Capitolo 43: Elaine

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Elaine sperò che Namjoon non si arrabbiasse una volta venuto a conoscenza di quello di cui aveva parlato con Seokjin. Immaginò che i due fidanzati si dicessero tutto, o quasi.

Non aveva resistito. Era un pensiero che le frullava in testa già da un po', ma fino a quel momento non si era sentita abbastanza a suo agio per dargli voce.

La serata passò velocemente, tra battute squallide e karaoke. Finirono l'alcool in fretta e già a mezzanotte erano privi di forze. Tutti sembravano sul punto di addormentarsi e si erano dovuti rifugiare sul divano presente nella stanza. Solo Hoseok stava ancora ballando sopra Yoongi che si era addormentato a terra, mentre Jimin, seduto davanti a loro, stava registrando tutto con il suo telefono. Namjoon, invece, si era messo a raccogliere tutte le bottiglie e pacchetti di snack che avevano lasciato in giro.

Elaine, fino a quel momento seduta a terra e con la schiena appoggiata al divano, decise di alzarsi in piedi e di dargli una mano.

Non avrebbe dovuto farlo.

Una fitta alla pancia la piegò in due.

Namjoon le si avvicinò subito. «Tutto bene?»

Anche Hoseok e Jimin si erano voltati verso di lei.

Elaine scosse la testa.

Vedeva il mondo sfocatamente e, quando cercava di mettersi in piedi, le girava la testa. Aveva bevuto troppo, si era lasciata andare. Non aveva aiutato che a cena avesse mangiato poco (il piatto che Seokjin aveva cucinato, seppur buono, non era tra i suoi preferiti).

«Bagno» riuscì a dire, mentre si costringeva ad uscire dalla stanza.

Namjoon abbandonò quello che stava facendo per aiutarla e solo grazie al suo sostegno la ragazza raggiunse il bagno, e, quando si mise a vomitare, le tenne i capelli.

Lo stomaco le si stava rivoltando contro, chiedendole di pagare con il dolore tutti i suoi sbagli.

«Mi dispiace» sibilò tra una fitta e l'altra.

«Va tutto bene» le stava dicendo Namjoon, cercando di massaggiarle la schiena con la mano libera.

Non avrebbe dovuto bere così tanto. Sapeva come sarebbe andata a finire, eppure aveva ceduto. Non faceva sempre così? Non si convinceva ogni volta di essere abbastanza forte per poi cedere quella successiva? A volte sentiva che l'unico modo per lasciarsi andare ed essere se stessa era bere. Libera da dubbi e paranoie, sentiva di poter perdere il controllo almeno per una sera. Eppure non sarebbe dovuta andare così, non c'era bisogno di alcool per liberarsi dagli stupidi pensieri che la tenevano legata.

Quando finalmente lo stomaco sembrò darle tregua, si mise a sedere, appoggiando la schiena contro il muro freddo del bagno. Namjoon si sedette davanti a lei, porgendole un asciugamano inumidito per pulirsi.

«Mi dispiace» ripeté. Non aveva coraggio di guardarlo in volto.

«Tranquilla.» Lui sembrava ancora abbastanza sobrio. «Succede.»

«No.» Le veniva da piangere. «Non deve succedere.»

«Elaine...»

«Non voglio diventare come mio padre» confessò la ragazza, alzando lo sguardo per cercare di fermare le lacrime sempre più vicine.

«Intendi un uomo con un lavoro stabile e una figlia fantastica?»

Elaine scosse la testa. «Lo sai cosa voglio dire.» Si accorse che era difficile mettere in fila le parole.

Namjoon sospirò. «Elaine...»

Ma lei gli impedì di parlare. «Non voglio essere un fallimento.»

«Non sei un fallimento!»

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora