Secondo la tradizione shintoista giapponese, la linea che separa il mondo dei vivi da quello dei morti appare come una porta di carta, una fusuma. I due mondi sono uniti da una sottile e permeabile linea, incapace di dividerli in modo netto e prolungato.
Elaine aveva sempre trovato questa visione interessante, sebbene non credesse nell'esistenza di due mondi separati o negli spiriti. Eppure, la morte l'aveva sempre affascinata in un modo totalmente diverso da qualunque altro concetto. Non era quindi così sorprendente che il primo libro che avesse mai finito di scrivere affrontasse la morte come tema centrale. Quello che invece considerava ancora incredibile era che proprio quel suo primo libro avesse riscosso tutto quel successo, tanto da farle ottenere un contratto con una famosa casa editrice londinese. E non era un caso che il suo agente continuasse a farle pressioni perché scrivesse ancora su quella tematica che tanto era piaciuta al pubblico. Ma come i protagonisti del suo libro erano infestati da fantasmi, Elaine era perseguitata dalla schermata bianca del suo portatile.
Erano passati mesi e ancora non era riuscita a scrivere una parola. Dopo notti insonni aveva messo giù un canovaccio, ma c'era qualcosa in quella storia che non la convinceva, tuttavia non riusciva a trovare il tassello mancante.
Visto che nel suo primo libro aveva trattato leggende provenienti dalle tradizioni giapponesi, per il secondo, il suo agente le aveva consigliato di trarre ispirazione dalle leggende inglesi e celtiche. Direzione che all'inizio le era piaciuta molto. Finalmente avrebbe potuto usufruire della sua laurea in letteratura inglese! Ma dopo pochi giorni si era resa conto che, nonostante la sua vicinanza con le tradizioni inglesi, a mancarle era l'ispirazione.
Aveva fatto di tutto. Nulla sembrava sconfiggere quella pagina bianca e, pronta a fare qualunque cosa necessaria per scacciare quel blocco, aveva accettato l'offerta del suo fratellastro.
Era un giorno di inizio estate quando Namjoon le aveva proposto di stare alcune settimane nella villa di campagna in cui aveva da poco trovato lavoro. Sicuramente dietro a quella proposta c'era lo zampino di sua madre, con cui si era confidata diverse volte.
«Accetta la proposta di tuo fratello!» le aveva detto al telefono. «Stare lontano dalla città potrebbe fare bene al tuo blocco. E poi così usciresti un po' da quella casa orribile.» "La casa orribile" era quella del padre di Elaine. I suoi genitori avevano divorziato quando lei era molto piccola e poi sua madre si era trasferita in Corea del sud, dove viveva tuttora e aveva portato con sé la figlia. In Corea del sud sua madre si era rifatta una vita, sposando un altro uomo, il padre di Namjoon. Da qualche anno, però, Elaine era tornata a Londra, la sua città natia, dove si era laureata.
«Non vedo come cambiare ambiente possa aiutarmi.» Non aveva risposto alla provocazione della madre e aveva ignorato le frecciatine rivolte al padre. Ma, disperata com'era, Elaine alla fine aveva accettato e il suo fratellastro era stato molto felice di invitarla a Heathersgate Hall, un maniero a venti minuti di macchina da Oxford.
Il telefono nella tasca della sua giacca vibrò ed Elaine lo prese per vedere chi le avesse scritto. Il messaggio di Namjoon diceva: «Non vedo l'ora di presentarti agli altri!» L'euforia del fratellastro la fece sorridere, ma non trovò le parole per rispondergli e decise di posticipare la ricerca della frase giusta a dopo.
"Gli altri" erano i sei ragazzi con cui il suo fratellastro lavorava a Heathersgate Hall. Sapeva ben poco di loro: per prima cosa erano tutti ragazzi sui vent'anni e di origini coreane, come Namjoon. Era certa che uno di loro, forse il più grande (non aveva ancora imparato i loro nomi e non aveva idea della loro età precisa), era il proprietario della Hall e Namjoon lo aveva conosciuto quando aveva fatto il militare in Corea del sud. Lì aveva conosciuto anche un altro dei ragazzi, ma oltre a questo non sapeva niente.
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Dead Leaves || BTS
FanfictionDopo il successo del suo primo libro, Elaine è spinta dal suo agente a scriverne un secondo, ma questa volta si vede costretta ad affrontare un temibile ostacolo: il blocco dello scrittore. Pensando che cambiare ambiente potrebbe aiutarla, Elaine ac...