena ne era piena.

Yoongi non sapeva per quanto ancora avrebbe retto.

«Hyung!» Il ragazzo girò la testa verso Hoseok, che cercava di attirare la sua attenzione. Quando finalmente l'ebbe ottenuta, chiese a Yoongi di passargli l'acqua. Erano seduti dalla parte opposta del tavolo, Hoseok era in diagonale alla sua destra. Quando Yoongi si allungò per raggiungerlo, Hoseok gli rivolse uno di quei suoi sorrisi pieni di vita e felicità per ringraziarlo. Yoongi dovette spostare lo sguardo per non rischiare di accecarsi. Hoseok non era però l'unico a splendere come un sole tra le persone sedute a quel tavolo.

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora