Capitolo 27: Namjoon

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Non successe niente per alcune ore. Yoongi aveva chiuso gli occhi e la sua testa era appoggiata sul palmo di una mano. Seokjin aveva posato la testa sulla spalla di Namjoon.

«Non vedo l'ora di andarmene da qui» gli disse Jin.

«E dove vorresti andare?»

Le ampie spalle di Seokjin si alzarono velocemente. «Mi piacerebbe tornare in Italia. Questa volta ti porto con me.» Strinse teneramente il braccio di Namjoon che sorrise all'idea.

«Mi piacerebbe vederla. Non ci sono mai stato.»

«Da Londra partono un sacco di voli. Ci mettiamo poco, credo.» Jin alzò la testa per guardarlo negli occhi.

«Appena la situazione qui si sarà sistemata.» Namjoon ricambiò il suo sguardo, ma poi i suoi occhi caddero su Yoongi vicino a loro. Non potevano abbandonarlo.

Seokjin sospirò e rimise la testa sulla sua spalla. Namjoon puntò lo sguardo verso la casa, chiedendosi cosa stesse succedendo dentro, se Elaine e Hoseok fossero chiusi nella loro stanza o se li stessero osservando da dietro le finestre che davano sulla facciata.

Più si faceva buio, più Namjoon sentiva le palpebre pesanti e il corpo stanco. Con la notte, calarono le temperature e, per contrastare il freddo, Namjoon si strinse un po' di più a Seokjin.

Accadde in un secondo, come era successo alcune ore prima. Namjoon chiuse gli occhi e quando li riaprì, la vecchietta era sparita. Sbatté le palpebre diverse volte, fino a quando non fu certo che la panchina era vuota.

Subito guardò l'orologio.

«È sparita!» annunciò, svegliando Yoongi, e Jin alzò la testa sorpreso. «Sono le dieci esatte.» Namjoon velocemente scrisse l'orario sul quaderno che Elaine gli aveva lasciato.

«Finalmente!» Seokjin si rizzò in piedi e prese a stiracchiarsi il corpo intorpidito.

«Quante ore sono passate, quindi?» chiese Yoongi, anche se i suoi occhi faticavano ancora a restare aperti.

Namjoon fece velocemente i conti, improvvisamente pieno di vita. «All'incirca quattro ore e mezza.»

Rimasero ancora qualche minuto in giardino. Namjoon volle confermare che la donna non riapparisse. Quando le lamentele di Seokjin, che voleva rientrare, si fecero insistenti, Namjoon raccolse il telo e le cose che Elaine gli aveva lasciato.

Appena rientrarono in casa, il primo pensiero di Namjoon fu di parlare con Elaine. Fremeva all'idea di dirle il suo piano, soprattutto perché lei era una parte essenziale.

Mentre camminava verso il terzo piano, si accorse di sentirsi più leggero, quasi sicuro. Sapere che i fantasmi non erano potenti a tutte le ore del giorno, lo risollevò un poco. Una volta capiti gli orari di ognuno, affrontarli diventava più semplice.

«Pensi che stiano dormendo?» disse ad un certo punto Yoongi.

«Chi?» Stavano attraversando il corridoio al secondo piano.

«Jimin e gli altri due. Non li ho visti molto oggi, devono essere rimasti insieme per tutto il tempo.»

«Saranno stanchi.»

«Anche io sono stanco.»

«Io devo andare un attimo da Elaine e Hoseok» Namjoon indicò la loro stanza, sperando che si trovassero lì in quel momento.

Yoongi e Seokjin gli annuirono in risposta. Mentre Namjoon bussava alla porta, Jin stava cercando di convincere Yoongi a fargli un po' di compagnia, non volendo rimanere solo. Il ragazzo accettò senza discutere, in quel momento non sembrava nemmeno avere la forza per farlo.

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora