Lydia - 48

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Busso e suono senza sosta, attendendo che la mia amica bionda - chiaramente impazzita- si decida ad aprire questa stramaledetta porta.
Quando lo fa, la sua pacatezza e rigidità mi lasciano però totalmente allibita.
<Sta calma, Martin. Dai, vieni, entra.>
<Martin? Da quando mi chiami così. E comunque,> aggiungo superandola ed entrando <penso che tu sia sul serio impazzita in qualche modo!>
Lei mi guarda, in silenzio, come se pensasse che tra le due, qui, quella pazza sia in realtà io.
Allungo la mano verso di lei, per afferrarla, e lei si sottrae velocissima al mio tocco, sospirando.
<Sai, penso di dover chiamare Scott ora, se non ti dispiace>, dice.
<Scott? Che devi farci tu con Scott.>
Alza gli occhi al cielo, prendendo il suo cellulare come a volermi ignorare.
<È il mio nuovo Alpha.> dice facendo semplicemente spallucce.
<Sicuramente Derek lo avrà già avvisato, ma vorrei provare a trasformarmi oggi, visto che mi sento stranamente positiva sulle mie capacità, quindi gli chiedo di vederci.>
Più la guardo, più mi sembra di avere un alieno davanti.
<Tu sul serio credi che se non ci sei riuscita con Derek, il tuo Derek, ci riuscirai con Scott? Un Alpha alle prime armi?>
Il chiaro tono sconvolto che ho pare non sfiorarla nemmeno.
<Oh, andiamo Lydia, sinceramente non vedo proprio dove sia questo grande problema che stai provando a farmi notare.>
Compone il numero, ignorando il mio sguardo minaccioso - non dovrebbe affatto chiamare Scott-, e prende a parlare con il mio amico, comportandosi praticamente come se io non fossi lì.

Quando mette giù, mi guarda, perplessa.
<Che cosa c'è?>
Scuoto il capo con vigore e sistemo la borsa in spalla.
<Scusami, è che avevo dimenticato di aver già preso un impegno con Stiles, ti dispiace se ci vediamo domani?>
<Domani lavoro, ma se passi di lì perché no.>
Sorride, e mi sforzo di farlo anche io, reprimendo il brivido che mi percorre la colonna vertebrale. Mi avvicino a lei per abbracciarla, ma con un laissez-faire sottilissimo lei mi schiva e va alla porta.
La osservo ancora qualche secondo, poi la saluto con un cenno e vado via, chiamando Stiles mentre sono ancora per le scale.



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10 giorni dopo

Mentre tutti hanno continuato a vivere la loro vita, io e Stiles ci siamo ingegnati in una missione tutta nostra e decisamente "top secret".
Per ogni giorno trascorso, a turni alternati, ci siamo messi ad osservare Amalie, seguire i suoi movimenti, prendere nota di chi incontrava, di cosa parlava, di come si comportava.
Lei e Derek non si sono incontrati nemmeno per mezzo secondo, perché lui la sta chiaramente evitando, e con noi di certo non ne parla. Lei, dal canto suo, non ha chiesto di lui nemmeno mezza volta, e quelle poche volte che lo abbiamo nominato noi di proposito - chairamente-, sembrava le stessimo parlando di una persona qualsiasi nel mondo, non dell'uomo di cui - e lo sappiamo tutti benissimo- è follemente innamorata. Per non parlare del fatto che non ha provato a vederlo nemmeno per sbaglio, potremmo dire. Si è mostrata totalmente disinteressata.
Abbiamo osservato come con tutti gli altri sembri il più possibile sé stessa, ma anche lì ci sono delle incongruenze rispetto al suo solito carattere, che chiaramente anche Victor ha notato, ma che non ha mai esposto davvero.
Io e Stiles siamo quindi arrivati alla conclusione che qualcosa che non vada c'è davvero, considerando anche che, tra tutti, io sono l'unica da cui Amalie non si lascia minimamente toccare. Mai. Neanche per sbaglio, nemmeno una volta.

Per questo sono con Stiles davanti al portone di Derek.
Abbiamo pensato che resta solo un ultimo test da fare, ma abbiamo bisogno di Derek per questo.

Quando l'Alpha ci apre, Stiles fa una smorfia di disgusto.
<Cristo, Sourwolf, sei proprio messo male.>
<Stiles, non provocarmi. Che cosa volete.>
Il suo tono minaccioso, chiaramente in contrasto con il suo rarissimo aspetto trasandato, me lo fa superare con una leggera spallata.
<Porta le tue chiappe da lupo su una sedia e ascoltaci molto attentamente, è importante.>
Mi mostro subito risoluta, consapevole che, testardo com'è, si rifiuterà anche solo di starci a sentire al minimo segno di cedimento.
<Lydia, non stuzzicarmi, ho pochissima pazienza la momento.>
<Sai perfettamente che c'è qualcosa che non va. So che è impossibile che tu non te ne sia minimamente accorto. Non puoi non averlo notato, non proprio tu.>
Il suo sguardo si assottiglia ed i suoi occhi diventano due fessure rosse.
<Di che cosa stai parlando.>
Scandisce bene ogni parola. Sa di cosa sto parlando, ma vuole conferme.
<Amalie. Qualcosa non va con Amalie.>
Lui contrae la mascella e allarga le spalle, come a mostrarsi più largo di quanto in realtà già non sia, ma penso sia soltanto per prepararsi a ricevere le informazioni su di lei. Come a proteggersi, in qualche modo.
<Per questo le state costantemente dietro da 10 giorni?>
Incrocia le braccia al petto e ci osserva.
Stiles si fa subito avanti con la nostra richiesta <Abbiamo bisogno che ci aiuti con un piccolo esperimento. Una cosa abbastanza veloce, ma che pensiamo possa essere efficace.>
Lui ci osserva, poco convinto.
<Qualsiasi cosa sia, non si lascia avvicinare da me, non più. Dovreste saperlo bene.>
Faccio un sorrisetto e mi avvicino a lui.
<Oh, beh, ma non sei tu il protagonista del nostro piano, caro Derek. Ci serve Mina. Ma sei tu suo padre, e considerando che non sappiamo come potrebbe andare.. è preferibile che ci sia anche tu. Solo.. non si sa mai.>
Derek ci guarda come se fossimo entrambi totalmente impazziti. Resta in silenzio e va a sedersi, posando il mento sulle mani congiunte, i gomiti a poggiare sulle ginocchia.
Per lo meno ci sta pensando, sta valutando la cosa.

Stiles inaspettatamente gli si avvicina, piegandosi davanti a lui per poterlo guardare negli occhi.
<Ascoltami, Derek. Per quanto non ti piaccia l'idea, ormai ti conosco decisamente bene. E conosco Amalie. Credo di non aver mai visto un amore nascere così in fretta ed essere allo stesso tempo così forte ed intenso. Quello che c'è tra di voi..>
<Lo so, Stiles. Lo so. E so anche che ha qualcosa di strano, da quella mattina. Ma non potrebbe semplicemente essere che invece sia solamente riuscita ad andare, finalmente, avanti? Che si sia gettata la nostra storia alle spalle?>
Sospiro e mi avvicino a lui, posandogli una mano sulla spalla.
<Allora perché dovrebbe tenere anche me, sua amica, senza che ci sia stata nessuna discussione, a distanza? Non mi permette mai, e dico mai di toccarla, Derek. Neanche di sfuggita.>
Lui solleva di colpo lo sguardo, fissandomi sorpreso, poi si alza di scatto, come se avesse avuto un'illuminazione.
<Perché sei una Banshee, ecco perché! Hai fatto sogni strani, di recente, tu?>
Scuoto il capo, visto che - strano ma vero- recentemente sono riuscita a dormire senza nessun tipo di problema, ma quel suo tu finale mi permettere di intuire che invece lui ne abbia fatti eccome.
<Okay, andiamo a prendere Mina e facciamo questo esperimento che volete fare, poi però andiamo a parlarne con il Dr. Deaton.>
Annuiamo entrambi, confusi ma allo stesso tempo sollevati dal fatto che si voglia impegnare per capire e quanto meno provare un minimo a lottare per lei. Poi lo seguiamo fuori, dopo che ha afferrato la propria giacca e ci ha anticipato senza nemmeno aspettarci, a questo punto anche lui troppo ansioso di capire che cosa sta succedendo.

Sei tu la mia salvezza - Derek Hale {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora