Amalie - 45

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Al mio risveglio nel primo pomeriggio, dopo quello stupido attacco di panico, ovviamente non ho trovato Derek.
Ma me lo aspettavo.
Come previsto è scappato a gambe levate, per l'ennesima volta, e il sorriso dolce, ma al contempo triste di Lydia, me lo ha confermato immediatamente.
Le ho chiesto scusa per aver ferito Stiles, e lei mi ha rassicurata, dicendomi che sta bene e che nessuno dei due è arrabbiato con me, cosa che mi concede almeno un po' di sollievo.
Per quanto riguarda Derek, poi.. beh, non ho avuto bisogno di chiedere nulla. Lydia me ne ha parlato senza troppi giri di parole.
<Sai, è che.. da quando sei morta - perché per lui, per tutti noi, lo eri-, si è chiuso in se stesso, per l'ennesima volta. Convinto che sia colpa sua qualsiasi cosa ti sia successa e ti succeda tutt'ora.>
<Ho avuto l'attacco di panico perché ho realizzato di averlo perso, Lydia. Ho realizzato che mi era sembrato molto più felice, più se stesso forse, senza di me. Ho capito che quel suo ti amo..> sospiro <Lui non è innamorato di me, non lo sarà mai. E non posso farci nulla. Devo solo convincerci e andare avanti.> mi sono sentita di dirle. Perché è ciò che penso.
Ma lei ha scosso fermamente la testa.
<Non potevate che essere entrambi terribilmente cocciuti e convinti delle vostre stupide idee, voi due, eh?>
Senza nemmeno darmi il tempo di ribattere, poi, mi ha letteralmente organizzato la giornata: momenti di piacevole relax tra sole donne, ha detto.
<Andremo prima a fare yoga, poi a farci capelli e unghie ed infine faremo shopping. E non voglio sentire lamentele nemmeno per mezzo secondo, intese?!>
Per quanto io voglia restare rinchiusa in casa - o meglio, nascosta- per i prossimi due giorni, Lydia Martin ha deciso che dovevo uscire, e ad essere sincera non penso che il suo programma possa poi nuocermi così tanto, anzi.

Ammetto che, nonostante lo scetticismo iniziale, lo yoga l'ho trovato davvero molto d'aiuto, tanto da aver deciso di frequentare un paio di lezioni a settimana, convinta possa aiutarmi a controllare i miei "istinti" nelle giornate meno facili, se così possiamo dire.
Mentre ci vengono fatte piega e manicure - prima volta in vita mia devo ammettere che qualcun altro si occupa della mia cura-, Lydia mi sembra particolarmente nervosa, quindi decido di chiederle subito <Che cosa c'è che non va?>.
Lei mi guarda, fingendo il più angelico dei sorrisi.
Assottiglio lo sguardo. Ormai sono più che certa che trami qualcosa.
<Lydia... cosa stai organizzando. Ti conosco abbastanza per non farmi incantare da quel tuo finto visino angelico. Parla.>
Lei sbuffa, sollevando gli occhi al cielo.
<Sei proprio antipatica oggi eh. Comunque niente di che, pensavo che potremmo magari cenare tutti insieme, stasera, con gli altri! Sarebbe bello, no? Andiamo alla mia casa sul lago, ci divertiamo e svaghiamo un po'. No?>
Sospiro, esasperata. Ma dov'è che le trova tutte queste energie, lei? Io sono letteralmente a pezzi.
E non solo fisicamente parlando.
<Sinceramente? No, preferisco starmene comoda a casa mia fino a lunedì, pronta per iniziare a lavorare nel mondo mondano. Ma grazie.>
Lei mi fulmina immediatamente con lo sguardo.
<Tu sul serio pensi di poter dire di no a me? Sul serio? Tra l'altro, proprio perché da lunedì lavorerai, dobbiamo festeggiare oggi! Ed è sabato, dai! Non puoi di certo startene chiusa in casa! Il weekend va cavalcato! Ora andiamo a prenderti qualcosa di carino da mettere stasera e poi ci prepareremo da me. Fine della discussione.>
Faccio per ribattere, ma so che con lei è totalmente inutile, così mi limito ad alzare le mani in segno di resa e mi rimetto al suo volere, incapace di controbattere.

Il fatto che si stia impegnando un po' troppo per rendermi più carina e presentabile del solito, inizia però ad insospettirmi.
Sono sicura che Derek non sarà presente, quindi sto cercando di capire su chi esattamente vorrebbe che facessi colpo.
Per di più continua frenetica a controllare quel maledetto cellulare, come se stesse aspettando il gossip più succulento di tutta Beacon Hills.
<Okay, adesso basta. Dimmi cosa stai sul serio facendo.>
Il mio sguardo serio pare metterla in soggezione. Vacilla appena, ma non cede.
<Non devi assolutamente preoccuparti di nulla, okay? Nulla.>
<Oh, beh, peccato che invece quando si tratta di te io mi preoccupi essenzialmente di tutto.>
Lei scoppia a ridere, dandosi un'ultima sistemata ai capelli perfettamente arricciati dalla piega.
<Dai, andiamo, Stiles è già qui!>
Afferra la sua borsa, poi il mio polso, e mi trascina in strada, verso la Jeep azzurra di Stiles.
Ma quando arriviamo, il ragazzo non è da solo.

Sei tu la mia salvezza - Derek Hale {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora