Derek - 49

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Perché mi sono fatto convincere da quei due?
Certo, voglio ovviamente sapere cosa davvero succede con Amalie, ma non so quanto questo "esperimento" possa far bene alla mia piccola Mina.
Okay, sì, sono giorni che mi chiede di vedere la sua adorata bionda, e sono giorni che invento terribili scuse per ovviare il problema di doverla rivedere direttamente e doverle parlare, quindi l'occasione si presta a pennello, ma non voglio comunque che in tutto ciò Mina soffra, proprio per niente.
Quindi, quando passiamo a prenderla, decido di provare quanto meno a prepararla, in qualche modo, a spiegarle che potrebbe restare delusa, che potrebbe non ritrovare esattamente la sua Amalie. Ma il mio discorso ha poco effetto su di lei che, determinata com'è, è solo ancora più motivata ad incontrare quella che ormai considera una parte fondamentale della sua vita.

Mina sembra totalmente sicura di sé, quando arriviamo al posto in cui Amalie lavora. Abbiamo deciso di non aspettare che terminasse il turno e di venire direttamente qui, anche se tuttora non sono completamente convinto di questa scelta. Mia figlia mi tiene la mano, come se volesse essere lei ad infondere coraggio a me, e non come dovrebbe invece essere, cioè viceversa.
Lydia e Stiles vanno a mettersi seduti ad un tavolo poco lontano dal bancone a cui ci fermiamo, per poter osservare senza dover necessariamente intervenire, mentre io e Mina restiamo in attesa di vedere la testolina bionda di Amalie sbucare da qualche parte.

Quando la vediamo uscire dalla cucina, un colpo al cuore mi lascia esterrefatto.
I suoi bellissimi, lunghi capelli biondi, non sono più lunghi. Li ha tagliati, fin sopra le spalle, e la cosa mi destabilizza un po'. Certo, è sempre e comunque bellissima, ma ha un'aria diversa.. più dura, più adulta. Decisamente meno ingenua.
<Amalie!> urla Mina, anche lei sorpresa da questo suo cambio di look, ma le corre comunque incontro, abbracciandole le gambe, sinceramente felice di poterla finalmente vedere.
Istintivamente guardo il viso della ragazza che amo, per captare le sue espressioni e le sue emozioni, e resto allibito quando lo vedo contorcersi in una smorfia di fastidio, mista a disgusto.
Amalie non farebbe mai questa faccia ad un abbraccio di Mina, mi dico.
<Ehi.. ehm, ehi piccoletta.> dice quasi impacciata, mentre mi avvicino a loro. Sembra quasi che il comportamento della mia lupetta gli sia nuovo, o comunque poco familiare.
Si stacca abbastanza velocemente Mina di dosso e mi guarda, più rigida del dovuto.
<Siete qui per mangiare? Vi posso mostrare un tavolo?>
Il fatto che a malapena ci sorride, mi raggela e fa sprofondare nello sconforto più assoluto, ma esternamente tengo una facciata solida ed impassibile. Mina mi guarda, un po' triste, e si rifugia nuovamente accanto a me, più stretta di prima. Chiaramente ci è rimasta male, a seguito del comportamento di Amalie, e non posso proprio darle torto.
<No, no, eravamo solo passati a salutarti. Mina aveva voglia di vederti, passare del tempo con te. Quindi, visto che ora stai lavorando, ci chiedevamo se stasera fossi libera e avessi per caso voglia di venire a cena da noi.>
La guardo negli occhi, ma è come se non la vedessi. Non più, almeno.
Si guarda appena intorno, disorientata e come alla ricerca di una fuga. So perfettamente che non accetterà mai l'invito, ma dovevo pur trovare una scusa plausibile per poterla avvicinare senza insospettirla di nulla.
<Ehm.. come, scusa?> sembra quasi non abbia davvero sentito, o addirittura non abbia proprio capito.
Sospiro appena, mostrandomi appena infastidito, poi ripeto <Stasera. A cena da noi. Vieni?>
Fa un passo indietro e afferra la penna che tiene nel taschino del grembiule che le fascia i fianchi stretti: ha capito cosa fare.
<Scusate, ora non.. sto lavorando, non posso proprio fermarmi. Ti scrivo più tardi e ti dico la mia risposta, d'accordo?>
Forza il più falso dei sorrisi che possa possedere, uno di quelli che di solito si rivolgono a persone che si considerano particolarmente fastidiose, poi si divincola veloce da noi e si dilegua tra i tavoli, a proseguire il suo lavoro senza nemmeno accennare a voltarsi o guardare nella nostra direzione.

<Non è più la nostra Amalie.. che le è successo?> dice la mia piccolina non appena anche Lydia e Stiles ci raggiungono in auto.
Subito la stringo a me e guardo i due ragazzi, sospirando.
<Voi due l'avete pedinata per letteralmente 10 giorni. Possibile non abbiate notato niente o nessuno di sospetto intorno a lei?>
Lydia sospira, scuotendo piano il capo.
<No.. era praticamente sempre a lavoro, a volte parte del branco e Victor sono andati a trovarla, ma anche con loro non era molto espansiva. Poi tornava a casa e ci restava fino al mattino successivo. Ha seguito tre lezioni di yoga, è andata a correre nel bosco... Tutto qui. Tutto.. normale.>
<Aspetta.> Stiles si sposta velocemente in avanti, poggiando una mano sul cruscotto.
<Non so se può essere importante, ma.. tra i clienti che serviva.. c'era sempre quest'uomo, anziano, sempre da solo e sempre in disparte. Ogni giorno si sedeva al solito tavolo e si faceva avvicinare solo e soltanto da lei. E con lui è sempre, sempre stata gentile.>
Lo osservo, esasperato. Credevo avesse avuto sul serio un'illuminazione, invece nulla, niente di importante.
<E cosa dovrebbe esserci di strano, Stiles.> borbotto appena, accarezzando piano i capelli di Mina, che ho ancora tra le braccia e che non accenna minimamente a staccarsi da me.
Lui mi guarda, serio.
<Beh, per esempio il fatto che Beacon Hills non è una cittadina così grande, né raccoglie un'ingente presenza di anziani che non siano chiusi nelle case di riposo. Bene o male qui ci conosciamo tutti. E sappiamo quali anziani vivono qui e chi invece viene a trovare figli o nipoti. Posso assicurartelo, Derek: non ho mai visto quell'uomo in città nei miei 19 anni di vita nemmeno una dannata volta.>
Lo guardo, sospettoso e confuso. Tutto sommato il suo ragionamento potrebbe avere senso.
<Se adesso noi tornassimo lì dentro, sapresti identificarlo?>
Stiles annuisce senza accennare il minimo segno di dubbio o incertezza.
<Beh, in realtà senza volerlo l'ho già cercato prima, mentre scrutavo tra i vari tavoli: oggi non c'è.>

Sei tu la mia salvezza - Derek Hale {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora