Capitolo 30: Jungkook

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Jungkook fece un sogno strano quella notte.

Stava correndo lungo i corridoi di un labirinto, ma al posto delle siepi c'erano delle sbarre molto alte più di lui. Riusciva a vedere attraverso gli spazi che si formavano tra le asti di metallo. Sapeva dov'era l'uscita, eppure, ogni volta che gli sembrava di avvicinarsi alla meta, questa si rivelava sempre più lontana, non importava quando veloce corresse.

«Taehyung!» era la voce di Jimin. Jungkook si bloccò e si voltò in cerca dell'amico. Rendendosi conto solo in quel momento che anche tutti gli altri stavano correndo, intrappolati in quel labirinto, ad eccezione di Taehyung ed Elaine.

Il cuore gli batteva veloce nel petto, sintomo di un'ansia che non riusciva a spiegare. Cercò Taehyung ed Elaine. Non c'era traccia di loro. Non sapendo cosa fare, riprese a correre, sperando che ricongiungendosi con gli altri, la sua agitazione sarebbe andata via. Puntò Jimin e corse verso di lui.

«Dov'è Taehyung?».

«Lì!» Jimin puntò un dito in alto, Jungkook lo seguì. Davanti a loro, poco oltre il labirinto, il sole stava tramontando sul mare. Erano su una scogliera.

Jungkook finalmente lo vide. Taehyung era fermo sul punto più alto della scogliera, stava dando loro le spalle e la sua testa era puntata verso le onde scure che sbattevano intense contro le rocce.

Sapeva che doveva fermarlo, l'ultima volta ci erano riusciti per il rotto della cuffia. Non potevano lasciarglielo fare. L'acqua del mare era troppo impetuosa e Taehyung non sapeva nuotare.

Ripresero a correre verso di lui. Jungkook cercò di non pensare a nient'altro. Il labirinto era sempre più lungo e intricato. Urlarono il nome dell'amico, che sembrò sentirli e si girò verso di loro. Sorrise, ma non si spostò.

Finalmente riuscirono a vedere la fine del labirinto, il cielo aperto, tagliato a metà dalla scogliera. Jungkook respirò soddisfatto.

«Jungkook.»

Si bloccò di colpo. Elaine era ferma dietro di lui, ancora dentro il labirinto.

«Jungkook» lo chiamò di nuovo, questa volta alzando una mano verso di lui. Il ragazzo sapeva che la sua pelle sarebbe stata soffice e delicata al contatto.

«Non posso...»

Non poteva abbandonare Taehyung.

Guardò con disperazione Elaine, sperando che lei potesse capire le sue ragioni.

«Jungkook.»

Il volto della ragazza cominciò a sciogliersi. La carne viva dei suoi muscoli si corrodeva, cadendo al suolo. Jungkook indietreggiò disgustato e spaventato. Elaine, con voce roca e distorta, lo chiamò un'ultima volta.

Jungkook si svegliò improvvisamente, stava sudando. Si mise una mano sul petto. Il suo cuore stava ancora battendo all'impazzata. Girò la testa verso i suoi amici: Jimin e Taehyung stavano dormendo abbracciati. Vedendo i loro volti calmi, Jungkook poté rilassarsi.

Guardando l'ora sul telefono, scoprì che era ancora presto e provò a dormire un altro po', senza però riuscirci. Continuava a rivedere il volto di Elaine sciogliersi, immagine che gli faceva rivoltare lo stomaco. Era stato tutto così reale... Si avvicinò a Jimin, cercando il contatto rassicurante delle sue braccia intorno al corpo.

Si alzarono solo un paio di ore dopo. Jungkook non parlò del suo sogno con nessuno, voleva solo dimenticarsene. Eppure, quando vide Elaine seduta a capotavola nella sala da pranzo, sentì una stretta al cuore.

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora