Amalie - 35

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È solo un momento, quasi non me ne accorgo.
Ma succede.
Succede e lo perdo, per sempre.

* * *

Quando il Console ci spiega di conoscere bene il nostro caso, restiamo sorprese.
《Non ricordavo con chiarezza dove o quando ne avessi letto o sentito parlare, per quello ho aspettato a parlarvene. Ma ora lo so. So' come sconfiggere quella Sirena, meglio di come hanno fatto i nostri avi secoli fa, quando Beacon Hills era solo un piccolo villaggio della tribù Maldu degli Amerindi, nei boschi.》 ci ha detto, prima di consegnarci un libro e un tridente, iniziando a raccontarci la storia.

《Diversi secoli fa fummo chiamati a risolvere un caso, proprio a Beacon Hills. Dovete sapere che quel lago era sempre stato abitato dalle nostre comuni sirene, fino al momento dell'accaduto, che potevano attirare nell'acqua i mondani, ma mai uscirne. Per questo erano quasi venerate come dee dalla tribù. Probabilmente a causa dell'attività svoltasi dal Nemeton in quel periodo, parliamo del 1470 circa, prima della scoperta europea della zona, era nata una sirena mutaforma, che poteva uscire dall'acqua come umana, e quindi differente dalle altre: si chiamava Melpomeni. Era discriminata per la sua diversità, ed emarginata dai suoi stessi simili, dalla sua specie. Per non parlare degli umani: la tribù la vedeva come un mostro, una obbrobriosità, abituati anch'essi alle comuni sirene.
Morta sua madre, l'unica ad averla mai amata e fatta sentire normale, e ad averla istruita nell'arte demoniaca, decise quindi di evocare un demone, un Demone Superiore, Sammael, marito di Lilith. Fu l'ultima volta che questo demone fu avvistato sulla Terra, prima che, a quanto si dice, venisse catturato e probabilmente ucciso dall'Arcangelo Michele.》

《Si, mi ricordo di lui! È nel Codice!》 ho esclamato interrompendo il Console, che mi ha solo annuito prima di proseguire.

《Sammael fece giurare fedeltà a Melpomeni, e lei lo fece, divenendo così immortale. Ma essendo un Demone Superiore, Sammael era furbo. Preoccupato che lei potesse ritorcerglisi contro, creò questo, il Tridente. L'unica arma in grado di poter uccidere la Sirena mutaforma, a patto che sia cosparso e impugnato da una creatura con massiccia quantità di sangue angelico nelle vene.》

《Perché non usarono quest'arma all'epoca?》ha interrotto Lydia.
《Perché non ucciderla subito?》
《Perché》 le ha risposto il Console, 《non ne erano ancora a conoscenza. Abbiamo ritrovato l'arma da davvero troppo poco tempo, circa cinquant'anni, e pensavamo che la prigione che le avevamo creato nelle cavità del lago nel quale l'avevamo rinchiusa sarebbe stata abbastanza per poterla trattenere per sempre. A quanto pare, però, non abbastanza per il Nemeton. Sarà stata sicuramente la sua nuova energia a liberarla. Per di più all'epoca l'unico modo per attivare l'arma sarebbe stato quello di evocare un Angelo, ma a rischio di scatenare la sua ira. Per questo solo tu, Amalie, potrai ucciderla definitivamente.》
《E, mi scusi se glielo chiedo, Console, ma perché un mondano è stato liberato dall'incanto quando io ho cantato?》
Lui mi ha sorriso appena.
《Sempre per il tuo sangue, cara. Sei più angelo che umana. Per questo hai questo legame con la Banshee e per questo solo tu potrai ucciderla.》

Terminata la raccolta di informazioni, armi e forze, io e Lydia ci siamo fatte aprire un portale, per poter tornare a Beacon Hills.
Mando il messaggio di fuoco che ho scritto a Victor, annunciandogli il nostro imminente arrivo, e prendo Lydia per mano, guardandola.
《Pronta?》
Lei mi sorride appena e dice 《Andiamo a riprenderci la città, ma stiamo attente. Ho una sensazione davvero strana addosso.》

Attraversato il portale, arriviamo in una Beacon Hills praticamente deserta e semidistrutta, frastornata dalla pioggia. È notte fonda e trovo il tutto fin troppo silenzioso, per i miei gusti.
《Aspetta, provo a rintracciare Victor.》 dico alla rossa tracciandomi la runa di localizzazione.
《Okay, ma vieni, siamo vicini alla clinica di Deaton, proviamo a cercare riparo lì.》 dice lei.
Sussulto piano e la blocco per un polso, sentendo dei ringhi arrivare proprio dalla direzione in cui dovremmo dirigerci noi.
《Aspetta, qualcosa non va', Lydia..》 mormoro.
I ringhi si fanno più chiari e vicini, mentre una risatina disturbante arriva chiara alle mie orecchie.
《Hai ragione, piccola Cacciatrice.. questo perché siete in trappola. Non potrete più fermarmi.》
Melpomeni emerge dall'oscurità in cui si trova, seguita a pochissimi passi da un paio di occhi rossi che si puntano su di me, ma senza vedermi davvero, e che mi trovo subito a riconoscere.
《Derek..》 mormoro piano, ma lui non sembra nemmeno sentirmi.
La Sirena ride ancora.
《Mi dispiace tesoro, ma adesso lui è mio. Lo sono tutti quanti. Quindi arrenditi subito, e forse ti permetterò di morire in fretta, con meno dolore possibile.》
《Non ci penso minimamente.》 avanzo di un passo, tesa, e lei sorride, poi si mette davanti a Derek e lo bacia, facendomi stringere i pugni con forza.
《Vammi a prendere la biondina, tesoro.》 gli dice, e lui ringhia e ulula, avanzando veloce verso di me.
Guardo Lydia, e vedo che lei è già stata presa e imbavagliata da Malia e Cora, guardandomi con occhi di supplica e paura.
Torno a guardare quel ragazzo che mi ha tanto fatto perdere la testa, e che ora si avvicina minaccioso a me.
《Derek.. Derek! Guardami, ti prego.. guardami! Sono io! Non farlo..》 ma lui ringhia ancora e mi afferra prima per i capelli, che strattona, poi per le braccia, che mi tiene bloccate dietro la schiena.
《Portiamole a casa, ragazzi. Andiamo a divertirci un po'.》 ordina Melpomeni, e quelli che sembrano i nostri amici, ma che non lo sono più ormai, obbediscono, portandoci al loft di Derek.

Il pavimento è ricoperto da un sottile strato d'acqua, la casa è sotto sopra, ma due figure attirano ben presto la mia attenzione: Stiles e Victor. Il primo è in piedi, vicino alla vetrata, con un martello insanguinato tra le mani e gli occhi svuotati; il secondo è legato ad una colonna di legno lì vicino, ferito e sporco di sangue, ma cosciente. Mi guarda subito, dispiaciuto.
《Vic..》 mi esce in un sussurro.
Gli ho chiesto aiuto ed ora sta rischiando la vita per persone che nemmeno conosce. Lo guardo mortificata, ma lui mi accenna un sorriso triste e mi sussurra un 《Mi dispiace..》 che mi provoca una stretta al petto. Ora capisco come facesse Melpomeni a sapere dove saremmo arrivate e mi ringrazio mentalmente per non aver accennato niente riguardo al fatto che sappiamo come ucciderla.
Derek mi strattona e stringe forte con gli artigli le braccia, da dietro, senza accennare ad allentare la presa e facendomi molto male, mentre Lydia viene legata ad un sedia e mi guarda, spaventata e indifesa.
Non posso deluderla.
Né lei né Mina. Né Derek, Stiles, Scott, Cora..
Solo io posso salvarli, e devo riuscirci.
Provo a far ragionare Derek, ma ottengo l'effetto contrario: la sua stretta si fa più salda di prima, e sento i suoi artigli affondare in me. L'unico lato positivo è che così mi sta aiutando ad imbrattare il Tridente, che ho nascosto dietro la schiena, con il mio sangue, così da averlo già pronto all'uso.
《So' la tua storia.》 esordisco, guardando la sirena.
Lei mi guarda di colpo e sibila 《Tu non sai assolutamente niente.》
Accenno un sorriso, non posso mostrarmi debole, e ho bisogno che si avvicina a me, per potermi liberare e colpirla.
《Invece sì. So' che sei nata qui, ed è grazie al Nemeton se sei diversa dalle tue sorelle. Più forte, più umana. Beh, non più tanto umana in realtà, visto che sei immortale.》
《Sta zitta!》 mi urla.
Afferra il martello che Stiles ha ancora tra le mani e mi si avvicina minacciosa, assestandomi diversi colpi, con esso, nello stomaco.
Sento Lydia fremere e piangere mentre il dolore mi toglie il respiro e mi fa tremare. Ma non posso lasciarmi guidare dal dolore fisco né dalle emozioni.
《Non. Un'altra. Parola. O dirò al tuo fidanzatino di squarciarti la gola.》 ringhia lei, mentre Derek mi lascia la braccia solo per serrarmi il fianco destro e la gola con i suoi artigli.
Ma io continuo, prendendo lentamente il Tridente da dietro la schiena, anche se mi sento distrutta. E' il mio momento, non posso sprecarlo.
《So' di Sammael, è lui che ti ha donato l'immortalità.》 mormoro, sporgendomi verso di lei, per esserle più vicina, ma sentendo più in profondità gli artigli del lupo che ormai ho capito bene di amare.
《E so' bene anche che ha predisposto bene come levartela per sempre.》 sorrido beffarda.
Lei sgrana gli occhi ed urla a Derek di finirmi.
Veloce riesco ad infilzarla con il Tridente, vederla boccheggiare e prendere fuoco con un urlo più disumano di quello delle Banshee, furiosa, ma ciò non prima che il suo ordine venga eseguito.
Gli artigli di Derek mi affondano nella carne e squarciano la gola in profondità, così come quelli sul fianco. Riesco a sentire ogni centimetro della mia pelle sfaldarsi e squassarsi, e in sottofondo Lydia che urla anche oltre la stoffa che la tiene imbavagliata.
Un urlo da Banshee, che segna la mia fine prossima.
Boccheggio non riuscendo praticamente più a respirare e sento il mio stesso sangue scorrermi addosso e dalla bocca, lento, ma ho lo sguardo troppo pietrificato per poterlo abbassare sul mio corpo.
Lo sguardo di tutti i presenti si posa su di me, scioccato. Li sento, li vedo. L'incanto su di loro è terminato. Stanno tutti bene.
Ce l'ho fatta.
Potessi, sorriderei.
Provo a reggermi alle braccia di Derek, che ancora mi cingono e circondano, ma sono senza nemmeno un briciolo di forza in tutto il corpo. Non provo nemmeno dolore.
Le gambe mi cedono, ma le due braccia forti che mi hanno dato riparo nelle ultime settimane mi afferrano saldamente, senza però stringermi troppo.
《No.. no, no, no..》 lo sento mormorare dietro di me.
Piano vengo voltata e lo guardo negli occhi: è chiaramente distrutto mentre mi fissa, scioccato, colpevole. Non voglio che si senta così, non deve. Non è colpa sua.
《No.. no..》 continua a ripetere. Provo a dire qualcosa, qualsiasi cosa, non deve sentirsi così!
《Non riesco a prendere il suo dolore.. perché non riesco a prendere il suo dolore!?》 urla stringendomi più a se, con gli occhi pieni di lacrime.
Sento un singhiozzo vicino, seguito dalla voce di Lydia 《Perché non ne prova, Derek.. come Allison.. prima di..》 lascia la frase in sospeso, singhiozzando ancora.
Morire. Questo è ciò che non riesce a dire.
Vorrei poter riuscire a dir loro qualcosa, tranquillizzarli in qualche modo, ma non ce la faccio.
Mi sento sempre più stanca e pesante.
《No! Lei non morirà! No!》 sbraita verso gli altri, come a volerli tenere tutti lontani, poi si avvicina a me e parla più dolcemente 《Ti amo, okay? Ti amo. Ti prego.. Non lasciarmi..》
Mi ama. Ed io amo lui. Posso finalmente lasciarmi andare in pace, anche se non ho avuto modo di dirglielo.
Sento una lacrima, lenta, rigarmi la guancia, prima del buio.
È solo un momento, quasi non me ne accorgo.
Ma succede.
Succede e lo perdo, per sempre.
Mentre il nulla si impossessa di me.

Sei tu la mia salvezza - Derek Hale {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora