Derek - 46

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D'accordo. Adesso basta.
<Ti porto a casa. Andiamo.>
Amalie, come se niente fosse, scoppia a ridere, posando distrattamente la mano sul braccio di Victor, sedutole accanto.
Stringo i pugni e mi alzo di scatto.
<Dovresti calmarti, amore..>
Faccio una smorfia nel sentire quella frase, notando che invece Amalie si fa improvvisamente seria, guardando verso Phoebe che mi ha chiamato seriamente amore davanti a tutti.
Il suo sguardo glaciale si sposta su di me.
<Potresti tranquillamente spendere meglio la tua serata, invece che pensare a quello che faccio io.> dice facendo cenno alla ragazza che ho accanto.
<Sei una mia responsabilità, e lo sai.>
Si alza anche lei di colpo, sbattendo la mano sul tavolo, e Victor la imita immediatamente, mettendo delicatamente la mano sulla sua, come per calmarla.
Che lurido approfittatore.
<Smettila con questa stronzata. Sinceramente non capisco proprio che diavolo ci fai tu qui stasera. Non ti piacciono nemmeno le feste!>
A quella frase, istintivamente, non riesco a non guardare prima il ragazzo che le sta accanto, poi di nuovo lei, contraendo la mascella.
Vedo lo sguardo di Amalie seguire piano il mio verso Victor, poco dopo, poi tornare su di me, mutato, acceso, e spalanca la bocca scioccata.
<Ti prego, dimmi che stai scherzando!> urla furiosa. E sono cosciente che ha perfettamente ragione, ma è più forte di me.
Quando Stiles mi ha detto che Victor era venuto a cercarla, ho immediatamente deciso che ci sarei stato anche io a questa stupida serata.
Perché? Solo per assicurarmi che lui non possa averla. Non come l'ho avuta io. Perché lei dovrebbe essere mia, anche se sono soltanto un coglione.
Amalie afferra il proprio bicchiere vuoto e me lo lancia contro: lo schivo immediatamente, sotto lo sguardo attento e scioccato dei presenti. Nemmeno io mi aspettavo questo suo gesto.
Restano tutti in silenzio, sgomentati.
È fottutamente incazzata con me e non potrebbe avere più ragione.
<Sei solo..> fa un verso esasperato, poi grida <Vaffanculo Derek!>
Afferra nervosa la propria borsa ed esce dalla casa sbattendo con forza la porta. Troppa forza.
Victor fa per seguirla, ma lo blocco subito.
<Vado io.>
Lui mi guarda, truce.
<Sono sicuro che non voglia vederti.>
Lo fisso, ringhiando appena.
<È troppo arrabbiata. Devo andare io. Voi non uscite per nessun motivo.>
Mi avvio alla porta, ma Phoebe mi ferma, incredula.
<Scusa?! Lascia perdere quella stupida ragazzina. Stai con me, cazzo!>
<No, invece. E devi smetterla di dirlo. Io e te non stiamo insieme, e non lo staremo mai. Puoi tranquillamente tornartene a casa con chi ti pare, di questa stanza. Non mi stupirebbe, né tantomeno importerebbe.>
Lei mi guarda indignata e torna a sedersi, mentre io mi precipito fuori, consapevole che per quanto io sia stato bravo ad allontanare la donna che in realtà amo, non posso permettermi di perderla definitivamente. Non potrei sopportarlo.

Una volta fuori mi guardo intorno e vedo immediatamente Amalie poggiata con le mani contro un albero e la testa china in avanti, vicina al lago.
La sento ringhiare e respirare affannosamente fin da qui.
Mi avvicino lentamente a lei, cauto. Non voglio spaventarla, ma lei riesce finalmente a sentirmi prima, per una volta.
<Derek, giuro che se non ti allontani immediatamente, potrei non rispondere più delle mie azioni.>
Ha il respiro e il battito terribilmente accelerati, e credo che questa situazione possa in realtà aiutarla in qualche modo con la sua trasformazione.
<Forse dovresti lasciarti andare e sfogarti su di me. Ti farebbe bene.>
Lei si volta e mi fissa con gli occhi azzurri che brillano al buio.
<Farti del male pensi mi farebbe bene?! Raziel, tu sul serio non hai capito niente di me, niente! Solo perché tu ti sei divertito a prendermi in giro, non significa che i miei sentimenti siano scomparsi! Scusa tanto se non riusciamo ad essere tutti così glaciali come lo sei tu!>
Faccio qualche lento passo verso di lei, che come immaginavo indietreggia appena.
<Sei venuto qui, con quella, solo perché sapevi che ci sarebbe stato anche Victor. Non ti senti patetico?! Nemmeno mi vuoi e ti mostri geloso solo perché qualcuno sembra interessato ad un giocattolo che tra l'altro ti aveva già stancato?>
Faccio subito due falcate e la afferro per le spalle, mentre lei ovviamente si dimena e sbatte i pugni sul mio petto, furiosa.
<Sta ferma e ascoltami.>
<Non ne ho la minima intenzione. Sono certa che non hai niente da dirmi. Lasciami.>
La sovrasto maggiormente.
<Ascoltami e basta! Punto primo, non ho né voglio una ragazza. Per lo meno non quella lì dentro. Secondo, se pensi di non contare niente per me, sei più stupida di quanto pensassi.>
Mi guarda negli occhi e la vedo che è distrutta, vedo che le ho spezzato il cuore.
<Ti sei dimenticato di me nell'istante in cui Victor ha portato via il mio corpo. Questo è quanto io contassi per te.>
<Ci ho provato, a dimenticare, credimi. Ci ho provato perché mi sentivo così perso.. sono stato perso fino a quando non sei tornata. Ma non posso rovinarti, non più di quanto non abbia già fatto. Sono passati quasi due mesi prima che toccassi un'altra donna, e tutt'ora dopo averlo fatto, ogni maledetta volta, il mio stomaco non regge. Perché non sei tu. Non siamo noi. Più provo a dimenticarti, più perdo la testa per te. Solo per te. Te lo giuro.>
La sento rilassarsi appena sotto le mie mani, posare piano i pugni che poco prima mi aveva sbattuto contro sul petto, e ne approfitto per accarezzarle il viso e sistemarle i perfetti capelli biondi dietro ad un orecchio.
<Stai mentendo..> mormora più calma, ma sempre non convinta della sincerità delle mie parole, dei miei sentimenti.
<Ascolta il mio cuore e capirai che non sto mentendo affatto.>
Il suo sguardo si abbassa lento sulla sua mano destra, aperta sul mio petto, all'altezza del cuore.
Aspetto che mi guardi di nuovo negli occhi prima di riaprire bocca.
<Sarebbe impossibile dimenticarsi di te..> le sussurro guardandola fisso negli occhi.
Lei aspetta qualche secondo, poi la sua mano si stringe di colpo al colletto della mia maglia e mi tira a se senza preavviso, baciandomi.
Mi bacia quasi disperata, con foga, ed io decido immediatamente di fregarmene per un momento di tutto e lasciarmi andare a lei, che è l'unica cosa che desidero davvero.
Lei sembra sorpresa che la stia baciando anch'io con la stessa intensità, ma non accenna minimamente a staccarsi, nemmeno quando intensifico il nostro bacio e la sollevo per le cosce, spingendola piano contro l'albero alle sue spalle.
Mugola appena mentre si afferra a me con le braccia e le gambe, totalmente abbandonata tra le mie braccia.
<Ti voglio, Derek. Ti voglio adesso.>
Mi morde e tira il labbro, guardandomi con gli occhi più luminosi del solito, ora colorati anche dalle sue uniche sfumature dorate.
Sospiro e mi scosto appena, posando la fronte contro la sua ma senza lasciarla andare.
<Non posso darti niente più che di questa notte, Amalie.. non posso tornare con te. Non posso.>
Una lacrima lenta le riga la guancia mentre mi fissa, come se ci stesse pensando su, poi mi bacia ancora, più dolcemente.
<Portami a casa.> mormora piano, senza accennare a staccarsi da me.

Il tragitto in auto è lento e silenzioso. Lei mi tiene la mano tutto il tempo, ma sento questa pressione nel petto, come se mi stesse per dire definitivamente addio.
Arrivati alla porta di casa sua, sono convinto che non mi voglia più come ha detto poco prima, quindi abbasso il capo, indeciso su come salutarla o cosa dirle.
Lei però mi spiazza.
Apre il portone e mi prende per mano, poi mi tira dentro con se, chiudendolo.
Si appoggia al muro della ripida scala che porta al suo appartamento e mi guarda per qualche secondo. Poco dopo fa scorrere piano le labbra sul mio collo, mentre con le mani mi solleva appena la maglia e mi carezza l'addome, scendendo fino alla fibbia della cintura, facendomi fremere per il desiderio.
Se vuole farmi impazzire, ci sta riuscendo perfettamente.
<Se non mi vuoi, questo è il momento di fermarmi e andarsene. Se pensi che sia come tutte le altre...> sussurra piano sulla mia pelle.
Le afferro il viso dal mento e la guardo immediatamente negli occhi.
<Nessuno è mai stato importante per me come lo sei tu. Nessuno mai lo sarà. Mai Amalie. Mai.>
Chiude gli occhi sospirando appena, e la bacio ancora, facendo scendere la mano sul suo fondoschiena, che strizzo con forza.
Lei mugola piano, sorridendo, e si stacca da me per correre di sopra, la seguo, veloce, ma soprattutto felice, come non mi sentivo da tempo.
La stringo da dietro e le bacio il collo, mentre armeggia con la porta. Una volta dentro si volta e mi bacia con foga.
In pochi secondi ci stiamo già levando i vestiti a vicenda, indietreggiando verso il suo letto, famelici e impazienti.
Più sfioro la sua pelle, più sento bruciare la mia. Mi sento a casa.
Porto la mano tra le sue cosce, e lei geme, continuando a domandare me e me soltanto.
Se non la stessi toccando, guardando, penserei che sia solo un sogno. Un bellissimo sogno.
I suoi gemiti riempiono la stanza, le sue unghie mi graffiano il petto.
Mi spinge a sedere sul letto e si mette su di me a cavalcioni, baciandomi e strusciandosi contro di me, facendomi ansimare rumorosamente.
<Amalie.. mio Dio Amalie..> riesco solamente a dire prima di sentirla calarsi lentamente su di me, gemendo il mio nome.
Ora. Ora siamo completi entrambi, finalmente. Dopo tanto, troppo tempo, siamo di nuovo un tutt'uno.
Si muove su di me, tenendosi alle mie spalle, segue i suoi ritmi. Prima piano, poi più veloce, poi piano di nuovo, facendomi letteralmente perdere la testa.
Il nostro odore si fonde nuovamente, diventando forte e prepotente in tutta la stanza.
I suoi lunghi capelli biondi le oscillano intorno, mentre non da tregua alla nostra passione.
Quando finalmente è all'apice del suo piacere, la tengo afferrata per i fianchi e ribalto le nostre posizioni con un grugnito, volendo affondare ancora e maggiormente in lei.
Prima geme, estasiata, poi scoppia a ridere. La sua risata più pura e dolce. Mi fermo per qualche secondo.
<Che cosa c'è di divertente adesso?> le sussurro sulle labbra, divertito e confuso.
Lei scuote appena il capo, con le mani sul mio petto, sorridendo, e mi guarda maliziosa.
<Lydia mi aveva consigliato di cavalcare il weekend, non credevo che sarebbe stato così entusiasmante però.>
Scoppio a ridere con lei, sorpreso da quelle sue parole. Ma ha perfettamente ragione.
<Credo tu sia ancora ubriaca.>
<In realtà non mi sentivo così bene da un botto.>
Il suo sguardo, dolce e sincero, mi stringe il cuore, ed io finalmente mi dico che non voglio perderla, o allontanarla. Non più. La voglio con me, come eravamo prima.
<Beh, ora lascia che sia io a tenere le redini, però> le sussurro tra i baci, mentre freneticamente mi muovo ancora in lei, aggrappata a me ed in preda al piacere.

Passiamo tutta la notte così, avvinghiati a fare l'amore fino allo sfinimento - e sfinirsi è difficilissimo per un lupo-.
Quando le crollo accanto siamo entrambi mandidi di sudore, i respiri ancora accelerati e il cielo che inizia a diventare lentamente più chiaro all'orizzonte.
Ci guardiamo negli occhi, senza sosta. Lei con la mano ad accarezzarmi i capelli, io con la mia a sfiorarle il fianco in lenti movimenti.
La vedo mentre pensa, entrambi sappiamo che ora restare staccati sarà impossibile.
<Quando ho detto che ti amavo, Amalie, era vero. Io ti amo.>
Le mie parole le fanno trattenere appena il respiro.
<Derek... io.. Raziel> mi bacia e stringe ancora a se, con forza.
<Ti amo> mi dice sulle labbra, ma la sua voce è triste e cupa.
Cerco di convincermi che è solo perché è stanca, e decido di aspettare il nostro risveglio per dirle che sono stanco delle distanze.
Io e lei siamo fatti per stare insieme, ed è ora che tutto torni come deve effettivamente essere.
Perfetto.

Sei tu la mia salvezza - Derek Hale {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora